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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Monti in tour passa alla “Morvillo”

BRINDISI – Se mai vi fossero stati dubbi, sono stati fugati stamani alle 10,35 quando il premier Mario Monti è sceso dalla berlina blu blindata assieme all’ex parlamentare e sottosegretario del Pdl salentino Alfredo Mantovano, ora suo principale supporter in quest’area, circondato dallo staff che esibiva cartellini con il logo della lista guidata dal Professore. Insomma, quella alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi è stata una tappa elettorale. Certo, probabilmente molto diversa dalle altre, più segnata da emozioni e sentimenti che Monti ha esternato e dei quali non si può mettere in discussione la sincerità.

BRINDISI – Se mai vi fossero stati dubbi, sono stati fugati stamani alle 10,35 quando il premier Mario Monti è sceso dalla berlina blu blindata assieme all’ex parlamentare e sottosegretario del Pdl salentino Alfredo Mantovano, ora suo principale supporter in quest’area, circondato dallo staff che esibiva cartellini con il logo della lista guidata dal Professore. Insomma, quella alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi è stata una tappa elettorale. Certo, probabilmente molto diversa dalle altre, più segnata da emozioni e sentimenti che Monti ha esternato e dei quali non si può mettere in discussione la sincerità.

Ma non era una visita istituzionale, un ritorno da primo ministro nove mesi dopo quella mattina di fuoco e di dolore. Altrimenti il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, che ha doverosamente accolto Monti assieme al prefetto Nicola Prete, non sarebbe stato tenuto in piedi, fuori dal “quadrato” arredato con poltrone e divanetti dal personale della scuola, in cui si sono accomodati il primo ministro dimissionario, la sua signora, Mantovano, e in cui c’era anche alcune delle ragazze ferite nell’attentato del 19 maggio 2012, il padre e il nonno di Melissa Bassi.

Consales confinato tra quelli che restano i suoi colleghi (giornalisti, operatori, fotografi tenuti al margine dell’area “critica” dal servizio di sicurezza della Presidenza del Consiglio) non è stato un bello spot per la scuola che ha organizzato una perfetta e calorosa manifestazione per il premier in tour. Bisogna allora chiedersi laicamente quanto costi allo Stato la campagna elettorale di un primo ministro, a partire dalla bonifica dell’area effettuata nelle prime ore del mattino dagli artificieri, dall’apparato di sorveglianza che ha mobilitato ovviamente non solo i servizi della Presidenza del Consiglio, ma l’intero apparato locale vigili urbani inclusi.

Monti arriva, si intrattiene brevemente con il sindaco ed il prefetto accanto all’auto, poi va incontro al padre e al nonno di Melissa Bassi, e il colloquio è più lungo. Appena mette piede nell’atrio della scuola dove lo attendo tutti gli studenti della Morvillo Falcone, l’applauso e il grido di saluto lo avvolgono. E c’è il coro che intona “Fratelli d’Italia”: voci femminili giovani e piene, e oggi non guasta visto che è la giornata mondiale della violenza contro le donne. Il coro canterà ancora per Monti l’immortale “Volare”, e alla fine, in cerchio attorno al premier e alla sua consorte, “Pensa” di Fabrizio Moro. Tra le file di sedie e sui ballatoi che si affacciano sull’atrio, ballano quasi tutti.

Poco prima, Mario Monti ha risposto alle domande affidate ad alcune ragazze sul futuro, sul lavoro, sull’integrazione razziale e sulla scuola. La prima è una esortazione, più che una domanda: “Abbiamo bisogno di figure adulte, credibili e responsabili”, dice una studentessa  al premier. Segue Selena Greco, una delle compagne di Melissa Bassi scampata alla morte, e chiede cosa si deve fare per mettere fine “alle insopportabili offese alla dignità” alle torture e alle violenze che parte dell’umanità sopporta a causa della mancata integrazione, agli squilibri economici.

Quando la parola passa a Mario Monti, il premier ricorda che quando fu informato dell’attentato di Brindisi era a Camp David assieme al presidente Obama e agli altri capi di Stato del G8. “Ho lasciato tutti per venire qui”, dice il Professore, e ricorda la risposta che diede in una conferenza stampa all’estero, quando gli fu chiesto quale fosse stato il momento più difficile del suo anno di governo: “Risposi: il funerale di Melissa”. E’ il passaggio più istituzionale del breve discorso di stamani del premier alla Morvillo Falcone, quello che segue a questa dichiarazione: “Qui abbiamo visto il nostro Stato, che spesso è lacunoso e insoddisfacente, reagire assieme a voi nel modo migliore, con l’assistenza necessaria alle vittime, con il  successo del lavoro della magistratura”.

Poi la parte politica. L’integrazione, per Mario Monti, è un processo che in Italia è già in atto e che ci rende migliori. L’esempio che il professore cita sono gli Stati Uniti, che traggono forza dalla miscela di culture su cui si fonda quella società. Monti parla delle nuove generazioni e spiega che il sistema più giusto per garantire loro un futuro è attaccare il debito pubblico, perché è ciò che sottrae risorse agli investimenti e all’occupazione. La vecchia politica pensava solo all’immediato, ora bisogna lavorare guardando al futuro, ecco perché non si può lasciare un ambiente degradato dal punto di vista dell’economia. “La scuola è il luogo fondamentale per lo sviluppo del Paese. Vorrei – dice il premier – che l’Italia fosse orgogliosa della propria scuola e della propria università, e dei propri insegnanti”, una categoria che deve essere più considerata dalla Stato, che vi deve destinare risorse.

Oggi l’Italia può avere grandi speranze, ripete Mario Monti alle ragazze e agli insegnanti della Morvillo Falcone. “Quando il Presidente della Repubblica mi ha chiamato in un momento difficile, l’Italia era considerata dagli altri una minaccia per il suo debito pubblico. Abbiamo dovuto chiedere sacrifici, ma la maggior parte degli italiani ha capito. Qui a poca distanza c’è un paese bellissimo, la Grecia, che non è riuscita a farcela con le proprie risorse. Noi invece ci siamo riusciti senza chiedere un centesimo a nessuno, e ora l’Italia è più forte e più rispettata. C’è la crisi dell’occupazione, ma non si tratta di cambiare strada, la parte più difficile è compiuta”.

La parte più elettorale del discorso: “Dalla maggior parte degli italiani deve partire un messaggio per i partiti; la politica deve essere più sana e deve liberarsi dalla corruzione. In questa scuola c’è un bel clima, si è saputo riprendere il cammino di studio e di vita”. E infine gli auguri, “che un padre o un nonno, decidete voi, può fare a degli studenti promettenti”.

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