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Cronaca

Omicidi nel Salento: riduzioni per Bullone e Co.

LECCE - Il tempo passa e produce effetti sulle sentenze anche gli appartenenti alla criminalità più agguerrita: restano le condanne per omicidio, resta il carico più pesante, ma vengono rapite dalla prescrizione tutte le ipotesi collaterali. Le armi e simili.

LECCE - Il tempo passa e produce effetti sulle sentenze anche gli appartenenti alla criminalità più agguerrita: restano le condanne per omicidio, resta il carico più pesante, ma vengono rapite dalla prescrizione tutte le ipotesi collaterali. Le armi e simili. Si parla del collaboratore di giustizia Vito Di Emidio e del suo gruppo di fuoco, in particolare la “squadra omicidi” che agì almeno quattro volte nel Salento e che era composta da Marcello Ladu, pastore sardo diventato compagno di merende di Bullone dopo il loro incontro in carcere, e da altri tre brindisini Pasquale Orlando, detto ‘Yo-Yo’, Giuseppe Tedesco, detto Capu di bomba’, cognato di Di Emidio, Giuseppe Picciolo. C’erano anche Vito Cacciatore di Ruffano e Pasquale Tanisi.

La Corte d’Assise di appello di Lecce ha parzialmente riformato le condanne inflitte in primo grado dalla Corte d’Assise di Lecce, su richiesta del pm Elsa Valeria Mignone. Vito Di Emidio, alias Bullone, è stato condannato a 20 anni (22 in primo grado), perché per 22 capi di imputazione riguardanti le armi comuni da sparo è stato deciso di non doversi procedere per intervenuta prescrizione. Ridotta anche la pena per Cacciatore: dai 14 anni del primo grato ai 10 anni e otto mesi del secondo.

Prescritti per Ladu i reati relativi alla detenzione di armi comuni da sparo: resta l’ergastolo, ma si riduce l’isolamento diurno a quattro mesi. Stesso ragionamento per Orlando che era stato condannato a 18 anni: non doversi procedere per la detenzione di armi da sparo, la pena quindi è rideterminata in 17 anni e sette mesi di reclusione. Pasquale Tanisi è stato condannato a 21 anni e otto mesi, riconosciute ulteriori circostanze attenuanti a Picciolo, pena ridotta a 4 anni e sei mesi. Confermata la condanna per Giuseppe Tedesco: 5 anni di reclusione.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Giuseppe Guastella, Marcello Tamburini e Gianvito Lillo. Nel 2005 in un blitz furono arrestate 16 persone per quattro omicidi, un tentato omicidio ed una serie di rapine avvenute nel Salento. Le uccisioni erano quelle di Barbara Toma e Fernando D’Aquino, ammazzati a colpi di Kalashnikov a Casarano il 5 marzo 1998 (delitto attribuito a Di Emidio). D’Aquino sarebbe entrato in rotta col gruppo di Bullone dopo essersi appropriato di un ingente quantitativo di danaro derivante dalle rapine messe a segno dalla banda. A Di Emidio viene attribuito anche l’omicidio di Antonio Potenza (avvenuto a Nociglia, 2 novembre 2000) ammazzato per un mancato accordo per l’affitto della sua masseria.

 

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