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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Movente, "Vanni" non cambia disco

BRINDISI – Nel carcere di Lecce la scena è la stessa già vista nella sala degli interrogatori della questura del capoluogo salentino, dove il 6 giugno a tarda ora Giovanni Vantaggiato era crollato, confessando di essere l’autore dell’attentato del 19 maggio davanti alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi, definendolo un gesto di ribellione contro tutto e tutti, un vulcano esploso dopo due truffe subite, una a Torre S. Susanna ed una ad Avetrana. E lui aveva scelto quella scuola brindisina per scatenare la sua folle vendetta. Pianti e la ricerca di una giustificazione psicologica, forse il tentativo di aprire la strada ad una richiesta di perizia psichiatrica. Anche davanti al giudice delle indagini preliminari Ines Casciaro, ed ai pm Milto De Nozza e Guglielmo Cataldi, Vanni Vantaggiato si presenta con gli abiti dimessi dell’imprenditore vittima dei raggiri altrui.

BRINDISI – Nel carcere di Lecce la scena è la stessa già vista nella sala degli interrogatori della questura del capoluogo salentino, dove il 6 giugno a tarda ora Giovanni Vantaggiato era crollato, confessando di essere l’autore dell’attentato del 19 maggio davanti alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi, definendolo un gesto di ribellione contro tutto e tutti, un vulcano esploso dopo due truffe subite, una a Torre S. Susanna ed una ad Avetrana. E lui aveva scelto quella scuola brindisina per scatenare la sua folle vendetta. Pianti e la ricerca di una giustificazione psicologica, forse il tentativo di aprire la strada ad una richiesta di perizia psichiatrica. Anche davanti al giudice delle indagini preliminari Ines Casciaro, ed ai pm Milto De Nozza e Guglielmo Cataldi, Vanni Vantaggiato si presenta con gli abiti dimessi dell’imprenditore vittima dei raggiri altrui.

Ma anche questa forma di autodifesa rivela il tratto quasi morboso dell’attaccamento dell’uomo al denaro, sino al punto da fare saltare in aria delle studentesse adolescenti per consumare la propria vendetta. I moventi però, per fortuna, sono circostanze non soggettive, ma oggettive: una cosa è ciò che può raccontare il diretto interessato, un’altra ciò che può emergere dalle indagini. E la ricostruzione dell’attentato non soccorre Vanni Vantaggiato, che ne esce non come un soggetto che preme un telecomando sotto una forte pressione emotiva, ma come un freddo e spietato calcolatore che sta aspettando qualcuno, il suo bersaglio principale. Ma ad un certo punto ecco l’imprevisto.

Dal cancello della scuola esce un dipendente dei servizi ausiliari e solleva il coperchio di quel cassonetto blu che non aveva mai visti prima in quel punto, accanto all’ingresso della Morvillo Falcone. Il killer ha mimetizzato la bomba con sfalci di potatura ed erbe secche, ma non può essere sicuro al cento per cento che il bidello non si sia accorto dell’ordigno. Quando vede che l’uomo rientra nell’edificio scolastico, preme freneticamente il telecomando prima che parta una telefonata alla polizia o ai carabinieri. Muore così Melissa Bassi, restano ustionate e lacerate dalla fiammata e dalle schegge Veronica Capodieci ed altre quattro compagne tutte di Mesagne. Eppure al gip, Vantaggiato cerca di accreditarsi come un esordiente assoluto degli ordigni esplosivi. Racconta persino di aver fatto le prove in campagna. Preferisce accreditare l'aggravante della premeditazione, che comunque c'è già tutta, che l'identità di bombardiere di un gruppo occulto legato a giri di prestiti di denaro.

Il killer, già con la tenuta da yachtman, gira sui tacchi, raggiunge la propria auto e se ne va a Porto Cesareo sull' Hale Bopp, la sua barca da 15 metri che uno in difficoltà economiche avrebbe certamente venduto prima di tagliare sulle proprie aziende, come il bombarolo di Copertino dice al gip di aver fatto, riducendo il personale. Hale Bopp è una barca in legno da 14 tonnellate, con costi di manutenzione e gestione elevati. Ma è lì all’ormeggio senza alcun cartello vendesi. Quelle di Vanni Vantaggiato, con tutto il rispetto dovuto ad un indagato anche se reo confesso di strage, sembrano lacrime di coccodrillo.

Per la truffa subita a Torre Santa Susanna, Vantaggiato aveva vinto il processo di primo grado contro Cosimo Parato proprio un mese prima dell’attentato al Morvillo, il 19 aprile, con rinvio in sede civile per il risarcimento del danno. Ma c’è un’altra parte del fascicolo, su cui parimenti ha lavorato all’epoca il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, in cui viene ricostruita anche tecnicamente la vicenda della fornitura a Parato da parte di Vantaggiato di 700mila litri di gasolio e 6mila di benzina, tutti per uso agricolo. Inclusa la mediazione intervenuta tra i due, a garanzia del pagamento.

Se ne vedranno delle belle. Vantaggiato, al limite, avrebbe dovuto temere lo stralcio, e non recriminare per la sentenza del primo processo. Stralcio in cui finalmente emerge la figura del commerciante di carburanti di Copertino quale possibile mandante e forse anche esecutore dell’attentato del 24 febbraio 2008, quando esplose una bici-bomba comandata a distanza, mentre accanto passava Cosimo Parato, sopravvissuto per miracolo e rimasto invalido per sempre. Forse un caso compreso in una lunga serie.

Cosa c’è dietro tutto questo.  Qual è davvero la rete di interessi economici occulti che Vantaggiato difende fornendo moventi che francamente non convincono. Chi è davvero il commerciante di carburanti agricoli e da riscaldamento di Copertino. Oggi nessuno pensava alle sue lacrime, nel piazzale della Morvillo Falcone dove a tre settimane esatte dalla strage è stata scoperta una lapide dedicata alla studentessa 16enne uccisa nell’esplosione, cerimonia cui ha partecipato la sua compagna Selena Greco, con i segni delle ferite e delle ustioni celati dalle bende, i capelli quasi a zero, le stampelle e tanta voglia di tornare a vivere normalmente. Sulla lapide c’è scritto: “Per te, per noi, per il futuro. Ciao Melissa”. Per tutto questo bisogna arrivare alla verità, perché tutti i responsabili paghino. E gli investigatori brindisini, assieme ai colleghi giunti in rinforzo, sono sempre al lavoro, con questo obiettivo.

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