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Cronaca

Brindisino accusato anche di un tentativo di rapina a compro-oro

Nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere per Luigi Blasi, già detenuto per un colpo sempre del giugno scorso in una gioielleria di Lecce. Identificato dalla Squadra Mobile

BRINDISI - Nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere, questa volta per un colpo fallito a Brindisi, per il 33enne Luigi Blasi, già detenuto per la rapina compiuta alla gioielleria Idea Oro di Lecce il 29 giugno scorso assieme a uno dei complici, Oronzo Ligorio, mentre è ancora libero un terzo membro della banda, che aveva il ruolo di autista. Il secondo provvedimento restrittivo emesso dal gip del tribunale di Brindisi su richiesta del pm che si occupa del caso, è stato notificata in cella a Blasi dagli investigatori della Squadra Mobile, e riguarda la tentata rapina del primo pomeriggio del 24 giugno scorso al compro-oro di viale Commenda.

La precedente rapina a Lecce

I fatti si svolsero attorno alle 15,45 quando un giovane a volto scoperto, con occhiali da sole e berretto con visiera, entrò nel negozio spianando una pistola contro la commessa. La rapina però non andò a segno, e il bandito solitario fu costretto ad abbandonare il compro-oro dandosi alla fuga. la Squadra Mobile, chiamata ad occuparsi dell'episodio, acquisì le immagini delle telecamere di sorveglianza, giungendo all'identificazione di Blasi come autore anche del tentativo di rapina avvenuto alla Commenda. utile, si presume, l'incrocio con le immagini della rapina al negozio Idea Oro del successivo 29 giugno a Lecce.

Foto Blasi Luigi-2In seguito alla rapina nella gioielleria di piazza Mazzini, a Lecce, nella mattinata del successivo 30 giugno 2017, la Mobile di Brindisi effettuò alcune perquisizioni a carico dei sospettati che era stato possibile individuare grazie allo studio dei fotogrammi del sistema di videosorveglianza. Tra le perquisizioni condotte, quella a carico di Blasi, già noto per una rapina in trasferta a Bergamo. All’interno di una borsa di plastica a sua volta occultata in mezzo a materiale di risulta, vicino ad un muretto adiacente la casa di Blasi, la polizia trovò e sequestrò numerosi monili in oro che recavano ancora la targhetta della gioielleria rapinata a Lecce il giorno prima.

Nel pomeriggio del 30 giugno furono sottoposti a fermo sia Blasi che Ligorio, i quali nel corso dell'udienza di convalida del fermo davanti al giudice delle indagini preliminari, di fronte alla schiacciante prova costituita dalle videoregistrazioni, furono obbligati a scegliere la strada della confessione. Per Blasi dunque arriva ora una seconda accusa, da cui dovrà cominciare a difendersi a partire dall'interrogatorio di garanzia davanti al gip di Brindisi. Lo difende l'avvocato Cinzia Cavallo.

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