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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Nuova condanna per rapinatore seriale

BRINDISI - Fu lui a tentare una rapina con un fucile all’interno dell’ufficio postale del rione Casale, proprio lui, Giuseppe Maisto, che qualche giorno dopo, vigilia di Natale di due anni fa, tentò l’assalto a un portavalori e ferì una guardia giurata in piazza Vittoria.

BRINDISI - Fu lui a tentare una rapina con un fucile all’interno dell’ufficio postale del rione Casale, proprio lui, Giuseppe Maisto, che qualche giorno dopo, vigilia di Natale di due anni fa, tentò l’assalto a un portavalori e ferì una guardia giurata in piazza Vittoria, in pieno centro a Brindisi. Tanto è stato accertato al termine del primo grado del processo a suo carico, oggi, con la condanna a 4 anni e 2 mesi inflitta dal Tribunale di Brindisi (Giuseppe Biondi, Luca Scuzzarella e Stefania De Angelis) che ha appesantito il conto presentato dal pm Milto Stefano De Nozza che aveva chiesto la condanna a 3 anni e 3 mesi di reclusione.

L’accusa per Maisto, difeso dall’avvocato Luca Leoci, si poggiava quasi del tutto sul riconoscimento fatto da un sottufficiale del San Marco che si trovava nei paraggi, quel giorno, e che vide Maisto a volto scoperto aggirarsi sospetto insieme ad altre persone in via Duca degli Abruzzi, proprio all’interno delle Poste le cui telecamere ripresero l’intera scena. Poi, dopo la fuga, l’aspirante rapinatore che ne aveva già combinate delle belle a Brindisi, sempre lo stesso testimone scorse la canna di un fucile sotto il giubbotto.

Era probabilmente un’arma modificata, ma ciò non è stato possibile appurarlo. Poco è cambiato, se non l’impossibilità di contestare la ricettazione dell’arma. Ma l’intenzione di compiere l’assalto c’era tutta. Del resto Maisto era a bordo della stessa auto, intestata al fratello, che fu poi sequestrata nei pressi delle Poste centrali, in piazza Vittoria, il 24 dicembre del 2011. Le indagini furono condotte dai carabinieri che a bordo di una gazzella raggiunsero in tutta fretta il posto e rischiarono la vita in un incidente stradale.

I due fatti furono messi in connessione sin dai primi istanti. Ma si trattava di un “link” possibile solo per coincidenza di tempi e similarità del modus operandi, finché non c’è stato il seguito e il riconoscimento. Cadde così per l’ennesima volta in trappola l’ineffabile Maisto, il brindisino che dopo aver trascorso anni nel carcere di Secondigliano, aveva creato scompiglio nelle attività commerciali indigene con una serie di assalti e che, appena tornato in libertà, alla fine del 2009, aveva rimediato una condanna superiore ai sette anni.

Oggi l’avvocato difensore, certo che vi fosse stato uno scambio di persona, aveva chiesto di visionare in aula i filmati delle telecamere di videosorveglianza. Non è stato possibile, perché nel fascicolo del pm prima, e del dibattimento poi, vi sono finiti solo i fotogrammi estrapolati. Ad ogni modo, che fosse o meno la stessa arma usata poi in piazza Vittoria, l’auto era la stessa e le descrizioni corrispondevano alla perfezione. Colpevole, anche stavolta: 4 anni e 2 mesi di carcere, quasi uno in più rispetto alla richiesta del pm. Era proprio una fissa, quella di Maisto, per gli uffici postali.

 

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