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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

L'avvocato di Solito: "Il mio cliente si è consegnato, e non è un boss"

BRINDISI - Brusco rientro dal viaggio (di piacere?) in Thailandia per il 54enne cegliese Gennaro Solito. Questa mattina, ad aspettarlo all'aeroporto di Malpensa c'erano i Ros della compagnia di Gallarate e i carabinieri della stazione di Milano. E' finita così, dopo poco più di ventiquattro ore, la latitanza dell'ex poliziotto, accusato d'aver preso parte alla associazione a delinquere di stampo mafioso, capeggiata dal mesagnese Daniele Vicientino.

BRINDISI - Brusco rientro dal viaggio (di piacere?) in Thailandia per il 54enne cegliese Gennaro Solito. Questa mattina, ad aspettarlo all'aeroporto di Malpensa c'erano i Ros della compagnia di Gallarate e i carabinieri della stazione di Milano. E' finita così, dopo poco più di ventiquattro ore, la latitanza dell'ex poliziotto, accusato d'aver preso parte alla associazione a delinquere di stampo mafioso, capeggiata dal mesagnese Daniele Vicientino.

Secondo le accuse formulate dalla Direzione distrettuale antimafia Solito ricopriva il ruolo di referente del clan, deputato al controllo dello spaccio proprio a Ceglie Messapica. Accusa che l'avvocato difensore Aldo Gianfreda, è pronto a contestare vivacemente, così come la presunta latitanza: Solito, a quanto pare, si sarebbe consegnato spontaneamente nelle mani delle forze dell'ordine, e non ha mai cercato di sfuggire all'ordine di carcerazione emesso dal giudice per le indagini preliminari Ercole Aprile.

Inchiodato dalle intercettazioni, ma anche dalla testimonianza di uno dei pentiti, che racconta di un singolare festeggiamento consumato nelle mura del carcere: una torta per festeggiare l’affiliazione al clan, è così che Solito avrebbe salutato in carcere il battesimo di sangue all’interno della consorteria. Lo dichiara uno dei pentiti, che svela retroscena e formule deputate a suggellare il sodalizio criminale. I riti di affiliazione, avvengono in carcere, come da antica tradizione. Ed è sempre in carcere che, per quanto detenuto in regime di 41 bis, l’ex boss dalla Sacra corona libera Antonio Vitale impartisce ordini all’esterno, attraverso i colloqui con i famigliari. Accusa tutta da dimostrare, dato che gli indizi raccolti dall'antimafia non bastano per emettere un ulteriore ordine di carcerazione a carico de “il marocchino”.

Dice uno dei pentiti: “Nella provincia opera anche il gruppo di Solito Gennaro, di Ostuni, ex appartenente alla polizia di Stato, che ha sotto di lui quattro affiliati dediti principalmente al traffico e spaccio di stupefacente, usura e al gioco d’azzardo”. Seguono i nomi dei sottoposti, censurati dagli omissis del gip, ma resta leggibile la provenienza degli stessi, tutti di Ceglie Messapica. “Il Solito è affiliato – dice ancora il collaboratore – a (omissis), il quale fa riferimento direttamente a Antonio Vitale, e pertanto godono di una certa autonomia che gli consente di agire liberamente, prevalentemente nei comuni al Nord del Brindisino”.

Come fa, il pentito in questione, a conoscere tanto nel dettaglio, attività e raggio d’azione di Solito e compagni? La spiegazione è semplice: “Il Solito si trova detenuto nella mia cella e, alla spesa, comprò una grande torta. Metà di questa venne inviata alla cella di Buccolieri Massimo e Errico Luigi. Durante l’ora d’aria l’Errico Luigi mi disse che il motivo della torta era perché avevano fatto il movimento con grado di tre quartini”. Le dichiarazioni, risalgono al 23 gennaio 2006.

Poco meno di due anni dopo, esattamente il 17 ottobre 2007, un altro collaboratore chiarirà ancora più nel dettaglio, affiliazioni, gradi e rituali: “Per quanto riguarda il Comune di Mesagne ai vertici ci sono Vitale Antonio, sopra a tutti, e Pasimeni Massimo. Tutto gli affiliati che nel corso degli anni a seguito dei vari pentimenti sono rimasti senza padrino, sono confluiti nel clan di Vitale”, così, secondo gli investigatori, anche il clan finito in manette ieri mattina. Prosegue il pentito: “A questi (Vitale, ndr) è suo referente Vicientino Daniele, alias il professore, col grado di diritto al medaglione; Per quanto riguarda il Pasimeni, conserva tuttora il vecchio referente Ercole Penna, col grado di diritto al medaglione, il quale anche di recente ha affiliato nuovi personaggi emergenti. Oltre alle persone che sono indicate nell’operazione Mediana, ultimamente ha affiliato (seguono i nomi, ndr) di Brindisi col grado di tre quartini; (altro nome, ndr) col grado di santa…”.

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