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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Le pressioni sugli appalti della Scu 2.0

BRINDISI - “Lei è sicura di non aver ricevuto mai altre richieste di raccomandazione per assunzioni alla Manutencoop? E’ proprio sicura di non aver mai autorizzato De Feudis a fornire il suo numero di telefono a qualcuno che l’ha chiamata per poi chiederle di intervenire su nuovi contratti?”.

BRINDISI - “Lei è sicura di non aver ricevuto mai altre richieste di raccomandazione per assunzioni alla Manutencoop? E’ proprio sicura di non aver mai autorizzato De Feudis (responsabile commerciale, ndr) a fornire il suo numero di telefono a qualcuno che l’ha chiamata per poi chiederle di intervenire su nuovi contratti?”: sono domande poste ieri in aula da Raffaele Missere, avvocato di uno degli imputati nel processo alla Scu 2.0 che nasce dall’inchiesta Die Hard (duri a morire) e che si è occupata di un tema rilevante negli equilibri d’ultima generazione dell’associazione mafiosa brindisina, l’infiltrazione della malavita nella gestione della cosa pubblica.

Manutencoop è l’azienda che ha gestito l’appalto per i servizi di ausiliariato e portierato all’ospedale Perrino di Brindisi prima che si procedesse con le internalizzazioni del personale nella ditta in house della Asl, la Sanitaservice. E’ finita al centro dello scandalo Asl in cui sono coinvolti politici e consiglieri regionali, lo scandalo che ha portato all’arresto di 22 persone, il 12 novembre scorso, nell’operazione “Virus – Mercadet”, inchiesta che si è curata principalmente degli appalti gestiti dall’Utc e dal suo capo, Vincenzo Corso.

Le notizie emerse da quell’inchiesta sono evidentemente utili a meglio comprendere nel suo complesso come andavano le cose al Perrino se, con le sue domande, l’avvocato Missere si riferiva a quanto riportato nella trascrizione delle intercettazioni telefoniche proprio dell’affaire appalti truccati. Ad ogni modo nel processo Die Hard, Manutencoop è parte offesa e su questo non ci piove. Su mandato di Ercole Penna, l’autore del pressing sarebbe stato Antonio Centonze, brindisino, che è stato giudicato in abbreviato.

La questione assunzioni è stata comunque rianalizzata nella Metrangolo, durante un’udienza del processo con rito ordinario in cui sono imputati Vincenzo Accolli, Danilo Calò, Ivan Carriero, Francesco Gravina (detto Chicco Pizzaleo), Fabrizio Livera, Tobia Parisi, Ercole Penna, Vito Stano, Giuseppe Stranieri, Vincenzo Solazzo, Massimo Taurisano Pulli. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Raffaele Missere, Giancarlo Camassa, Marcello Falcone, Rosanna Saracino, Pasquale Annicchiarico. E’ parte civile il Comune di Mesagne.

Se il 15 novembre scorso gli imprenditori mesagnesi sentiti come testi dell’accusa, sostenuta dal pm della Dda di Brindisi, Alberto Santacatterina, si erano rifugiati dietro una sfilza di “non ricordo” riguardo alle estorsioni subite, stavolta di imprevisti non ce ne sono stati.

La Scu conosceva gli importi degli appalti: lo ha confermato Giuseppe Daloiso, un imprenditore del Barese legale rappresentante della ditta che avrebbe dovuto eseguire i lavori per la sistemazione del canale Galina – Capece. Per questo episodio sono imputati Ercole Penna e Vito Stano. “Stavo preparando il cantiere, fui avvicinato da due persone che non conoscevo. Mi chiesero di incontrarmi, le seguii in un luogo di campagna. Mi dissero che il territorio era il loro e che le imprese che avessero voluto lavorare a Mesagne avrebbero dovuto tenerne conto”. Avevano contezza dell’importo della commessa e determinavano già loro la percentuale da versare alla Scu: non se ne fece più nulla perché i lavori iniziarono molto dopo, nel 2011, quando i due erano già dentro da un pezzo.

Il contatto con Manutencoop fornito da un ausiliario: fu Fabrizio Livera, dipendente della ditta, a mettere in comunicazione la Scu con l’azienda che operava al Perrino. Lo ha confermato Riccardo Infante, ingegnere, relativamente a fatti accaduti nel 2009 e nel 2010 e da lui regolarmente denunciati. “Sappiamo che la Manutencoop a Brindisi ha problemi, mi dissero. E io risposi di no. Loro quindi aggiunsero che i problemi sarebbero arrivati se non avessimo assunto tre persone da loro indicate. Avevano saputo che per il periodo estivo sarebbero stati stipulati contratti a termine per le sostituzioni per ferie. La Manutencoop aveva assunto tutta la pianta organica della società che l’aveva preceduta nello stesso appalto, non c’era margine per nuovi innesti. Gli dissi di mandare i curricula, pensavo di liberarmi di loro”.

Poi ci furono le minacce. E furono assunti i tre indicati dalla Scu, una rimpiazzata perché non avrebbe più potuto lavorare: erano Debora Sorge, Margherita Mulino e Gianluca Sorge. Quindi ha parlato Eleonora Tagliaferro, come teste dell’accusa, altra responsabile Manutencoop: “Erano prepotenti, poi quando seppero della denuncia erano arrabbiati. Mi disse Antonio Centonze, sappi che non ti vogliamo più bene”.

Vittima o usuraio? E’ lo strano caso di Luigi Devicienti e di un omissis che si ritrova nell’ordinanza di custodia cautelare. Penna parla di Devicienti come persona di fiducia della Scu. Giancarlo Camassa, l’avvocato di Tobia Parisi che risponde della tentata estorsione in danno di Devicienti, chiede se sia il caso di considerarlo un indagato in procedimento connesso e quindi di sentirlo come “impumone”, con avvocato al fianco.

Il pm Santacatterina ribadisce che per lui l’imprenditore è parte offesa. Il legale, però, sottolinea che a quanto emerge dagli atti egli si occupava di usura, lo ribadisce anche l’imputato, Parisi, che chiede di poter rendere dichiarazioni spontanee. Devicienti aveva dichiarato nella sua testimonianza di aver ricevuto richieste anche da Penna e che probabilmente, il fatto che fosse stato ‘messo in mezzo’ altro non era che una vendetta del collaboratore di giustizia la cui attendibilità non era mai stata prima d’ora messa in discussione da una parte offesa.

La cartuccia in busta chiusa: ha infine confermato di aver ricevuto una lettera di minacce l’imprenditore Pasquale Carriero, titolare di una ditta di movimentazione terra. Si torna in aula la prossima settimana, per un’ulteriore carrellata di deposizioni.

 

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