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Cronaca

Operazione Poncio: le intercettazioni

BRINDISI - Tre gruppi isolati, l'uno indipendente dall'altro e qualche altra cellula, tutti con una passione in comune: “il poncio”, non la bevanda alcolica, ma quella pratica più diffusa di quanto non sembri che usa gli incidenti automobilistici per truffare le compagnie di assicurazione. Accanto alle menti, i registi dell'organizzazione e i cosiddetti figuranti, persone che con le loro false dichiarazioni facevano lievitare i risarcimenti delle compagnie assicuratrici e medici compiacenti che rilasciano certificati medici previo indennizzo.

BRINDISI - Tre gruppi isolati, l'uno indipendente dall'altro e qualche altra cellula, tutti con una passione in comune: “il poncio”, non la bevanda alcolica, ma quella pratica più diffusa di quanto non sembri che usa gli incidenti automobilistici per truffare le compagnie di assicurazione. Accanto alle menti, i registi dell'organizzazione e i cosiddetti figuranti, persone che con le loro false dichiarazioni facevano lievitare i risarcimenti delle compagnie assicuratrici e medici compiacenti che rilasciano certificati medici previo indennizzo.

A Brindisi c’erano gli avvocati Silvia Bellino ed il collega Giuseppe Scuteri e tre gruppi su base quasi esclusivamente familiare, e completamente scollegati l’uno dall’altro: quello facente capo ai Maisto, poi quello facente capo a Cristian Ostuni, e quello pilotato proprio da Scuteri.

La fabbrica dei certificati medici compiacenti, per certificare e poi anche prolungare il decorso dei falsi postumi degli altrettanto falsi incidenti, era a Fasano, dove operavano secondo le accuse il medico ortopedico Franco Zizzi e il praticante avvocato Antonio Mileti. I due – secondo la procura agiscono di comune accordo -, Zizzi rilascia certificati medici falsi, senza visitare i pazienti inventando patologie inesistenti o aggravandone alcuni di modesta entità sulla base di elenchi nominativi disposti da Mileti. Quest'ultimo cura l'aspetto legale preoccupandosi di aggravare le conseguenze per consentire ai suoi clienti di conseguire indebiti risarcimenti dalle compagnie attraverso il prolungamento dei postumi dei presunti danni fisici.

Cento cinquanta euro per ogni certificato. E' quanto si evince dalla intercettazione “ambientale” effettuata il 13 luglio 2010 tra Antonio Mileti (M) e Franco Zizzi (Z), nello studio di quest'ultimo.

Z: «Allora, che vuoi?».
M: «Allora... mi devi dare Rodio, Fusca, Semeraro, Leone e Tarantini».
Z: incomp...
(...omissis...)
Z: «Quindi sono uno, due, tre, quattro e cinque... quattro e cinque (certificati ndr)».
M: «Quindi sono?».
Z: «Quattro e cinque...Settecinquanta (euro ndr)».
M:«Ok».
Z: «Giusto?».
M: «Giusto».
Z: «Questi li metto qua sotto».
M: «Che io dopo c'ho...»
Z: «Chi sta fuori?»
M: «Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette e cinquanta».
(...omissis...)
Z: «Adesso esci...esci dall'altra...non uscire da...incomp...»
M: «Si,si».
Z: «Hai capito?».
Nella circostanza sembra evidente che Mileti versi a Zizzi 750 euro come corrispettivo per cinque certificati.

Un ruolo determinante per l'operatività dell'organizzazione è svolto dai cosiddetti figuranti, ossia quei soggetti che, a seconda delle necessità, si prestano ad apparire quali trasportati nelle auto coinvolte  negli incidenti fittizie, quindi, come danneggiati  al fine di implementare l'indebito risarcimento. Per quanto attiene al gruppo Maisto-D'Amico-Bellino-Ciciriello emerge dalle intercettazioni che proprio Gianluca Maisto sia il regista di ogni  sinistro, visto che a tavolino ne organizza la dinamica reclutando i figuranti e stabilendo quando questi devono essere inseriti nel falso incidente.

Ad aiutarlo negli affari la sua convivente Giusy D'Amico. Nella telefonata dell'11maggio 2010, emergono – secondo gli investigatori - in maniera evidente i ruoli dei vari personaggi: Maisto “il regista”, D'Amico (la compagna) la collaboratrice e Giovanni Monaco il “figurante”.

Giovanni Monaco (G): «Si?» Giusy D'Amico (D): «Eh, si ciao...la moglie di Gianluca (Maisto-ndr) sono. G: «Si, dimmi» D: «Ciao, senti...ha detto Gianluca che ....l'incidente è successo il 5 gennaio alle 11 di sera» G: «Il 5 gennaio?» D: «Si!» G: «Aspetta che me lo scrivo, così...ehm...casomai...» D: «Mh...» G: «Però è strano...è...mah!...Va be'...allora......il 5 gennaio...alle 11?...» D: «Si, di sera...» G: «Okay...» D: «Okay...».
E' fin troppo chiaro che se una persona è stata coinvolta in un incidente dovrebbe quanto meno ricordarsi - salvo che non sia finita in coma - quando è avvenuto l'incidente, mentre nel caso specifico la persona protagonista del tamponamento sembrerebbe non sapere neanche se il sinistro è avvenuto di giorno o di sera ed «apprende» dalla D'Amico che è avvenuto alle 11 di sera.

