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Cronaca Ceglie Messapica

Masseria della droga, "Armandone" e il figlio restano in carcere

CEGLIE MESSAPICA – Restano in carcere Armando, 51 anni, e Daniele Bellanova, 24 anni rispettivamente padre e figlio; mentre sono stati assegnati agli arresti domiciliari Maria Carmela Maciulli, 48 anni, moglie di Armando e madre di Daniele, e Cosimo Lamarra, 31 anni, perché hanno avuto, come appare allo stato delle indagini, un ruolo meno importante degli altri due, e sono incensurati. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari Alcide Maritati che ha convalidato l’arresto di tutti e quattro, emettendo le ordinanze di custodia in carcere per padre e figlio e di custodia domiciliare per la donna e l’altro indagato. I quattro cegliesi erano stati arrestati dai poliziotti del commissariato di Ostuni nella tarda serata di giovedì scorso perché sorpresi a suddividere in piccoli quantitativi un chilo di eroina pura ricevuta poco prima da un corriere che i poliziotti al momento non avrebbero ancora identificato.

CEGLIE MESSAPICA – Restano in carcere Armando, 51 anni, e Daniele Bellanova, 24 anni rispettivamente padre e figlio; mentre sono stati assegnati agli arresti domiciliari Maria Carmela Maciulli, 48 anni, moglie di Armando e madre di Daniele, e Cosimo Lamarra, 31 anni, perché hanno avuto, come appare allo stato delle indagini, un ruolo meno importante degli altri due, e sono incensurati. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari Alcide Maritati che ha convalidato l’arresto di tutti e quattro, emettendo le ordinanze di custodia in carcere per padre e figlio e di custodia domiciliare per la donna e l’altro indagato. I quattro cegliesi erano stati arrestati dai poliziotti del commissariato di Ostuni nella tarda serata di giovedì scorso perché sorpresi a suddividere in piccoli quantitativi un chilo di eroina pura ricevuta poco prima da un corriere che i poliziotti al momento non avrebbero ancora identificato.

Armando Bellanova e il figlio Daniele, difesi dagli avvocati Aldo Gianfreda e Antonio Poci, si sono addossati la responsabilità di quanto accaduto. “La droga era mia e di mio figlio – ha detto al gip Maritati Armando Bellanova -, mia moglie  e Cosimo Lamarra non c’entrano niente”. La stessa cosa ha ripetuto Daniele Bellanova. Maria Carmela Masciulli, difesa da Gianfreda e Poci, e Lamarra, difeso da Gianfreda, hanno, invece, sostenuto di essere estranei alla droga. Ma il giudice non ha creduto alla loro estraneità e quindi anche per loro è rimasta l’accusa di traffico di sostanze stupefacenti.

Nel corso dell’udienza, dunque, i Bellanova padre e figlio, hanno dovuto ammettere la propria responsabilità. D’altro canto non sarebbe stato facile negare quello che stavano facendo quando i poliziotti hanno fatto irruzione nella masseria-bunker, in contrada Pisciacalze, appartenente a Bellanova, chiamato Armandone perché pesa ben 170 chilogrammi. Gli agenti li hanno sorpresi mentre stavano provvedendo a sbriciolare l’eroina ancora compressa. E qualche minuto prima avevano venduto delle dosi di eroina a due tossicomani cegliesi arrivati dinanzi alla villa a bordo di una Fiat Uno.

Due colpi di clacson e il portone, unico accesso all’interno si apre. La costruzione è circondata da un muro di cinta alto non meno di due metri e mezzo, dotato di numerose telecamere che consentono di vedere tutto quanto accade all’esterno e all’interno. La vettura è nota ai Bellanova che controllano con le telecamere. Il portone si apre di quel tanto che consente a Daniele Bellanova di consegnare qualcosa ai due e di prendere delle banconote. Pochi metri e la Uno, sulla strada del ritorno viene bloccata dai poliziotti del commissariato di Ostuni e della Prevenzione crimine di Lecce che stanno controllando la zona. I due tossicomani confessano immediatamente e l’eroina acquistata viene sequestrata. Si decide di entrare nella masseria-bunker. I poliziotti salgono sulla Uno e si avvicinano al portone. Due colpi di clacson e Daniele va ad aprire pensando che i due “clienti” abbiano qualche altra richiesta.

Ma sono i poliziotti. La Uno parte con una violenta accelerata. Il portone si spalanca e in pochi attimi viene neutralizzato il giovane Bellanova. Vengono bloccati anche i due cani rottweiler che sono di guardia. Armandone non ha la possibilità di far sparire la droga. Viene tutto sequestrato: un chilo di eroina pura,  telefonini, una riproduzione fedele di una semiautomatica Beretta SB calibro 9, una balestra con tre dardi, un paio di manette, una paletta simile a quella delle forze dell’ordine, e poi sostanza da taglio, bilancini, appunti e circa tremila euro in contanti. Armandone accettava anche cambiali in bianco: quella sequestrata è per un importo di 500 euro.

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