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Cronaca

Multe pagate a politici, giornalisti e amici, la Procura chiede il processo

Accuse confermate nei confronti di Teodoro Contardi, ex amministratore unico della Multiservizi: fissata l'udienza preliminare, imputato per abuso d'ufficio e truffa. Parte offesa il Comune di Brindisi in qualità di socio unico della partecipata. La difesa: "Nessuna condotta penalmente rilevante"

BRINDISI – La Procura di Brindisi ha confermato l’accusa inizialmente mossa nei confronti del commercialista Teodoro Contardi, in veste di ex amministratore unico della Multiservizi e ha chiesto il processo per truffa e abuso d’ufficio a conclusione dell’inchiesta su multe che sarebbero state pagate a politici, giornalisti e conoscenti del professionista brindisino che ha sempre rivendicato la correttezza del suo operato.

Milto Stefano De NozzaL’udienza preliminare si svolgerà alla fine dell’estate e sarà il gup Forleo a decidere se ci siano o meno elementi tali da sostenere l’accusa al dibattimento, come ritiene il sostituto procuratore Milto Stefano De Nozza che ha chiesto il rinvio al giudizio del Tribunale, oppure se ci siano gli estremi per il proscioglimento, come invece afferma l’avvocato Livio Di Noi, difensore di fiducia di Contardi.

Oggetto della contestazione mossa dal pm è uno stock di multe per violazione al Codice della Strada, relative al periodo di tempo compreso tra il mese di dicembre 2010 e luglio 2013, corrispondente a quello in cui il commercialista era alla guida della partecipata del Comune di Brindisi, indicato come parte lesa.

Secondo l’impostazione accusatoria, quelle multe sarebbero state pagate non già dai destinatari, vale a dire dagli automobilisti, ma dalla Multiservizi su “autorizzazione di Contardi” o comunque “su suo ordine”, una volta che i trasgressori ne chiedevano l’annullamento. Più esattamente, le multe sarebbero state stornate e pagate dalla Multiservizi, previo via libera di Contardi, usando la carta di credito aziendale, per una somma complessiva pari a 7.839 euro, andata poi a pesare sui bilanci della partecipata e di conseguenza sulle casse del Comune negli anni 2011, 2012 e 2013. Motivo per il quale l’Amministrazione può costituirsi come parte civile per chiedere il risarcimento della somma corrispondente.

Nel fascicolo del pubblico ministero De Nozza (nella foto) figurano 180 nomi di persone corrispondenti per lo più a volti noti di Palazzo di città perché consiglieri comunali in quel periodo in carica oppure ex inquilini politici, giornalisti e fotografi di alcune testate locali così come militari. E ancora dipendenti della Multiservizi e rispettivi familiari. Inizialmente i nomi dei beneficiari del pagamento delle multe erano 240, numero evidentemente sfoltito in seguito alle verifiche.

I 180 ritenuti beneficiari della cortesia  sono stati ascoltati dai finanzieri del Nucleo di polizia Tributaria e hanno risarcito, nel frattempo, la somma corrispondente all’importo della multa. Nei loro confronti il pm ha chiesto l’archiviazione per la particolare “tenuità del fatto”.

I militari hanno acquisito una serie di documenti presso la sede della Multiservizi così come negli uffici del Comune e anche del comando dei vigili urbani per verificare la condotta di Contardi, chiamato alla guida della partecipata nel mese di maggio 2009 dall’Amministrazione di centrodestra e rimasto al lavoro sino a luglio 2013, quando venne sostituito con l’avvocato Francesco Arigliano, espressione dei centristi, nominato al vertice per un breve lasso di tempo, sino a quando l’Ente ha deciso di affidare l’incarico all’avvocato interno del Comune, Francesco Trane.

Guardia di FinanzaContardi, già in occasione della notifica dell’avviso di conclusione delle indagini, lo scorso mese di gennaio, aveva rivendicato la correttezza del suo operato: “In alcuni casi non conoscevo neppure personalmente i destinatari delle multe, in altri non andavo neanche d’accordo e mi riferisco a consiglieri comunali finiti in elenco”, disse all’epoca a BrindisiReport. “Vero è che ho autorizzato il pagamento di 20-25 multe ma si trattava di quelle fatte ai dipendenti delle stessa Multiservizi mentre erano al lavoro sulla base del presupposto che se avessero fatto ricorso, la società avrebbe potuto soccombere e pagare di più”.

Contardi, intanto, ha impugnato davanti al giudice civile il provvedimento di revoca del suo incarico ad amministratore unico chiedendo un risarcimento dei danni per centomila euro. L’istanza era stata presentata davanti al Tar, ma il collegio si è dichiarato incompetente tenuto conto della materia, da qui il trasferimento dinanzi al Tribunale ordinario.

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