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Cronaca

L'indagato per usura cambia difensore: revocato il mandato al sindaco di S.Vito

S.VITO DEI NORMANNI - Mentre il consiglio comunale di S.Vito dei Normanni era in seduta straordinaria per discutere di una proposta di delibera presentata dall'opposizione, che impegnerebbe l'amministrazione civica a costituirsi parte civile in casi di racket, usura e criminalità organizzata che dovessero colpire la società locale, il protagonista del caso che aperto questo scenario ha deciso di cambiare avvocato. Il commerciante 76enne Francesco Bello ha infatti revocato il mandato difensivo al sindaco di S.Vito, Alberto Magli, e lo ha affidato alla penalista brindisina Cinzia Cavallo. S.VITO DEI NORMANNI - Mentre il consiglio comunale di S.Vito dei Normanni era in seduta straordinaria per discutere di una proposta di delibera presentata dall'opposizione, che impegnerebbe l'amministrazione civica a costituirsi parte civile in casi di racket, usura e criminalità organizzata che dovessero colpire la società locale, il protagonista del caso che aperto questo scenario ha deciso di cambiare avvocato. Il commerciante 76enne Francesco Bello ha infatti revocato il mandato difensivo al sindaco di S.Vito, Alberto Magli, e lo ha affidato alla penalista brindisina Cinzia Cavallo.

S.VITO DEI NORMANNI - Mentre il consiglio comunale di S.Vito dei Normanni era in seduta straordinaria per discutere di una proposta di delibera presentata dall'opposizione, che impegnerebbe l'amministrazione civica a costituirsi parte civile in casi di racket, usura e criminalità organizzata che dovessero colpire la società locale, il protagonista del caso che aperto questo scenario ha deciso di cambiare avvocato. Il commerciante 76enne Francesco Bello ha infatti revocato il mandato difensivo al sindaco di S.Vito, Alberto Magli, e lo ha affidato alla penalista brindisina Cinzia Cavallo.

Magli, divenuto bersaglio di critiche e polemiche per aver assunto all'inizio la difesa di Bello, arrestato alla fine di dicembre in flagrante reato di usura, autore peraltro di ammissioni di responsabilità, e al quale i carabinieri della compagnia locale hannop sequstrato anche gli elenchi dei clienti e iìle pratiche in atto di prestiti, per un giro superiore ai 600mila euro, era stato invece coperto sia dalla Camera penale che dall'Ordine forense.

Tuttavia, ad un certo punto il sindaco aveva fatto sapere che avrebbe rinunciato. In realtà questo passo non è stato mai compiuto, tanto da indurre l'opposizione di centrosinistra a premere per l'approvazione di una delibera in cui si stabilisce che il Comune dovrà costituirsi parte civile in tutti i casi in cui la convivenza e l'economia sono seriamente minacciate. Quindi si determinerebbe l'impossibilità per qualsiasi sindaco-avvocato di trovarsi dalla parte di autori di gravi episodi di violenza. Adesso la testa al toro l'ha tagliata l'indagato: ha mollato il sindaco, e si è trovato un altro difensore.

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