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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

La scatola nera incastra i due arrestati

NAPOLI – Si aggrava, nonostante la concessione degli arresti domiciliari, la posizione di Mirko Serinelli (24 anni di Torchiarolo) e Maurizio Santoro (47 anni di Genova), rispettivamente terzo ufficiale e timoniere del cargo Jolly Grigio, che causò giovedì scorso l'affondamento del peschereccio Giovanni Padre. A concedere i domiciliari oggi, al termine dell'udienza di convalida svoltasi nel carcere di Poggioreale, il gip di Napoli Maurizio Santise. Il giudice ha convalidato l'arresto eseguito nei giorni scorsi dalla Guardia Costiera.

NAPOLI – Si aggrava, nonostante la concessione degli arresti domiciliari, la posizione di Mirko Serinelli (24 anni di Torchiarolo) e Maurizio Santoro (47 anni di Genova), rispettivamente terzo ufficiale e timoniere del cargo Jolly Grigio, che causò giovedì scorso l'affondamento del peschereccio Giovanni Padre. A concedere i domiciliari oggi, al termine dell'udienza di convalida svoltasi nel carcere di Poggioreale, il gip di Napoli Maurizio Santise. Il giudice ha convalidato l'arresto eseguito nei giorni scorsi dalla Guardia Costiera.

I pm Giovanni Corona e Alessandro Cimmino, titolari dell'inchiesta, avevano invece chiesto la conferma della misura cautelare in carcere. Serinelli e Santoro sono indagati per naufragio e omicidio colposo plurimo. Il magistrato ha ritenuto che le esigenze cautelari sia assicurate anche da una misura meno afflittiva del carcere. Le indagini di polizia giudiziaria vengono svolte dalla Guardia Costiera di Genova, al comdando dell'ammiraglio Felicio Angrisano, in quanto l'armatore della portacontainer è del capoluogo ligure.

Le conversazioni registrate dalla scatola nera del cargo inchioderebbero i due ufficiali alle loro responsabilità modificando in parte anche la prima versione dei fatti fornita dagli stessi. Le registrazioni esaminate dagli inquirenti, raccontano di una nave che prosegue nella sua folle corsa anche dopo l'impatto senza che gli occupanti si preoccupino di prestare i soccorsi. Si sentono due voci. La prima è poco più di un sussurro e dice: "C...., li abbiamo presi". La seconda è un urlo: "Vanno a fondo! Stanno colando a picco!". Numerose le contraddizioni messe a nudo rispetto alla versione dei fatti fornita dai due ai pm Corona e Cimmino.

Nell'inchiesta potrebbe essere coinvolto anche il comandante del cargo, chiamato in causa dal terzo ufficiale. Alla domanda se subito dopo l'impatto con il peschereccio avesse consigliato ai suoi il silenzio, il terzo ufficiale ha risposto: "Sì, ci ha raccomandato il silenzio". In sostanza gli elementi raccolti dalla scatola nera del cargo smentirebbero in più parti la prima versione fornita dagli indagati denotando quella che gli inquirenti definiscono "una lucida consapevolezza" di quanto commesso.

I due marittimi arrestati, invece, hanno sempre sostenuto di essersi resi conto del pericolo ma di non essere riusciti ad evitare l'impatto con il peschereccio. Ma ad inchiodare i due ci sarebbe la prova che il radar Arpa, lo strumento di bordo capace di segnalare l'allarme di imminente collisione in mare, si è azionato regolarmente. Sempre dalla scatola nera si sente una voce concitata che urla: "Aziona il fischio! Azionalo! Ma perchè non lo fai?". Secondo l'accusa chi era ai comandi del 'Jolly Grigio" avrebbe potuto deviare la propria rotta già a circa due chilometri dal punto finale dell'impatto.

Altro inquietante elemento. Una voce prima dello speronamento dice: "Perchè non hai rallentato?". La risposta del timoniere è: "Aspettavo l'ordine del comandante". Le ricerche di Alfonso Guida e del figlio Vincenzo, i due pescatori dispersi nel naufragio del Giovanni Padre - il motopeschereccio affondato alle 8.45 di giovedì scorso a 4 miglia da Punta San Pancrazio (Ischia) a circa 500 metri di profondità – sono state sospese alle 22, nonostante i familiari dei due marinai del peschereccio dispersi abbiano chiesto che le ricerche per il recupero dei corpi proseguissero.

A confermarlo la Capitaneria di Porto di Napoli secondo cui "le ricerche dei due dispersi continueranno ad esserci con le motovedette della Guardia Costiera e delle altre forze dell'ordine, ma all'interno dell'attività di sorveglianza che in questi giorni di Ferragosto è stata, peraltro, intensificata". Quindi, non più servizi ad hoc dedicati alla ricerca specifica dei dispersi ma nell'ambito dell'ordinaria attività di vigilanza ed ispezione. Identica modalità di intervento per le ricerche con gli elicotteri.

Da Compamare Napoli si apprende inoltre che ci sono vivi contatti tra lo Stato Maggiore della Difesa e della Marina per l'invio nei prossimi giorni di una nave militare che dovrà localizzare il punto esatto in cui giace il motopeschereccio. E pare che il ministro Ignazio La Russa abbia dato disposizione per l’invio di una nave dotata di minisommergibile a bordo. Dovrà localizzare la posizione esatta del relitto. Poi con le telecamere saranno cercati i corpi dei due pescatori nel caso siano rimasti intrappolati nel peschereccio.

"Noi vogliamo solo che le ricerche proseguano. Ormai il danno è fatto e il resto lo stabilirà il magistrato", ha detto Rosaria Sasso, la cognata di Vincenzo Guida il marinaio di Ercolano (Napoli) che, assieme al figlio Alfonso, risulta disperso. I parenti sono sconvolti dalla notizia del timoniere che aveva sniffato cocaina, come ammesso durante l'interrogatorio dallo stesso indagato. "Cosa dire? - ha aggiunto la donna viviamo una tragedia. Il timoniere poteva fare a meno di drogarsi e non causare l' incidente. Mica era necessario? Ma ormai ogni parola è inutile... Non c'è più nulla da fare...".

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