Ecco di seguito le comunicazioni intercettate tra i coinvolti in un finto incidente, studiato a tavolino, che darà luogo poi a ben sette risarcimenti in denaro: un assegno a ciascuno dei coinvolti. Interlocutori Pietro Ciciriello (che nell'occasione usa il telefono di Maisto); e l'avvocato Silvia Bellino:

Bellino (B) : «Ehi Gianluca...». Ciciriello (P): «No, Piero sono, avvocato...». B: «No, dobbiamo fare lunedì perché...poi ti spiego...c'è un problema su quei cosi, non sono più quelli di Mesagne...». P: «Ho capito». B: «Per questo non l'ho chiamato, capito? ...Si devono fare ...sono barrati quindi...si devono fare lunedì». P: «Ah...va benissimo allora, d'accordo». B: «Ok?». P: «Ok». B: «Infatti...ciao bello, ciao». P: «Ciao».

Segue la telefonata tra Natale Sardella (L) e Pietro Ciciriello (P) (che nell'occasione usa il telefono di Maisto:

P: «Lino!!!». L: «Ehi Gianluca». P: «Piero sono». L: «Ehi Piero dove sta Gianluca?». P: «A Taranto». L: «Come a casa». P: «A Taranto». L: «Eh...la..chi c'è...mio padre...». P: «No, ...hanno rimandato». L: «...scusa, mio padre non ci deve andare più?». P: «No». L: «Eh, cazzo, non mi avvisa». P: «Lunedì se ne parla». L: «Quando?». P: «Lunedì se ne parla». L: «Eh cazzo...e non mi avvisa...fa andare quello là a capocchia» P: «E' andato?». L: «E cazzo...come non è andato?». P: «Che se lo dovevo chiamare io per andare. Lo dovevo avvisare io». L: «Ehi, mio padre nella banca sta...». P: «Mannaggia San Barsanofrio...a me Gianluca mi ha detto mettetevi d'accordo con l'avvocatessa e poi avvisalo Antonio a che ora deve andare ...mi pensavo che non lo sapeva ...che non doveva andare». L: «Mio padre all'una meno...dalle 3 meno un quarto stava davanti alla ...e sta là». P: «Mannaggia Cristo...lo puoi avvisare tu Li...?» L: «E adesso che gli devo dire, ...lunedì?» P: «Si, digli che è nato un imprevisto lunedì se ne parla (...........omissis...............)».

Da queste due conversazioni si rileva che le operazioni di incasso dell'assegno destinato ad Antonio Sardella sono rinviate, per difficoltà non meglio precisate dall'avvocato Bellino, al successivo lunedì. Il giorno 06/06/2010, alle ore 09.48 parlano al telefono Egizio Gianluca Maisto («M») ed Antonio Sardella («S»):

S: «Pronto?». M: «Antonio!!!». S: «Si». M: «Gianluca». S: «Ehi Gianluca». M: «Buongiorno, senti una cosa...domani tu e tuo fratello alle 12 meno un quarto...fatti trovare vicino al Penny, in via Appia». S: «Alle 8 meno un quarto?». M: «12 meno un quarto». S: «Ah...va bene». M: «Ok?». S: «Ok». M: «Eh...ciao Antonio». S: «Ciao». M: «Ciao».
Alle 11.43 del 07/06/2010 dialogano al telefono Natale Sardella (L) e Gianluca Egizio Maisto (M):

M: «Pronto?». L: «Gianlù...». M: «Ehi». L: «Mio padre davanti al Penny sta aspettando». M: «Ah?». L: «Mio padre davanti al Penny sta aspettando». M: «Si, l'avvocatessa deve andare, non ci sto io». L: «E chi sta andando?». M: «Adesso viene ...l'avvocatessa». L: «va bene meh...». M: «Ciao». L: «Ciao».
Circa un'ora dopo, alle 12.51, parlano al telefono Gianluca Egizio Maisto (M) e Pietro Ciciriello (C)

C: «Ohu!». M: «Ohu!». C: «“Senza gambe” è uscito ...(incomprensibile)...tutto tranquillo, eh! ...Sembra che non ha fatto chiacchiere!». M: «Ah! Va bene! Ok!». C: «...Adesso sta il fratello dentro...». M: «...Ciao». C: «Ok, ciao!».

Sempre nello stesso giorno, alle 13.47, parlano Gianluca Egizio Maisto (M) e Giusy D'Amico (D):

D: «Gianlù!». M: «Ehi!». D: «Guarda che ora viene Piero ti deve dire una cosa per il padre di...Lino». M: «Che ha fatto?». D: «...100 euro si è preso». M: «...perché?». D: «Che so?...dice che all'avvocatessa le ha detto “io di qua mi devo prendere 100 euro” ...e dice che l'avvocatessa ha detto “no aspetta, facciamo prima i conti”...dice che dalle mani ...dalle mani...subito, sopra il bancone ha preso e si è preso 100 euro!». (.........omissis.........)
Un minuto dopo tale conversazione Gianluca Egizio Maisto (M) parla di nuovo con Giusy D'Amico:

D: «Gianlù!» M: «Ma tu quanto tieni adesso?». D: «Ah?». M: «Quanto tieni tu?». D: «Non lo so, non li ho contati, adesso sto guidando, adesso che vado a casa li conto, Gianlù». M: «Com'è, ti metti i soldi in tasca e non sai quanto tieni? D: «Gianlù, tutti a me, me li ha dati l'avvocatessa! 600 euro a quello!» M: «Non ne ha fatto bonifico?» D: «Si e 2000 euro!» M: «Ah, vabbé, dai!» D: «Ha fatto tutto, non ti preoccupare...eh, ciao!» M: «...quanto gli hai dato a Piero?». D: «Ah?». M: «Quanto gli hai dato a Piero?» D: «200, i 200 euro che mi ha dato l'avvocatessa della bolla!» (...omissis...).

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