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Cronaca

Omicidio Marseglia, il pentito Gabibbo parla di un secondo uomo

"Cantanna gli sparò in testa e mi disse che lo aveva fatto con un certo Roberto". Non è mai stato indagato per il delitto avvenuto il 22 luglio 2001. Penna indica quella stessa persona come fonte della sua conoscenza del delitto: "Era mio affiliato"

BRINDISI – Dai verbali del pentito Francesco Gravina, alias Gabibbo, viene a galla il nome di “Roberto” come secondo uomo presente al momento dell’omicidio di Tommaso Marseglia, avvenuto il 22 luglio 2001, a San Vito dei Normanni, cinque mesi dopo essere uscito dal carcere.

“Roberto” non è mai stato indagato o messo in relazione al fatto di sangue avvenuto nelle logiche della Scu, per il quale i pm hanno chiesto l’ergastolo per Carlo Cantanna rivolgendosi ai giudici della Corte d’Assise del Tribunale di Brindisi.

Quel nome è stato consegnato al sostituto procuratore della Dda di Lecce, Alberto Santacatterina, e messo nero su bianco in un verbale che Gravina ha firmato nel periodo dei 180 giorni della collaborazione, assieme a molti altri che ancora restano coperti da omissis. Ed è stato svelato solo di recente, nel corso della requisitoria a conclusione dell’istruttoria dibattimentale del processo scaturito dall’inchiesta chiamata “Zero” su omicidi, tentati omicidi e ferimenti consumati tra la fine degli anni Novanta e gli inizi del 2000 a Brindisi e nei comuni della provincia.

Il “Gabibbo”, così chiamato per il fisico, ha riferito anche il cognome di “Roberto” che, per stessa ammissione del sostituto procuratore Valeria Farina Valaori, aggiunto della Procura di Brindisi alla Dda di Lecce, non risulta imputato perché di lui ha riferito solo Gravina. Nessun altro pentito ha fatto quel nome nei termini resi da il Gabibbo e di conseguenza sono in corso tutti i riscontri necessari.

Ercole PennaQuel “Roberto” viene a galla dai verbali firmati da Ercole Penna, il primo pentito del clan definito dei mesagnesi che per la Dda è attendibile anche perché si è autoaccusato dell’omicidio di Ezio Pasimeni dal quale era stato assolto sia in primo che secondo grado. Penna lo indica come “fonte” della sua conoscenza, a proposito dell’omicidio Marseglia: “L’ho saputo da Roberto”, dice e di questo Roberto fa lo stesso cognome riferito da Gravina, qualificandolo come un affiliato a Cantanna, quindi a Massimo Pasimeni  che è assolutamente estraneo a questo delitto e al processo, di conseguenza allo stesso Penna.

Il movente dell’eliminazione di Tommaso Marseglia sarebbe da cercare e trovare nei contrasti esistenti all’epoca tra questi e Cantanna sul controllo del territorio di San Vito dei Normanni, argomento che i due affrontarono faccia a faccia. Si videro nella masseria di Cantanna, dove Marseglia venne portato. Cosa successe?

“Quel giorno successe che Carlo Cantanna disse a Marseglia che in quella zona il capo era lui. E Marseglia replicò dicendo ‘tu non sei nessuno’ e lo schiaffeggiò”, ha detto il pm Valeria Farina Valaori. “Poteva Cantanna tollerare una cosa simile? No, non poteva. Gravina dice che Marseglia era affiliato a Rogoli e Cantanna a Pasimeni e aggiunge che tra loro c’erano sempre stati contrasti, riferisce quindi dello schiaffo e sostiene che a sparare fu Cantanna. Due colpi di fucile calibro 12 in testa”.

Gabibbo sostiene di essere certo di quel che ha detto perché la fonte della sua conoscenza sarebbe lo stesso Cantanna che rischia la condanna al carcere a vita per l’omicidio Marseglia: “Gravina riferisce che dopo l’omicidio, lo stesso Cantanna gli confidò che lo aveva commesso con Roberto”. Se davvero quel giorno c’era un secondo uomo è ancora un mistero tutto da chiarire.

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