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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Narcotraffico, 12 anni al mancato evaso

LECCE - Il capo era Raffaele Martena, il giovane brindisino di Tuturano protagonista di un tentativo di evasione dal carcere di Lecce, anche secondo la sentenza di primo grado del processo Peter Pan. Martena è stato condannato a 12 anni di reclusione

LECCE - Il capo era Raffaele Martena, il giovane brindisino di Tuturano protagonista di un tentativo di evasione dal carcere di Lecce, anche secondo la sentenza di primo grado giunta a conclusione del processo Peter Pan. Martena è stato condannato a 12 anni di reclusione, è la sentenza più dura, tra le 19 che sono state pronunciate oggi dal gup di Lecce Antonia Martalò.

Ci sono poi Mauro Iaia, per cui è stata decisa una pena pari a 7 anni e 4 mesi, Fabio Lorenzo, 7 anni, Ivan Martucci, 8 anni e 4 mesi, Antonio Facecchia, 7 anni 4 mesi. Le condanne sono state decise al termine del rito abbreviato con cui 21 uomini, indagati dell’inchiesta Peter Pan (che il 29 novembre 2011 fece finire in carcere 29 persone), hanno chiesto e ottenuto di essere giudicati.

Sono stati poi inflitti 10 a Francesco Attanasio, 2 anni e 4 mesi (e 6000 euro di multa) a Piergiorgio De Donno, 4 anni e 8 mesi per Annachiara De Luca,  2 anni e 4000 euro per Amine Fouad, 2 anni e 90.000 euro per Dario Giaccari, 8 per Mauro Giaccari, 4 anni e 800 euro per Nicola Magli, 2 anni per Antonio Mazzotta, 2 e 4.000 euro per Andrea Pellè, 2 e 3.600 euro per Remolo Peluso, 8 anni e 4 mesi per Giuseppe Pinto; 7 per Davide Podo; 8 per Antonio Quarta e 7 per Roberto Spagnolo.

È assolto invece Lorenzo De Pace, mentre per Roberto Pellè il giudice ha trasmesso gli atti al pm per la riqualificazione dell'accusa. Gli imputati rispondevano, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Secondo le ipotesi del pm Elsa Valeria Mignone, il gruppo avrebbe smerciato eroina, cocaina, hashish e marijuana a Lecce e in alcuni paesi dell’hinterland, avvalendosi anche dei legami di sostegno del più potente clan Tornese di Monteroni.

Tutti, insieme agli indagati leccesi, sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione di armi. Le indagini dell’operazione “Peter Pan” hanno avuto la durata di tre anni e hanno portato anche all’arresto di 12 persone colte in flagranza di reato e al sequestro di dieci chili di droga (tra cocaina, eroina, hascisc e marijuana).

Secondo quanto è stato accertato dagli inquirenti il gruppo criminoso sgominato dalla Squadra mobile di Lecce, con l’ausilio della Mobile brindisina per gli arresti del gruppo Martena, aveva base a Monteroni ed era riconducibile al clan dei fratelli Mario e Angelo Tornese (entrambi in carcere), dedito al traffico e allo spaccio di grossi quantitativi di droga e affiliato alla Sacra Corona Unita.

Nell’inchiesta è finita anche la vicenda di Pierpaolo Carallo, ritenuto a capo del gruppo di Monteroni, ucciso il 15gennaio 2009 all’uscita dal bar Desirée a Carmiano (Lecce). A eliminarlo sarebbero stati alcuni aderenti al gruppo per stroncargli qualsiasi volontà di egemonia. Le indagini hanno permesso di accertare, inoltre, che la droga veniva reperita anche dal brindisino e da Brescia.

A occuparsi della fascia a nord di Lecce era proprio il tuturanese d’adozione Raffaele Martena che da quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare “riforniva Francesco Attanasio, lo stretto collaboratore di Carallo, direttamente o attraverso suoi stretti collaboratori, Ivan Martucci, Facecchia Antonio e Iaia Mauro”.

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