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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

“Morto sulla barella del pronto soccorso”: tre medici indagati per omicidio colposo. Disposta autopsia

Un pensionato di Brindisi, 70 anni, deceduto lunedì: portato al Perrino alle 10, è spirato alle 22. “Aveva forti dolori al torace”, sostengono le figlie nella denuncia

BRINDISI – “Papà è morto su una barella del Pronto soccorso dell’ospedale Perrino dopo 12 ore: lo hanno lasciato lì, aveva dolori lancinanti al torace. E’ entrato attorno alle 10, è deceduto alle 22”.

Ingresso ambulanza al pronto soccorso del Perrino

La denuncia

La denuncia è stata sporta lunedì scorso dalle figlie di un pensionato di Brindisi di 70 anni: sotto inchiesta, tre medici che quel giorno erano di turno al Pronto soccorso, nei confronti dei quali il pubblico ministero Simona Rizzo procede ipotizzando l’omicidio colposo. Per accertare le cause della morte ha disposto l’autopsia che dovrebbe essere eseguita nella giornata di oggi. Già acquisita la cartella clinica del paziente.

L’autopsia

L’incarico è stato conferito a tre consulenti tecnici: Domenico Urso, medico legale; Antonio Tota, cardiologo, e Domenico Paparella, cardiochirurgo. Dovranno “accertare cosa ha determinato il decesso, la natura e i mezzi”, valutando di conseguenza la condotta dei medici, sotto il profilo della colpa, ai quali lo scorso 20 dicembre è stato notificato l’avviso relativo all’accertamento tecnico non ripetibile che “vale anche come informazione di garanzia” per i professionisti difesi dagli avvocati Mario Guagliani e Piero Amato Festa, entrambi del foro di Brindisi.

procura di Brindisi-3

Gli indagati

Si tratta, quindi, di un atto dovuto da parte del sostituto procuratore, nei confronti dei tre medici dell’ospedale Perrino, legato alla necessità di procedere con l’autopsia prima che la salma venga restituita alla famiglia del pensionato. Solo in tal modo è possibile rispondere agli interrogativi sollevati dalle figlie dell’anziano nella denuncia sporta dall’avvocato Paoloantonio D’Amico, del foro di Brindisi.

L’arrivo al Pronto soccorso

Stando a quanto sostengono le figlie (e la moglie) l’uomo non soffriva di patologie particolari per le quali in passato si era reso necessario il ricovero in ospedale. Quel che non è chiaro, secondo la famiglia, è il motivo per il quale il pensionato sia rimasto sulla barella per 12 ore, senza che sia stato disposto il ricovero in un reparto.

L’interrogativo

La domanda per la quale i familiari attendono risposta che vuol dire giustizia è: poteva essere salvato? Bisognerà aspettare tra i 60 e i 90 giorni almeno, termine solitamente necessario per il deposito della relazione autoptica. All’accertamento tecnico irripetibile potranno partecipare anche i consulenti nominati sia dall’avvocato D’Amico, per le “parti offese”, che quelli eventualmente nominati dai legali che assistono i medici indagati. Solo in serata la salma sarà restituita ai familiari per l’ultimo saluto.

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