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Cronaca

Non c'è il posto letto: in codice rosso, oltre 12 ore al Pronto soccorso

Ancora una volta il Piano di riordino ospedaliero che ha chiuso reparti e “trasformato” ospedali del Brindisino si rivela un fallimento

BRINDISI – Non c’è un posto letto nel reparto di Neurologia dell’ospedale Perrino di Brindisi e non c’è un posto nemmeno negli ospedali delle altre province, così una paziente di 63 anni colpita da due crisi epilettiche nella stessa giornata, giunta al Pronto soccorso in codice rosso con ambulanza del 118 dopo 12 ore è ancora in attesa di essere ricoverata. Al suo fianco il marito, i figli e la sorella, dalla mattinata di oggi, domenica 21 gennaio alle 10. Ancora una volta il Piano di riordino ospedaliero che ha chiuso reparti e “trasformato” ospedali del Brindisino si rivela un fallimento. Ancora una volta chi ne paga le spese sono i cittadini, gente che ha bisogno di aiuto.

Quella di oggi è la storia di una 63enne di Brindisi ma è uno dei tanti episodi che si verificano continuamente all’ospedale Perrino di Brindisi, polo d’eccellenza. Ospedale di secondo livello. Storie che stanno portando all’esasperazione i cittadini che purtroppo hanno bisogno di essere curati e i loro parenti. Non c’è giorno che non giungano lamentele alle redazioni giornalistiche. La 63enne di oggi, con un quadro clinico già compromesso (ha subito 4 interventi al cervello e ha metà viso paralizzato), è giunta al Pronto soccorso in codice rosso intorno alle 10 di oggi. Era stata colpita da una crisi epilettica in casa, a portarla in ospedale un’ambulanza del 118.

A raccontare la sua odissea, la sorella, esasperata e preoccupata per le sorti della congiunta. Disperata per una situazione che sembra irrisolvibile. “Siamo qui da 12 ore e ancora non sappiamo che fine farà mia sorella. È distesa su una barella con la maschera dell’ossigeno e una flebo, e la febbre a 38 e mezzo – racconta a BrindisiReport – ci è stato detto che non ci sono posti letto in Neurologia né a Brindisi né in altri comuni del Leccese e del Barese. Ci è stato chiesto di portarla a casa firmando le dimissioni ma mia sorella non è in condizioni di tornare a casa, ha avuto una seconda crisi mentre era al Pronto soccorso”.

La famiglia allora ha chiamato la polizia. “Abbiamo telefonato al 113 ma l’operatore ci ha spiegato che la polizia può fare ben poco se i medici dicono che non ci sono posti letto, abbiamo chiesto di ricoverarla in altri reparti ma ci è stato risposto che i medici non possono andare in giro per reparti per visitare i pazienti. E allora? Che fine farà mia sorella? Ci è stato suggerito di sporgere denuncia al Posto fisso di polizia dell’ospedale, ma nella situazione attuale a che serve sporgere denuncia? Mia sorella migliora e non avrà bisogno del ricovero? Con una denuncia compare il posto letto?”.

Una situazione drammatica che sta gettando nello sconforto e nella preoccupazione un’intera famiglia. Dodici ore al Pronto soccorso senza sapere come andrà a finire. “Ci sentiamo impotenti. Non è colpa dei medici e degli infermieri, sicuramente ognuno sta facendo del suo meglio e ci sono molte situazioni da gestire ma resta il fatto che non c’è un posto per ricoverare mia sorella, giunta in codice rosso 12 ore fa. È questa la nuova Sanità? Funziona proprio così il sistema sanitario? Dove andremo a finire? Come si risolvono queste situazioni?”.

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