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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Torchiarolo

La Procura di Lecce indaga Silletti ed altri nove esperti, e sequestra gli ulivi

Diventano ora intoccabili gli alberi in lista per le eradicazioni. Le ipotesi di reato sono diffusione colposa di malattia delle piante, adesso anche con l’aggiunta di violazione dolosa e colposa delle disposizioni in materia ambientale, falso materiale e ideologico commesso da pubblico ufficiale, getto pericoloso di cose, distruzione di bellezze naturali. Intanto il Tar Lazio respinge il ricorso del Comune di Torchiarolo, che però ha presentato denuncia anche alla Procura di Brindisi

LECCE – Tutto comincia dalle aree dove si sperimento la lotta alla lebbra dell’ulivo, in provincia di Lecce e nel Sud Brindisino, mentre non c’entrerebbero nulla le piante importae da operatori olandesi dal sud America, e poi vendute nel Salento. La Xylella è partita da lì, dalle zone bombardate da nuvole di antiparassitari. E’ questa in sintesi la tesi della procura di Lecce, che oggi ha emesso decreti di sequestro di tutti gli ulivi colpiti dal batterio killer, in lista per la eradicazione, assieme  dieci avvisi di garanzia a persone che hanno avuto ruoli di responsabilità  nella gestione dell’emergenza,  primo tra tutti il comandante regionale della Forestale, e commissario straordinario per la lotta alla Xylella, Giuseppe Silletti.

Giuseppe Silletti-2E sono stati gli stessi agenti del Nucleo ispettivo del Corpo forestale dello Stato di Lecce a dare esecuzione ai provvedimenti spiccati dal procuratore della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta, e dai sostituti Elsa Valeria Mignone e Roberta Licci, titolari della inchiesta aperta nel 2014 a carico di ignoti e con la accusa di diffusione colposa di malattia delle piante, adesso anche con l’aggiunta di violazione dolosa e colposa delle disposizioni in materia ambientale, falso materiale e ideologico commesso da pubblico ufficiale, getto pericoloso di cose, distruzione di bellezze naturali. Tutto il filo delle vicende che vanno dalla lotta alla lebbra dell’ulivo sino ad oggi.

Oltre a Silletti sono indagati il dirigente della Osservatorio fitosanitario della Regione Silvio Schito e il suo predecessore (da poco in pensione) Antonio Guario, il dirigente del Servizio Agricoltura della Regione Giuseppe Da Onghia, Giuseppe Blasi del Servizio fitosanitario nazionale, Vito Nicola Savino dirigente dell’Istituto Caramia di Locorotondo, Franco Nigro dell’università barese, Donato Boscia responsabile dell’Istituto per la protezione delle piante del Cnr, Maria Saponari ricercatrice presso lo stesso istituto, Franco Valentini ricercatore dello Iamb di Valenzano.

ulivo abbattuto-2Come già detto, il sequestro preventivo degli ulivi salentini colpiti da Xylella fastidiosa sospende di fatto le eradicazioni disposte dal commissario straordinario del governo, Giuseppe Silletti. Nel decreto si contesta il contenuto nel Piano Silletti e si rileva la presenza nello stesso di  violazioni della norma comunitaria in materia ambientale.

Secondo i consulenti della Procura di Lecce, allo stato non ci sarebbero prove certe dell'attribuzione del complesso del disseccamento dell'ulivo solo al batterio Xylella fastidiosa e neppure del fatto che le eradicazioni degli alberi malati siano una soluzione utile a contenere la malattia. Al contrario, l'applicazione del Piano Silletti determinerebbe un pericolo per la salute pubblica, disponendo l'utilizzo di pesticidi, alcuni dei quali di genere vietato.

