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Cronaca

“La rapina nella gioielleria Nataly l’ho fatta io: bottino nel bidone della spazzatura”

Interrogato il brindisino Francesco Palma, fermato dagli agenti della Mobile per il pericolo di fuga: “Non ho aggredito né la titolare, né la commessa”. Confessa anche il tentato colpo da De Marco. Ricercato il complice

BRINDISI – Confessione piena dopo due notti trascorse nel carcere di Brindisi: “Sì, sono io: sono io quello della rapina nella gioielleria Nataly, ma non ho aggredito nessuno, né la titolare, né la commessa. Non ero armato. Il bottino l’ho buttato in un bidone della spazzatura nella fuga, nel quartiere Bozzano”.

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Il brindisino Francesco Palma, alias Maradona, ha ammesso tutto davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, Alessandro Ferraro, di fronte al quale si è svolta l’udienza di convalida del fermo di polizia giudiziaria eseguito dagli agenti della Mobile sabato mattina. Davanti al suo difensore, Laura Beltrami, ha deciso di confermare tutto quel che gli è stato confermato nel decreto, firmato dal pm sulla base del pericolo di fuga. Il sostituto procuratore ha chiesto la custodia in carcere.

Subito dopo il colpo consumato nella gioielleria di viale Aldo Moro lo scorso 21 novembre, Palma era stato identificato subito dai poliziotti della sezione antirapina, ma non era stato poi trovato nella sua abitazione. Né in quelle dei familiari.

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Quella mattina, attorno alle 11,30, piombò nella gioielleria a volto scoperto, fingendosi un cliente, assieme a un altro uomo. Azione ripresa dalle telecamere del sistema di videosorveglianza e riconoscimento immediato per chi, come i poliziotti, ha dimestichezza con i volti dei brindisini, soprattutto con quelli di chi, in passato è stato già arrestato.

Nessun riferimento al complice è emerso nel corso dell’interrogatorio di Palma, ma gli agenti hanno identificato anche lui. Brindisino, come Palma, da quel giorno si sarebbe allontanato dalla sua abitazione e per questo è ricercato anche fuori dalla provincia. Secondo gli investigatori, avrebbe lasciato la città per chiedere ospitalità ad amici: le ricerche si starebbero concentrando in alcune regioni del settentrione.

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Non è stato ancora trovato il bottino della rapina: 60mila euro di preziosi che, secondo Palma, sarebbero stati racchiusi in due buste e lanciati in un bidone della spazzatura durante la fuga in scooter verso il quartiere Bozzano. I contenitori per rifiuti però da diverso tempo sono stati eliminati per procedere con la raccolta porta a porta.

L’indagato, nel corso dell’interrogatorio, ha ammesso anche di aver tentato la rapina nella gioielleria De Marco, in corso Roma, a Brindisi, la sera del 24 ottobre scorso. Anche in quella occasione assieme a un complice che potrebbe essere lo stesso visto nell’oreficeria Nataly. Sempre a volto scoperto fingendosi clienti. Copione identico.

Per la tentata rapina, Palma è destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari e, quanto si apprende, avrebbe già ammesso di aver preso parte all’azione nell’immediatezza dei fatti. Si costituì negli uffici della questura, dopo aver saputo che gli agenti della Mobile era stati a casa sua a cercarlo. Allo stesso indirizzo i poliziotti si sono presentati subito dopo la rapina da Nataly, ma Palma non c’era. E’ stato arrestato su un terrazzo di una palazzina del quartiere Commenda.

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