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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Ostuni

L'ago riscaldato che brucia le masse tumorali in arrivo all'ospedale di Ostuni

Il reparto di medicina interna dell'ospedale di Ostuni, dell'Asl di Brindisi, sarà dotato di "sistemi per termoablazione a microonde e radiofrequenza", precisamente l'ago riscaldato per il trattamento non invasivo di alcuni tipi di tumori

OSTUNI – Il reparto di medicina interna dell’ospedale di Ostuni, dell’Asl di Brindisi, sarà dotato di “sistemi per termoablazione a microonde e radiofrequenza”, precisamente l’ago riscaldato per il trattamento non invasivo di alcuni tipi di tumori tra cui a reni, polmoni, ossa, tiroide e fegato. E’ stata avviata una procedura negoziata sulla piattaforma telematica regionale EmPulia, si cercano cinque sistemi per termoablazione. Gli operatori economici interessati hanno tempo fino alle 10 del 12 dicembre prossimo per partecipare alla gara. Tutte le informazioni sono state divulgate sull’albo pretorio dell’Asl di Brindisi.

Il bando è stato pubblicato il 15 novembre scorso, stesso giorno in cui nell’ospedale di Chioggia, città della provincia di Venezia, veniva eseguita la prima termoablazione su un paziente di 65 anni affetto da una grave lesione metastatica al fegato. La massa tumorale è stata bruciata con l’ago incandescente nel giro di pochi minuti, in anestesia locale e senza conseguenze per il paziente. Per l’occasione, trattandosi del primo intervento di quel genere per quell'ospedale, la sala operatoria è stata aperta ai giornalisti e nel giro di qualche ora la notizia ha attraversato la Nazione aprendo nuove speranze ai malati di cancro.

Il centralino dell’ospedale di Chioggia è stato tempestato di telefonate provenienti da ogni parte d’Italia ma a quanto pare questa tecnica che apre nuove frontiere per la chirurgia e per il trattamento di alcune neoplasie potrebbe essere destinata a entrare con queste nuove tecnologie in molti ospedali d’Italia. 

A tale proposito, pubblichiamo anche un commento del dottor Pietro Gatti che effettua questa terapia presso l'ospedale di Ostuni, e che potrà avvalersi della nuova macchina. "Giusto per la precisione e per non creare false illusioni e riportare il tutto in un ambito scientifico. Il trattamento con calore dei tumori epatici è in uso sin dal 1995. Le nuove tecnologie, come quella usata a Chioggia, sono utlizzate dal 2010 circa. Le indicazioni a tali trattamenti sono ben precise e rientrano nell'ambito di decisioni che vengono prese di caso in caso da un team multidisciplinare. Presso l'Uoc di Medicina Interna di Ostuni sono già attive dall'ottobre del 2014 e la gara pubblicata sul sito dell'Asl non è altro che un'ulteriore evoluzione di quanto già in atto".

"A Chioggia - prosegue il dottor Gatti -  è stato effettuato il primo intervento per quell'ospedale, ma è qualcosa che fa già parte della pratica clinica routinaria in molti centri (tra cui anche quello di Ostuni). I trattamenti locoregionali sia di tipo interstiziale (come quello effettuato ad Ostuni) che di tipo endovascolare (come quelli effettuati presso la radiologia interventistica di Brindisi) sono armi a supporto del paziente malato di cancro che si associatno a chemioterapia, radioterapia e chirurgia per dare il massimo al paziente oncologico nell'ambito di un team multidisciplinare".

"Unica cosa di cui andare orgogliosi è che tutto questo in Asl Brindisi è una relatà già consolidata e non qualcosa che verrà, con collaborazioni effettive tra l'Oncologia del Perrino di Brindisi diretta dal prof. Cinieri, la Radiologia interventitica di Brindisi diretta dalla dottoressa Angone, la radioterapia di Brindisi diretta dal dottor Portaluri e la Medicina Interna di Ostuni diretta dal sottoscritto", conclude il dottor Pietro Gatti.

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