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Cronaca

Manutencoop, un attentato trasversale

MESAGNE – Arrivano, entrano nel garage e gli incendiano l'auto, mentre dorme in casa con la moglie. Misterioso attentato incendiario ai danni dell'imprenditore agricolo di Mesagne Antonio Grassi, 75 anni padre del responsabile del personale di Manutencoop a Brindisi. I piromani entrano in azione intorno alle 3.30, arrivano nell'abitazione sulla via per San Donaci entrano nel garage senza farsi notare e spargono gasolio sulla sua Alfa 166 poi appiccano il rogo. Le fiamme danneggiano il vano anteriore e quello posteriore della vettura, poi gli attentatori si dileguano. L'imprenditore non si accorge di nulla fino a quando un boato, dovuto forse all'esplosione della batteria, non lo sveglia.

MESAGNE – Arrivano, entrano nel garage e gli incendiano l'auto, mentre dorme in casa con la moglie. Misterioso attentato incendiario ai danni dell'imprenditore agricolo di Mesagne Antonio Grassi, 75 anni padre del responsabile del personale di Manutencoop a Brindisi. I piromani entrano in azione intorno alle 3.30, arrivano nell'abitazione sulla via per San Donaci entrano nel garage senza farsi notare e spargono gasolio sulla sua Alfa 166 poi appiccano il rogo. Le fiamme danneggiano il vano anteriore e quello posteriore della vettura, poi gli attentatori si dileguano. L'imprenditore non si accorge di nulla fino a quando un boato, dovuto forse all'esplosione della batteria, non lo sveglia.

Antonio Grassi scende in garage e si accorge delle fiamme riuscendo a domarle, poi chiama il 112. Sul posto arrivano i carabinieri della locale stazione condotti dal maresciallo Gabriele Taurisano che indagano sul fatto insieme con i colleghi della compagnia di San Vito dei Normanni. I militari trovano sul posto una tanica contenente kerosene di cui i malviventi si sono serviti per appiccare le fiamme. Grassi, titolare di un'azienda agricola in contrada Piantata, non sa spiegarsi chi possa essere arrivato a tanto. Entrare in casa della vittima e dare fuoco ad una vettura non è un'azione criminosa che capiti tutti i giorni.

L'imprenditore esclude il fatto di aver mai ricevuto minacce o richieste estorsive. I malviventi hanno usato le fiamme per spedire il loro messaggio proprio come nei confronti del figlio, il 38enne Carmelo Grassi, responsabile del personale della Manutencoop, vittima di due attentati nell'arco di pochi mesi. Nel primo avvenuto il 14 dicembre 2010 in via Boldini al quartiere Sant'Elia, bruciarono tre auto di famiglia. Nel secondo avvenuto il 18 settembre fu distrutta la sua Fiat Nuova Punto. Indagini sono in corso per verificare se possa esistere un collegamento negli attentati ai danni di padre e figlio. Ma questa è una ipotesi molto probabile.

Carmelo Grassi è nel mirino da quando Manutencoop gli ha affidato la gestione dell'appalto che detiene a Brindisi, quello dei servizi ausiliari nell'ospedale Perrino. Grassi si è trovato di fronte ad una situazione dove le elevate percentuali di assentesimo erano solo uno dei problemi. Ha dovuto mettere le sbarre agli archivi del personale dopo manomissioni e un incendio misterioso. E' riuscito a raddrizzare la situazione, anche ricorrendo a licenziamenti, con l'appoggio dell'azienda. Ma sta pagando un prezzo alto:  il 14 dicembre 2010 nel cortile condominiale di via Boldini tre auto furono divorate da un incendio di chiara origine dolosa, come fu accertato dai carabinieri.  Tutte le vetture appartenevano alla famiglia di Camelo Grassi: un'Opel Frontera del dirigente di Manutencoop seriamente danneggiata, una Y10 intestata alla moglie idem, perchè parcheggiate accanto alla Fiat Punto totalmente divorata dal rogo ed intestata alla madre dello stesso Grassi.

Ma non è tutto: il 18 settembre 2011 a Grassi bruciano l'auto nuova, una Grande Punto. La situazione diventa più pesante, ma ancora non si è venuti a capo di questa strategia del terrore nei confronti di una persona che fa solo il suo lavoro e bene in un settore dove fino a non molto tempo fa contavano un altro tipo di controllo e di regole, come in  altre società di servizi a Brindisi che necessitano di profonde opere di depurazione per difendere i diritti dei cittadini cui i servizi sono diretti, e di chi lavora onestamente in queste realtà. Carmelo Grassi sin qui è stato difeso solo dalla sua azienda, non ha scorta, non riceve solidarietà da nessuno (sorprendente? mica tanto), e non si sa se vi siano indagini in corso con una adeguata priorità. Adesso sono entrati anche in casa del padre. Quale sarà la prossima tappa di questa escalation?

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