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Cronaca San Vito dei Normanni

La nuova compagnia, tra storia antiracket ed eroismo in servizio

SAN VITO DEI NORMANNI – La stazione carabinieri trasformata in sede di compagnia è quella di allora, dei primi anni ’90 quando San Vito dei Normanni quasi ogni notte contava gli scoppi delle bombe. Qui fu combattuta una battaglia di avanguardia, cui parteciparono la procura della Repubblica e le forze dell’ordine, l’amministrazione comunale e la Chiesa locale, e infine il primo comitato antiracket della Puglia, uno dei pochissimi a seguire l’esempio di quello nato a Capo d’Orlando. Adesso la nuova compagnia carabinieri della provincia di Brindisi ha il compito di rafforzare il sistema della prevenzione e rispondere non più ad una banda criminosa in ascesa, ma “alla maggiore percezione che i cittadini dimostrano di fronte ai fenomeni”.

SAN VITO DEI NORMANNI – La stazione carabinieri trasformata in sede di compagnia è quella di allora, dei primi anni ’90 quando San Vito dei Normanni quasi ogni notte contava gli scoppi delle bombe. Qui fu combattuta una battaglia di avanguardia, cui parteciparono la procura della Repubblica e le forze dell’ordine, l’amministrazione comunale e la Chiesa locale, e infine il primo comitato antiracket della Puglia, uno dei pochissimi a seguire l’esempio di quello nato a Capo d’Orlando. Adesso la nuova compagnia carabinieri della provincia di Brindisi ha il compito di rafforzare il sistema della prevenzione e rispondere non più ad una banda criminosa in ascesa, ma “alla maggiore percezione che i cittadini dimostrano di fronte ai fenomeni”.

Parole del generale di corpo d’armata Maurizio Scoppa. Il comandante dell’Arma dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli, all’ultimo momento ha dovuto cambiare programma. Forse verrà quando la compagnia si trasferirà nella nuovissima e quasi completata sede nella zona 167. Ma Scoppa, oltre ad essere il comandante interregionale, alla testa della “Ogaden” che ha giurisdizione su tutto il Sud, negli anni di piombo è stato comandante del gruppo di Brindisi, e ricorda perfettamente i fatti, gli scenari, la catena degli omicidi della guerra scatenata dalla Sacra Corona Unita.

Faceva caldo, stamattina, all’inaugurazione della nuova compagnia di S.Vito dei Normanni. C’erano molti degli uomini che prestavano servizio nel periodo in cui fu deciso che la cittadina meritasse una risposta da parte dello Stato non solo sul piano investigativo e della repressione del crimine, ma anche nella forma di un presidio importante come può essere una compagnia territoriale dell’Arma. Sono passati poco meno di 20 da allora. Lo sottolinea anche il generale ex comandante di gruppo Maurizio Scoppa. C’è stata una faccenda di suoli, a fare procedere col freno a mano l’operazione, poi qualche ripensamento. Infine hanno risolto tutto le ultime amministrazioni di centrosinistra mettendo a disposizione un’area comunale.

E sul palco delle autorità c’erano i tre sindaci che hanno aperto la strada al progetto, come Rosa Stanisci divenuta poi parlamentare per varie legislature, ma diventata nota come il sindaco-antiracket, in giro c’è qualche volto dell’Acias, l’associazione antiracket di allora e degli anni successivi (che nessuno cita). Perché qui fu inventato un nuovo sistema per incastrare gli estorsori e rendere le deposizioni a prova di bomba nel vero senso della parola. Non c’è più  padre Angelo, il parroco che ospitò i primi incontri segreti tra inquirenti e vittime. Michele Emiliano, il pm delle indagini, adesso è il sindaco di Bari. Fu una faccenda importante. Ecco come la raccontò l’inviato del “Corriere della Sera” Felice Cavallaro il 10 febbraio 1992.

“L' uovo di Colombo e' una griglia di testimonianze incrociate sintetizzate sul verbale dell' associazione antiracket costituita a San Vito sul modello di Capo d' Orlando. Ma qui, come fossero sedute collettive di psicoanalisi, ognuno racconta e verbalizza la sua storia, le telefonate, le minacce, le bombe, i pagamenti, le facce viste, i nomi certi, quelli sentiti da altri, i complici, le coincidenze. Dieci, venti, trenta, cento storie. E, registro alla mano, si va dal sostituto procuratore della Repubblica che riunisce gli operatori in gruppo ascoltando dalla viva voce quel che e' già scritto e che viene riversato nei fascicoli processuali, nei cosiddetti incidenti probatori. Ogni imprenditore diventa così il testimone del racconto fatto da decine di suoi colleghi. Se uno ritratta cento confermano. Se cento ritrattano basta la conferma del singolo. Forse la via legale per vincere la paura nelle trincee dei commercianti l'ha trovata il sostituto Michele Emiliano, un trentenne gioviale, alto e massiccio che potrebbe fare ancora di più se le associazioni antiracket ottenessero il riconoscimento giuridico in modo da attribuire maggiore rilievo ai verbali di assemblea”.

L'inaugurazioneInsomma, queste sono le basi su cui poggia la nuova compagnia di San Vito. L’Arma ha fatto uno sforzo non trascurabile per mantenere l’impegno. Questi non sono tempi facili, perché in sicurezza, in realtà, il governo italiano spende sempre meno. La nuova compagnia ha 44 uomini, 120 circa inclusi i travasi delle stazioni dipendenti che sono quelle di Mesagne, Latiano, Ceglie Messapica, San Michele Salentino, Carovigno e naturalmente quella ospitante. Ognuna ha ceduto un’aliquota di personale alla nuova unità. La guerra oggi bisogna farla così. Ma non sono argomenti da discorsi ufficiali. L’obiettivo è stato raggiunto, il congegno è pronto e il capitano Ferruccio Nardacci lo ha preso in consegna assieme alla bandiera che gli ha consegnato stamattina il nuovo sindaco Alberto Magli (centrodestra), e dovrà farlo funzionare.

“Ciò che nasce è un segnale di concretezza -dice il generale Maurizio Scoppa-, che diventerà un efficiente strumento di prevenzione oltre che di repressione. Questo non è un augurio, ma una certezza da comandante”. Poco prima il colonnello Ugo Sica, il comandante provinciale, ha seminato un brivido di commozione tra il pubblico. L’intitolazione della caserma al carabinieri Angelo Petracca caduto a 20 anni a Ceglie Messapica in un conflitto a fuoco con una banda di rapinatori, dopo essersi esposto per aiutare un commilitone ferito. Quel giorno, il 22 gennaio del 1990, Petracca era di riposo. Medaglia d’oro al valor militare.

Coraggio civile, coraggio e sacrificio in servizio. Storie che si intrecciano attorno alla nuova compagnia carabinieri. Ma da domani ci sarà solo il lavoro giornaliero da compiere. Il sottosegretario Alfredo Mantovano rappresenta il governo, e spiega al cronista che la peggiore criticità della Puglia oggi è Foggia. Il Viminale ci sta sopra. Il ministro Maroni scende periodicamente a Bari per fare il punto, e la prossima riunione è per il 12 maggio. Ma in nessun luogo si deve abbassare la guardia, avverte il comandante della “Ogaden”. Ora c’è “una criminalità efficacemente contrastata. Ma se tutti noi, i carabinieri e gli altri, riusciremo a garantire la sicurezza necessaria, ci saranno anche maggiori premesse di crescita economica e sociale per questa terra”.

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