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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Carovigno

Lottizzazione abusiva, dissequestrata villetta dopo sentenza di Strasburgo

Il gip accoglie l’istanza degli avvocati Fabio Di Bello e Vinicio Nardo: immobile restituito al proprietario, reato prescritto nella fase delle indagini preliminari. Parere contrario del pm

CAROVIGNO – Il gip del Tribunale di Brindisi ha riconosciuto e dato attuazione ai principi della sentenza della Grande Chambre di Strasburgo (forse tra i primi casi in Italia) e ha disposto il dissequestro di una villetta, finita sotto sigilli nell’inchiesta sulla lottizzazione abusiva a Carovigno, località Bufalaria. L’immobile è stato restituito al proprietario, per il quale c’è stata prescrizione, causa di estinzione del reato. Il pm aveva dato parere negativo.

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L’ordinanza del gip e la sentenza di Strasburgo

Il provvedimento di revoca del sequestro, eseguito due anni addietro, porta la firma del giudice per le indagini preliminari del Tribunale, Tea Verderosa, in accoglimento dell’istanza presentata dagli avvocati Fabio Di Bello  del foro di Brindisi e Vinicio Nardo del foro di Milano, in qualità di difensori del proprietario della villetta. Si tratta del primo riconoscimento della pronuncia dei giudici di Strasburgo  su Punta Perotti e su situazioni analoghe  di Golfo Aranci a Olbia, in Sardegna e Testa di Cane e Fiumarella di Pellaro  a Reggio Calabria. In queste vicende, stando ai giudici  della Grande Chambre, le autorità italiane hanno violato il diritto al rispetto della proprietà privata perché non può esserci confisca senza condanna. Per questo la sentenza europea, peraltro non appellabile e quindi definitiva, è tanto attesa nel processo Acque Chiare, scaturito dalla conclusione delle indagini della Procura di Brindisi sulla lottizzazione ritenuta abusiva della zona costiera a Nord della città, in località Torre Testa.

Il caso Acque Chiare

Restano in attesa i proprietari delle villette sequestrate dai finanzieri il 28 maggio 2008, per lo meno di quanti hanno deciso di avvalersi della prescrizione in tempo utile. Sono 73. Diverso sarebbe il discorso per gli altri, vale a dire per i 154 proprietari che hanno scelto questa strada in un secondo momento, poiché il pubblico ministero ha appellato il riconoscimento della prescrizione qualificandola come tardiva.

In attesa che la traduzione in italiano (versione ufficiale del Ministero) venga trasmessa alla Corte d’Appello di Lecce di fronte alla quale è incardinato il processo in cui sono imputati i proprietari delle ville di Acque Chiare, il Tribunale di Brindisi ha fatto propria la sentenza europea condividendo le ragioni evidenziate dai due penalisti.

Il villaggio Acque Chiare

La lottizzazione abusiva a Carovigno

L’immobile “liberato” (dissequestrato) venne sottoposto a sequestro probatorio il 15 marzo 2013, poi convertito in sequestro preventivo il 16 marzo 2015. Villetta non ancora ultimata. Lo stravolgimento con aggravio del carico urbanistico riguarda le località Bufalaria, Serri e Aspri, in “violazione delle prescrizioni del Programma di fabbricazione di Carovigno, dei limiti di densità edilizia, nonché della Legge regionale che disciplina la tutela e l’uso del territorio” con l’individuazione di standard urbanistici.

Contrada Bufalaria

Nell’impostazione del sostituto procuratore ci sarebbe stata “una illecita prassi amministrativa ed edificatoria costituita da fraudolente concertazioni tra i committenti che intendevano realizzare case estive e i progettisti che fornivano lo strumento tecnico nella consapevolezza che nessuna attività agricola e di coltivazione era praticata in quei fondi”, si legge negli avvisi di conclusione delle indagini.

La difesa

FABIO DI BELLO-2Il gip ha rilevato prima di tutto che “è decorso il termine di prescrizione massimo del reato di cinque anni, prima che sia stato emesso decreto che dispone il giudizio nei confronti del proprietario”. Ha poi fatto riferimento alla pronuncia della Corte Costituzionale e alla recentissima sentenza della Corte di Strasburgo, secondo cui “la possibilità di confisca in caso di proscioglimento per estinzione del reato sarebbe possibile solo in caso di accertamento della responsabilità”.

Il principio è stato illustrato nell’istanza degli avvocati Di Bello (nella foto accanto) e Nardo (nella foto in basso): “E’ noto che la Corte Costituzionale, accogliendo un orientamento sostanzialistico che non guarda alla forma della pronuncia, ma alla sostanza dell’accertamento, per ammettere la possibilità di disporre la confisca urbanistica all’esito di una sentenza di proscioglimento per estinzione del reato, richiede che nel giudizio di merito vi sia stato in pieno accertamento della responsabilità”, si legge nell’istanza degli avvocati.

vinicio nardo-2“Quest’ultimo da intendersi come accertamento dell’elemento oggettivo e soggettivo del reato, attuato secondo le più ampie garanzie del contraddittorio delle parti”.

La Grande Chambre

Nel passaggio successivo, il riferimento alla recentissima sentenza della Grande Chambre di Strasburgo (del 28 giugno scorso), con la quale è stato precisato che “condizione imprescindibile di conformità al principio nullum crimen, nulla poena sine lege, sancito dall’articolo 7 Cedu, è che nell’accertare la piena responsabilità del destinatario della misura ablatoria, sotto i profili oggettivo e soggettivo, i tribunali nazionali agiscono nel rigoroso rispetto dei diritti di difensa sanciti dall’articolo 6 della Convenzione”.

Il principio è stato ripreso nell'ordinanza del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi. Con la stessa sentenza la Corte europea ha anche chiarito che il rispetto delle garanzie di difesa, è essenziale ai fini del principio di presunzione di innocenza, per cui la “colpevolezza non può essere legalmente stabilita quando il procedimento è stato chiuso prima della raccolta delle prove o delle svolgimento delle udienze che avrebbero permesso al Tribunale di determinare il caso nel merito”. I principi, quindi, sono stati riconosciuti nel caso della villetta in agro Bufalaria. Sequestro revocato.

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