La domanda adesso è se anche la procura di Brindisi seguirà la stessa strada nella martoriata fascia di contenimento che comprende quasi metà della nostra provincia, e dove il Piano Silletti detta l’abbattimento di tutte le piante nel raggio di cento metri da ogni ulivo malato. Una denuncia è stata presentata qualche tempo fa dall'avvocato Carmelo Molfetta a nome del Comune di Torchiarolo. Una strage per ora ostacolata solo dalle manifestazioni dei vari comitati, che dialogano anche con gli olivicoltori che si sono convinti a seguire la strada delle eradicazioni volontarie, ma soprattutto dai provvedimenti di sospensione emanati dal Tar Lazio.

forestale e albero xylella-2Intanto, in netta controtendenza con la recentissima azione della magistratura inquirente di Lecce, il Tar Lazio mercoledì invece ha rigettato la richiesta di sospensiva delle eradicazioni presentata sempre dall'avvocato Carmelo Molfetta per conto del Comune di Torchiarolo, sostenendo che l'amministrazione civica non è soggetto titolato al pari di un proprietario per sostenere tale istanza. Nelle 60 pagine del ricorso, invece, l'avvocato del Comune aveva argomentato puntigliosamente l'interesse diretto dell'ente locale, ed aveva anche sollecitato il Tar ad agire presso la Corte di Giustizia europea con un'istanza pregiudiziale, rispetto alle procedure di infrazione della Ue nei confronti dell'Italia per l'esecuzione delle direttive comunitarie anti-Xylella.

Ciò pur essendo i Tar nel mirino della stessa Ue per la presunta responsabilità nel rallentamento delle eradicazioni, e pur essendo l'Avvocatura dello Stato interessata a respingere le accuse nei confronti del nostro Paese. Ma al Comune di Torchiarolo non è stata riconosciuta la legittimazione ad agire nell'interesse dei propri cittadini e del proprio territorio, visto che per ogni albero infetto - ha dimostrato il legale dell'amministrazione comunale - altri 250 sani sono condannati a morte per eradicazione, e assieme alla richiesta di sospensiva è stata anche rigettata quella dell'istanza pregiudiziale.

LA DICHIARAZIONE DEL GOVERNATORE MICHELE EMILIANO

“La notizia del provvedimento di sequestro da parte della Procura della Repubblica di Lecce è arrivata come una liberazione. Finalmente avremo a disposizione dati tecnici ed investigativi per discutere con l’Unione Europea della strategia finora attuata per contrastare la Xylella, fondata essenzialmente sull’eradicazione di massa di alberi malati e sani. Questa strategia viene messa totalmente in dubbio dalle indagini effettuate da magistrati scrupolosi, prestigiosi e notoriamente stimati per la prudenza che li ha sempre contraddistinti nell’esercizio delle funzioni. Credo anche che possiamo considerare chiusa la fase della cosiddetta emergenza. La malattia è ormai insediata, e non può più essere totalmente debellata.

task foce xylella 2-2Dobbiamo dunque riscrivere da zero le direttive da impartire agli agricoltori e a tutti gli altri soggetti interessati, che potranno consistere in tutti quegli atti e quelle azioni che non comportino l’eradicazione delle piante. In questi mesi la Regione Puglia ha sempre ribadito alla Procura della repubblica di Lecce la sua disponibilità a fornire collaborazione alle indagini in corso. E anche oggi ribadisco questa disponibilità assieme alla piena fiducia negli uffici giudiziari leccesi. Mi sento di dire che questo intervento è l’equivalente di quello della magistratura tarantina nel caso Ilva.

Da domani si ricomincia una nuova storia nella quale la ricerca di una cura che guarisca la malattia e ne rallenti l’espansione diventa centrale. Questa è la ragione per la quale abbiamo dato vita in Puglia  alla task force per la ricerca sulla Xylella, finanziandola con diversi milioni di euro. È chiaro in ogni caso che tutti gli indagati che facevano parte del task force, ai quali comunque auguro di poter rapidamente chiarire la propria posizione, dovranno in questa fase sospendere la loro attività all’interno della task force regionale.

task force xylella-2Domani mattina chiederò al procuratore della Repubblica Cataldo Motta di essere ricevuto ove il magistrato ritenga necessario comunicarmi notizie utili allo svolgimento della mia funzione, nel rispetto del segreto istruttorio. La Regione Puglia è persona offesa degli eventuali reati commessi e ai sensi dell’art. 90 del c.p.p. si riserva di indicare elementi di prova che possano contribuire all’accertamento della verità. In caso di rinvio a giudizio si costituirà parte civile nei confronti di tutti gli imputati”.

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