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Cronaca Carovigno

Latitanza, moto, donna e pistola

CEGLIE MESSAPICA – Fine della latitanza per Donato Claudio Lanzillotti - il 28enne di Carovigno che sparò, riducendolo in fin di vita, al 44enne Stefano Rapposelli, imprenditore di Ostuni. Era il 21 febbraio 2011, ore 4 e 30 circa del mattino, all’esterno del Bar Mozart di Carovigno l'imprenditore venne ferito all’addome. A seguito delle gravi ferite riportate venne trasportato all’ospedale Perrino di Brindisi e sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. Finì in coma per qualche tempo e subì l'asportazione di parte dell'intestino. Il sopralluogo dei militari della compagnia di San Vito consentì di trovare due bossoli di pistola calibro 7,65.

CEGLIE MESSAPICA – Fine della latitanza per Donato Claudio Lanzillotti - il 28enne di Carovigno che sparò, riducendolo in fin di vita, al 44enne Stefano Rapposelli, imprenditore di Ostuni. Era il 21 febbraio 2011, ore 4 e 30 circa del mattino, all’esterno del Bar Mozart di Carovigno l'imprenditore venne ferito all’addome. A seguito delle gravi ferite riportate venne trasportato all’ospedale Perrino di Brindisi e sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. Finì in coma per qualche tempo e subì l'asportazione di parte dell'intestino. Il sopralluogo dei militari della compagnia di San Vito consentì di trovare due bossoli di pistola calibro 7,65.

La ricostruzione dell’episodio fatta dai carabinieri – anche in base ai video girati dalle telecamere del locale - documentò che il ferimento era avvenuto solo perchè all'arrivo di tre avventori nel locale, Rapposelli, al contrario delle due persone che lo accompagnavano, non si girò a salutare i soggetti, volgendo le spalle. Da qui la discussione all’interno del bar tra Rapposelli, Claudio Lanzillotti e il 28enne di Carovigno Armando Caccetta, terminata all’esterno del locale. Rapposelli venne colpito ripetutamente dai due con calci e pugni e poi centrato da due colpi di pistola.

Latitante dal giorno del ferimento Donato Claudio Lanzillotti è stato condannato in primo grado 15 marzo scorso (gup Valerio Fracassi) dal Tribunale di Brindisi alla pena di anni 12 di reclusione poiché responsabile in concorso di tentato omicidio e detenzione illegale d’arma da fuoco, mentre Caccetta è stato condannato alla pena di anni 9. Nei confronti di Lanzillotti è stato notificato anche un altro provvedimento restrittivo poiché responsabile di violenza privata e condannato ad ulteriori mesi 8 di reclusione.

I carabinieri del Nucleo investigativo del Comando Provinciale di Brindisi  hanno stanato Lanzillotti alle prime ore del mattino in una abitazione rurale di contrada “Falanguso” a Ceglie Messapica. Qui il latitante si nascondeva con la sua fidanzata (una donna dell'89 originaria del posto ma residente in Germania, sulla quale sono in corso indagini). I militari lo hanno sorpreso con  una pistola calibro 6.35, carica con 5 proiettili, e pronta all'uso.

Nel corso della perquisizione eseguita dai carabinieri, presso il casolare è stata trovata e sequestrata una potente motocicletta giapponese, una Kawasaki Z-1000 con cui il latitante si spostava, mentre all’interno è stata rinvenuta anche e una carta d'identità falsificata. Sul documento risultavano come generalità quelle di un Giuseppe Nisi, 28 anni di San Michele Salentino, cognome estremamente diffuso nella zona. Ma non si sa se e quante volte sia stata utile al ricercato. Oggi certamente no.

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