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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Cellino San Marco

Clonazione e prelievi da conti postali per un milione: sei arresti, riciclaggio per brindisino

Ammontano complessivamente a più di un milione di euro le somme di denaro sottratte ad alcuni clienti di Poste Italiane da una banda, con la complicità di dipendenti dell'azienda, le cui indagini hanno portato all'arresto di sei persone da parte dei poliziotti della questura di Lecce.

LECCE - Ammontano complessivamente a più di un milione di euro le somme di denaro sottratte ad alcuni clienti di Poste Italiane da una banda, con la complicità di dipendenti dell'azienda, le cui indagini hanno portato all'arresto di sei persone da parte dei poliziotti della questura di Lecce. Su ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del tribunale di Lecce Giovanni Gallo su richiesta del pm Giovanni Gagliotta, una persona è finita in carcere e altre cinque agli arresti domiciliari.

In cella è stato trasferito Cosimo Prete, 55 anni, di Parabita (Lecce), responsabile Area consulenza dell'ufficio postale dello stesso paese. Ai domiciliari sono Marcolino Andriola, 48 anni, di Cellino San Marco (Brindisi), Pierluigi Anelli, di 47 anni e Stefania Di Matteo, di 49 anni, entrambi di Roma, Luigi Cecere, 27 anni, e Antonio Silvestri, di 40 anni, tutti e due di Casavatore (Napoli). Tra i due indagati in stato di libertà c'è anche la sorella di uno degli arrestati. Prete è accusato di truffa aggravata ai danni della Pubblica amministrazione, falso materiale e frode informatica; gli altri arrestati di concorso in riciclaggio. Andriola di riciclaggio. E’ difeso dall’avvocato Francesco Cascione.

marcolino andriola-2Le indagini sono iniziate nel 2012 su segnalazione dell'ufficio Certificatore di Poste Italiane per un'operazione sospetta avvenuta in un ufficio postale di Locri (Reggio Calabria), dove su un libretto era transitata la somma di un milione e 290 mila euro. Secondo l'accusa, Prete avrebbe duplicato, si sospetta con la complicità interna di qualcuno, il libretto di una donna residente a Locri di origine eritrea. Quella somma non si sa bene, almeno parzialmente, quale fine abbia fatto, così come i soldi di 16 clienti di Poste Italiane ai quali, nell'ufficio di Parabita, sono stati fatti firmare documenti per investire il denaro il buoni fruttiferi. Gli investigatori hanno comunque accertato che Cecere, con una parte del denaro proveniente da operazioni illecite, ha acquistato due auto di lusso del valore complessivo di 65 mila euro, mentre Silvestri avrebbe beneficiato di 324 mila euro attraverso giroconti e vaglia circolari.

Il “prelievo” più cospicuo è stato realizzato con la “clonazione” del libretto postale e un sistema fittizio di “vasi comunicanti” attivato con altro conto: in un caso, e in poche ore, è stata prelevata la somma di 1 milione e 290mila euro ad una donna residente a Locri, in Calabria. 

Il denaro è stato utilizzato anche per l’acquisto di auto, poi "sparite, probabilmente all'estero: tra i veicoli venduti da una concessionaria anche una Ferrari 430, un Audi A5, una Bmw e una Golf. 

E’ stato l’ufficio antifrode di Poste Italiane a segnalare anomalie e da quel momento sono iniziate le indagini condotte dalla polizia giudiziaria della procura di Lecce, in collaborazione con il dipartimento di polizia postale di Bari e con la collaborazioni delle squadre mobili di Lecce, Brindisi e Roma.

(foto Lecceprima)

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