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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Fasano

L'ex pm e Palmina: caso da riaprire

S.PANCRAZIO SALENTINO - Un giorno speciale per rievocare una storia drammatica come poche, il sacrificio di Palmina Martinelli, bruciata viva a 14 anni, l’11 novembre del 1981 a Fasano. Palmina era stata 'venduta' dai suoi famigliari, senza che lei sapesse, per farle esercitare la prostituzione. Lei non volle entrare nel 'giro' così come era avvenuto per sua sorella, e fu uccisa. Una morte che ancora oggi non ha colpevoli.

S.PANCRAZIO SALENTINO - Un giorno speciale per rievocare una storia drammatica come poche, il sacrificio di Palmina Martinelli, bruciata viva a 14 anni, l’11 novembre del 1981 a Fasano. Palmina era stata 'venduta' dai suoi famigliari, senza che lei sapesse, per farle esercitare la prostituzione. Lei non volle entrare nel 'giro' così come era avvenuto per sua sorella, e fu uccisa. Una morte che ancora oggi non ha colpevoli.

E' a questa ragazzina, Palmina Martinelli, che l'Associazione Retinopera Salento Onlus ha voluto dedicare un incontro in un giorno speciale: il 14 febbraio, giorno di San Valentino. L'iniziativa si terrà nel Santuario di S. Antonio alla Macchia a San Pancrazio Salentino (Brindisi). All'incontro interverrà il magistrato Nicola Magrone, Presidente della Fondazione "Popoli e Costituzioni".

Magrone, all'epoca, era il pubblico ministero che raccolse a Bari le ultime parole di Palmina Martinelli e lottò per la condanna dei colpevoli, ma in sede processuale emerse la tesi che la 14enne si era suicidata dandosi fuoco. Nell’incontro prossimo, il 14 febbraio, dal tema ‘l'Amore bruciato’, si vuole ripercorrere la storia di Palmina "affinché il diritto all'amore e alla vita - dicono gli organizzatori - possa essere difeso, condiviso, promosso … sempre".

Nell'ottobre dello scorso anno la sorella di Palmina, Giacomina Martinelli, ha presentato al procuratore della Repubblica presso il tribunale di Brindisi, Marco Dinapoli, una denuncia chiedendo che si cerchino gli "autori dell'omicidio doloso". Per l'omicidio di Palmina Martinelli vennero giudicati negli anni Ottanta Giovanni Costantini, che Palmina considerava il suo fidanzato, e il fratellastro di Costantini, Enrico Bernardi, sfruttatore della prostituzione di una delle sorelle di Palmina.

I due giovani erano stati indicati dalla stessa Palmina come responsabili dell'omicidio: le parole di Palmina sul letto di morte vennero registrate, con l'aiuto dei medici rianimatori, dal magistrato che fu pm nel processo di primo grado, Nicola Magrone. La Corte di Cassazione nell'88 assolse con formula piena e definitivamente Costantini e Bernardi stabilendo che Palmina si era data alle fiamme da sola. E’ una storia che esige ancora giustizia.

Ma, prima di un eventuale ritorno in aula, prima che si ritorni a dibattere di prove, di accuse e di perizie, è il caso che se ne parli. In modo che di quella orrenda condanna, della tortura inflitta a Palmina, non si dissolva il ricordo. E’ l’unica via, la memoria, perché non abbia mai più ad accadere nulla di simile.

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