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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca San Vito dei Normanni

Operaio morì sul lavoro: condannato imprenditore, maxi risarcimento

Due anni di reclusione e 40.000 euro di provvisionale per ciascuno dei parenti dell'operaio morto sul lavoro. Assolto il committente delle opere di ristrutturazione di un'abitazione a San Vito.

SAN VITO DEI NORMANNI - Due anni di reclusione e 40.000 euro di provvisionale per ciascuno dei parenti dell’operaio morto sul lavoro: è quanto stabilito dal giudice del Tribunale di Brindisi, Vittorio Testi, che ha condannato per omicidio colposo il titolare di una ditta edile, Alessandro Turi (difeso dagli avvocati Giuseppe Greco e Stefano Epicoco, e assolto il committente dei lavori, Luigi Termite, difeso dagli avvocati Riccardo Mele e Alberto Magli. Entrambi sono di San Vito dei Normanni. 

A Turi è stata concessa la sospensione condizionale della pena. I fatti risalgono all’agosto 2011: il manovale, Vincenzo Petrarolo, morì un mese dopo in ospedale per le ferite riportate in una caduta da una altezza di 4 metri causata, secondo quanto fu accertato, dalla rottura di un ponteggio sul quale si trovava per eseguire le opere di realizzazione dei pilastri. Cinque fra i famigliari di Petrarolo, assistiti dall'avvocato Vittoriano Bruno, si sono costituiti parte civile. 

Secondo quanto appurato nel corso delle indagini vi era stata “negligenza e imprudenza e imperizia”: in particolare Turi non aveva allestito “idonee opere provvisionali atte a prevenire la caduta nel vuoto del lavoratore”, inoltre “non lo aveva adeguatamente informato sui rischi specifici cui era esposto in relazione all’attività svolta e in genere sulle misure di prevenzione e protezione adottate e da adottare”. L’operaio era stato “sottoposto a sorveglianza sanitaria, non essendovi il giudizio di idoneità”.

Le indagini furono eseguite dallo Spesal della Asl di Brindisi. Il cantiere fu sottoposto a sequestro e furono riscontrate irregolarità tali da far ritenere al pm inquirente, Valeria Farina Valaori, di chiedere il giudizio per entrambi gli indagati, incluso Termite cui veniva contestato di non aver osservato gli obblighi di cooperazione, coordinamento e informazione e gli obblighi di commissionare i lavori a soggetti idonei a vigilare sul rispetto della normativa antinfortunistica che vigono in caso di appalto. 

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