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Cronaca

Licenza marò, decisione a domani

KOCHI - La decisione dell'Alta Corte del Kerala sulla licenza di due settimane per i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone per Natale e rientrare in patria, sarebbe già dovuta arrivare ieri ma ad oggi è ancora tutto bloccato. Un ennesimo rinvio dell'udienza è stato comunicato stamane. I giudici indiani, hanno fatto sapere, torneranno a riunirsi domani mattina.

KOCHI - La decisione dell'Alta Corte del Kerala sulla licenza di due settimane per i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone per Natale e rientrare in patria, sarebbe già dovuta arrivare ieri ma ad oggi è ancora tutto bloccato. Un ennesimo rinvio dell'udienza è stato comunicato stamane. I giudici indiani, hanno fatto sapere, torneranno a riunirsi domani mattina.

Il giudice P.Bhavadasan ha disposto l'aggiornamento della seduta, facendola slittare ancora di 24 ore, a giovedì 20 dicembre. Il giudice, ha ascoltato le ragioni dell'avvocato di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, P.Vijaya Bhanu e del legale dello stato del Kerala Asaf Ali. In particolare, il difensore dei due marò pugliesi ha illustrato il testo della richiesta mirante a ottenere una licenza di due settimane per trascorrere il Natale in patria sottolineando come sia basata su precise garanzie da parte della Repubblica Italiana.

Intervenendo a sua volta, il procuratore generale dello Stato indiano del Kerala, Asaf Ali, si è detto contrario a concedere la licenza di due settimane ai fucilieri Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, in stato di arresto da dieci mesi. Intervenendo davanti all'Alta Corte del Kerala, ha ricordato che la Procura di Roma ha aperto un'inchiesta per omicidio nei confronti dei due. "Non è plausibile - si è chiesto Ali - che un magistrato italiano ne disponga il fermo e quindi la proibizione a tornare in India?".

"Una decisione non inaspettata - ha commentato l'ennesimo rinvio il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola - normale prassi processuale in una vicenda complicata. Non andiamo a cercare a tutti i costi l'inghippo anche dove l'inghippo non c'è. Mi sembra naturale che il giudice si sia riservato di decidere, visto che è un caso su cui comunque in Kerala c'è una certa sensibilità".

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