Legò la vittima col nastro adesivo, ma ha lasciato tracce del suo Dna
CELLINO S.MARCO - Lo hanno incastrato gli esami effettuati nei laboratori del Ris di Parma sul nastro adesivo utilizzato per bloccare la vittima, e ieri i carabinieri di Cellino S.Marco hanno notificato al 42enne Giovanni Quarta, già agli arresti domiciliari per altro, un provvedimento restrittivo emesso dal giudice delle indagini preliminari di Treviso per rapina aggravata e sequestro di persona.
CELLINO S.MARCO - Lo hanno incastrato gli esami effettuati nei laboratori del Ris di Parma sul nastro adesivo utilizzato per bloccare la vittima, e ieri i carabinieri di Cellino S.Marco hanno notificato al 42enne Giovanni Quarta, già agli arresti domiciliari per altro, un provvedimento restrittivo emesso dal giudice delle indagini preliminari di Treviso per rapina aggravata e sequestro di persona.
Quarta, secondo le ricostruzioni investigative, è l'autore di un colpo messo a segno il 25 marzo del 2009 a Roncade, nel Trevigiano, contro un distributore di carburante della Shell in via Hemingway. Vittima di turno, il benzinaio Claudio Tiveron di 35 anni, che sotto la minaccia di un'arma fu costretto a consegnare l'incasso di alcune centinaia di euro. Poi, per impedirgli di dare l'allarme, fu imprigionato e imbavagliato con l'impiego di abbondante nastro adesivo.
Il bandito, in quella circostanza, però non aveva i guanti ed ha lasciato varie impronte proprio sul nastro usato per legare mani e piedi a Tiveron, reperto che i carabinieri ebbero l'accortezza di recuperare e inviare al Ris per una approfondita valutazione. Le impronte hanno consentito ai tecnici di individuare anche tracce di Dna del rapinatore, pista che ha condotto sino a Giovanni Quarta (già sospettato) che all'epoca viveva a Meolo sempre in provincia di Treviso, nel frattempo tornato in Puglia e finito agli arresti domiciliari per reati contro il patrimonio. Ora il cellinese è a disposizione dei magistrati veneti nel carcere di Brindisi, in attesa di eventuale traduzione al Nord.