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Cronaca

L'Inps gli taglia 2 anni, ma la spunta l'esodato

BRINDISI - E’ rimasto senza pensione per due anni dopo aver stipulato un accordo con Poste Italiane da “esodato”, secondo i requisiti previsti dalla riforma Fornero. Ora l’Inps dovrà restituirgli tutte le mensilità che non ha corrisposto.

BRINDISI - E’ rimasto senza pensione per due anni dopo aver stipulato un accordo con Poste Italiane da “esodato”, secondo i requisiti previsti dalla riforma Fornero. Ora l’Inps dovrà restituirgli tutte le mensilità che non ha corrisposto adducendo come motivazione una disparità nei conteggi relativi alla maturazione dell’anzianità contributiva. L’ex postino, infatti, aveva lavorato a intermittenza per un primo periodo ma quando è stata valutata la sua posizione, due anni fa, risultava potesse tranquillamente andare a riposo anticipatamente.

Il giudice del lavoro di Brindisi, Domenico Toni ha riconosciuto il diritto alla pensione all’ex lavoratore di Poste Italiane, assistito dagli avvocati Nicola e Augusto Massari, che dopo 40 anni di servizio, se l’era visto negare. Secondo la difesa dell’Inps, P.D.P aveva maturato una anzianità di 38 anni, 6 mesi e 25 giorni, mentre in realtà, sempre stando a un certificato “proveniente dallo stesso istituto resistente” gli anni di contribuzione erano 40, 10 mesi e 2 giorni.

E’ quest’ultimo il totale riconosciuto dal Tribunale di Brindisi al postino che attende da due anni dall’accordo con Poste Italiane la liquidazione della pensione: il giudice ha dichiarato il diritto dell’uomo a percepirla a decorrere dall’1 gennaio 2012 e ha ordinato all’Inps di corrispondere i relativi ratei maturati.

“Senza più stipendio e senza percepire il legittimo trattamento pensionistico, la famiglia del lavoratore – si legge in una nota degli avvocati - si è vista costretta a trascorre gli ultimi due anni in condizioni economiche altamente precarie e fortemente disagiate. Non senza conseguenze pregiudizievoli sul piano psicologico e morale”.

Secondo il giudice non può assolutamente non essere considerata la buona fede del lavoratore. Se qualcuno ha sbagliato, è l’Inps e quindi il conteggio da ritenere valido è comunque, anche se non è stata eseguita alcuna perizia, quello che va a vantaggio dell’esodato rimasto senza pensione.

Secondo gli avvocati si tratta di un “importante precedente per tutti i numerosi esodati che, come il sig. D.P., subiscono il lassismo e l’inerzia delle Istituzioni competenti. Un allarme sociale che da ultimo è stato affrontato dal Capo dello Stato nel messaggio di fine anno”.

Ordinanza giudice del lavoro

 

 

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