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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

"La ex Base Usaf meglio come poligono di addestramento militare"

BRINDISI – La soluzione, semplice e concreta, per utilizzare la grande area dell’ex Base Usaf di S.Vito dei Normanni l’hanno trovata i militari. Ai quali compete, peraltro, la prelazione sugli utilizzi dell’area essendo la stessa stata riconsegnata al ministero della Difesa italiano dal Pentagono, quando gli americani – dopo la caduta del muro di Berlino e la fine delle tensioni con l’ex Unione sovietica – decisero di tagliare nel mondo gli insediamenti non più indispensabili. Le rappresentazione di quello che può essere il futuro della base, che fu uno snodo essenziale della guerra elettronica tra Est ed Ovest, si è avuta nei giorni scorsi e precisamente tra il 31 gennaio e l’11 febbraio, quando alcune unità, anche corazzate, della 82ma Divisione di Fanteria “Torino”, appartenente alla Brigata Pinerolo, vi hanno svolto una intensa attività di addestramento al combattimento in centri urbani, utilizzando l’ancora vasto patrimonio edilizio del sito, ormai in stato di degrado continuo.

BRINDISI – La soluzione, semplice e concreta, per utilizzare la grande area dell’ex Base Usaf di S.Vito dei Normanni l’hanno trovata i militari. Ai quali compete, peraltro, la prelazione sugli utilizzi dell’area essendo la stessa stata riconsegnata al ministero della Difesa italiano dal Pentagono, quando gli americani – dopo la caduta del muro di Berlino e la fine delle tensioni con l’ex Unione sovietica – decisero di tagliare nel mondo gli insediamenti non più indispensabili. Le rappresentazione di quello che può essere il futuro della base, che fu uno snodo essenziale della guerra elettronica tra Est ed Ovest, si è avuta nei giorni scorsi e precisamente tra il 31 gennaio e l’11 febbraio, quando alcune unità, anche corazzate, della 82ma Divisione di Fanteria “Torino”, appartenente alla Brigata Pinerolo, vi hanno svolto una intensa attività di addestramento al combattimento in centri urbani, utilizzando l’ancora vasto patrimonio edilizio del sito, ormai in stato di degrado continuo.

Il particolare importante è che in questo luogo, affidato alla gestione dell’Aeronautica Militare, sia l’Esercito che altre forze armate possono trovare una condizione pressoché ottimale per addestrare i soldati che poi andranno spesso a svolgere periodi di servizio nei Paesi dove l’Italia è impegnata in missioni autorizzate dalla Nazioni Unite. La preparazione al monitoraggio e alla bonifica di piccoli villaggi, di quartieri, è una situazione ricorrente in Afghanistan, ad esempio. E nella ex Base Usaf di S.Vito dei Normanni c’è praticamente un piccolo centro abitato che al top della fase operativa negli anni Settanta e Ottanta ospitava sino a 5mila militari con le famiglie: scuole, uffici, alloggi, cinema, spacci, palestre, mense, magazzini, officine, ospedale. Non manca nulla, tranne ciò che è stato distrutto dall’incendio del 7 luglio 2008. Il comando della Divisione “Torino” e quello della Brigata Pinerolo hanno già chiesto di poter utilizzare con una certa frequenza sia la ex base americana che le strutture aeroportuali di Brindisi.

Lo conferma il comandante del Distaccamento dell’Aeronautica Militare, colonnello pilota Gianbattista Degiuli. "L’attività addestrativa è fondamentale per i  militari che vengono inviati in missione fuori dai confini nazionali,  in quanto questa accresce le  capacità nella gestione delle situazioni di crisi. Credo inoltre, nelle  potenzialità del personale e delle   strutture del Distaccamento di Brindisi a fornire il giusto supporto logistico  in occasione di tali eventi”. Il Distaccamento Aeroportuale di Brindisi,  ha evidenziato le potenzialità per divenire un centro addestrativo per il personale dell’Aeronautica militare e per le altre Forze Armate, in considerazione – si legge in una nota del comando - della particolare posizione geografica, per la rete di infrastrutture e di comunicazione  (porto, aeroporto, ferrovia e strade), dello  scenario che offre la ex base Usaf che ben si presta per lo sviluppo di numerose attività esercitative e per la  vicinanza del Poligono di Tiro di Punta della Contessa.

“In tal senso il Distaccamento grazie alla sua ricettività, potrebbe supportare logisticamente  tutti i Reparti che volessero effettuare la predetta attività. L’interesse dei reparti delle Forze Armate, in special modo dell’Esercito Italiano, è ulteriormente  rafforzata  in  considerazione che la Brigata Corazzata “Pinerolo” ha chiesto  di  utilizzare  le  strutture  del  Distaccamento Aeroportuale  di  Brindisi  e  della  ex  base  USAF  in maniera continuativa”.

E’ la quadratura del cerchio: l’Aeronautica eviterebbe di scomparire da Brindisi dopo molti decenni (già partiti il 32mo Stormo cacciabombardieri, in trasferimento l’84mo Sar, chiuso il centro meteo), e il grande patrimonio abitativo e logistico disponibile all’aeroporto e nelle immediate vicinanze potrebbe essere riconvertito al servizio del centro di addestramento. Esercito e Marina avrebbero una struttura idonea a preparare le proprie unità di combattimento alle situazioni tipiche dei teatri delle missioni in corso. Ovviamente resterebbero al Pam i magazzini decentrati della base di emergenza umanitaria che opera all’interno della Base logistica della Nazioni unite di Brindisi. E infine va ricordato che nella stesa Base Onu all’interno dell’aeroporto opera il centro di formazione del personale da impiegare come forze di polizia nel peacekeeping.

Quella dei militari sembra una proposta concreta al cospetto di altre che non dispongono né di progetti né di finanziamenti, e che comunque rappresenterebbero doppioni di realtà vicinissime già esistenti, e che necessiterebbero di maggiori interventi infrastrutturali come il polo universitario e dell’innovazione della Cittadella della Ricerca. Realizzare un nuovo campus sarebbe assurdo. L’Onu non sembra in condizioni di investire ancora su Brindisi dopo aver deciso di mantenere la spesa di mantenimento della base e del centro di formazione per la polizia internazionale. Del resto, anche il Comune di Brindisi e l’Autorità portuale si stanno muovendo per uno scambio con la Marina fondato da un lato su un investimento per l’ampliamento della caserma della Forza da Sbarco a Brancasi, a due chilometri dalla ex Base Usaf, in cambio della liberazione di alcune servitù militari nel porto. Trattenere in città il fatturato della Marina, ridare un senso alla presenza dell’Aeronautica Militare e ospitare periodicamente l’Esercito sono cose su cui sembra pochi oggi possano sollevare obiezioni motivate da valide alternative.

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