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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

La tragedia dell'Aventis: esplode un serbatoio, un operaio muore, altri quattro restano feriti

BRINDISI – Il boato è stato avvertito fin nel quartiere Centro. A mezzogiorno, nella zona industriale, è bastato che l’eccessiva pressione di un serbatoio, dovuta forse all’alta temperatura, per scatenare in pochi attimi l’Apocalisse. Un morto e quattro feriti – uno di questi è in gravissime condizioni - presso lo stabilimento farmaceutico Sanofi Aventis (ex Lepetit) è il bilancio di una tragedia che ha sconvolto la città. La vittima e quasi tutti i feriti appartengono ad una ditta brindisina subappaltatrice, la Cof Srl intestata a Piero Saponaro, dedita alla manutenzione. Gli operai questa mattina stavano compiendo operazioni di saldatura proprio nei pressi del serbatoio letale, contenente acqua e cloroformio.

BRINDISI – Il boato è stato avvertito fin nel quartiere Centro. A mezzogiorno, nella zona industriale, è bastato che l’eccessiva pressione di un serbatoio, dovuta forse all’alta temperatura, per scatenare in pochi attimi l’Apocalisse. Un morto e quattro feriti – uno di questi è in gravissime condizioni - presso lo stabilimento farmaceutico Sanofi Aventis (ex Lepetit) è il bilancio di una tragedia che ha sconvolto la città.

La vittima e quasi tutti i feriti appartengono ad una ditta brindisina subappaltatrice, la Cof Srl intestata a Piero Saponaro, dedita alla manutenzione. Gli operai questa mattina stavano compiendo operazioni di saldatura proprio nei pressi del serbatoio letale, contenente acqua e cloroformio. Cosimo Manfreda, 45 anni, sposato con due figli, residente a Brindisi in via Vittorio Veneto (quartiere Cappuccini) era quello che si trovava più vicino alla cisterna. In un attimo l’esplosione chimica lo ha dilaniato. Immediatamente sono stati trasportati in ospedale anche altri quattro operai: Gianfranco Branca, 44 anni, Antonio Colella, 41 anni, Mario Saponaro, 42 anni, e Gianfranco Guidotti, 52 anni (che è l’unico ad essere invece un dipendente diretto della Sanofi Aventis, era il capoturno di servizio). Saponaro, rispetto agli altri, è in condizioni più gravi, ed è ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale “Perrino” di Brindisi. Ha ustioni sul 20% del corpo, una scheggia gli si è conficcata in un occhio. “Sono leggermente più ottimista rispetto a questa mattina”, ha detto poco fa il direttore generale dell’Asl Brindisi Rodolfo Rollo. Branca e Colella sono stati invece trasferiti presso il reparto di sub-intensiva dello stesso nosocomio. Guidotti è stato già dimesso, le sue condizioni erano sembrate da subito meno preoccupanti.

Pochissimi istanti dopo l’incidente, si sono portati sul posto i vigili del fuoco, polizia, carabinieri, tecnici dell’Arpa e ambulanze del 118. Un continuo viavai di soccorsi, cercando anche di stabilire se nell’esplosione risultassero anche dispersi. Proprio il ritrovamento dei resti di Manfreda è stato decisamente il momento più pietoso per le squadre di soccorso. Responsabili dell’azienda e dipendenti sono rimasti chiusi per diverse ore, con l’accesso ovviamente vietato a giornalisti e telecamere. Ma fuori c’erano anche parenti dei lavoratori, che continuavano a chiamare con il cellulare i propri cari in servizio, sperando di poter ricevere conforto anche dalla semplice risposta. “Caro, sei tu? Tutto bene”. Un sollievo che non c’è stato per i parenti di Manfreda, chiamati di corsa in ospedale, mentre continua l’apprensione per i familiari dei feriti.

Cosa possa essere accaduto, e quali le eventuali precise responsabilità, toccherà alla Procura della Repubblica stabilirlo. L’inchiesta è coordinata dal pm Pierpaolo Montinaro, giunto sul posto qualche minuto dopo la tragedia. Tra gli effetti dell’esplosione, c’erano anche i timori legati alla possibilità di un disastro ambientale, ma come confermato da una nota diffusa nel pomeriggio dall’assessore regionale alla protezione civile Fabiano Amati non risulta alcuna nube tossica e l’Agenzia regionale per l’ambiente si è subito attivata per verificare la probabile contaminazione del suolo.

Amati, oltretutto, attorno alle 18, si è recato all’ospedale “Perrino” per verificare le condizioni dei feriti e portare il cordoglio suo e del presidente Vendola per la morte di Manfreda. Sul luogo dell’incidente, invece, si erano portati questa mattina il vicesindaco Mauro D’Attis (in rappresentanza del sindaco che si trova all’estero), il prefetto Domenico Cuttaia, il presidente dell’Autorità Portuale Giuseppe Giurgola, l’assessore provinciale al Mercato del Lavoro Enzo Ecclesie.

Prima di questa mattina, l’ultima tragedia nella zona industriale avvenne il 16 giugno 2006, presso la Marinpen: in quell’occasione, un operaio di Squinzano, Giovanni Pagliara, morì ustionato a seguito dell’incendio divampato nello stabilimento.

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