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Cronaca Piazza Michelangelo Merisi Caravaggio

Ordigno al Sant'Elia: l'attentatore confessa e va ai domiciliari

"Aveva palpeggiato la mia fidanzata: per questo ho piazzato l'ordigno sotto alla sua auto". Fabio Sciarra, 33 anni, ha ammesso la sua responsabilità nell'attentato dinamitardo verificatosi la sera dell'1 maggio in piazza Caravaggio, al rione Sant'Elia. Lo ha fatto stamani, davanti al giudice del Riesame, che lo ha fatto tornare a casa in regime di domiciliari

BRINDISI – "Aveva palpeggiato la mia fidanzata: per questo ho piazzato l'ordigno sotto alla sua auto". Fabio Sciarra, 33 anni, ha ammesso la sua responsabilità nell’attentato dinamitardo verificatosi la sera dell’1 maggio in piazza Caravaggio, al rione Sant’Elia. Lo ha fatto stamani, davanti al giudice del Riesame. Questi ha accolto l’istanza di attenuazione della misura cautelare presentata dall’avvocato del brindisi, Daniela D’Amori, lasciandolo tornare a casa in regime di domiciliari. 

Sciarra si trovava in carcere dallo scorso 2 giugno, quando venne raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Brindisi, Giuseppe Licci, su richiesta del pm Valeria Farina Valaori. I poliziotti della squadra mobile lo identificarono grazie alle immagini riprese dalle telecamere presenti in zona.

Quando piazzò la bomba sotto alla Volkswagen Polo di un 29enne già noto alle forze dell'ordine, Sciarra aveva una fasciatura con stecca alla mano sinistra. Questo particolare si rivelò decisivo nel corso delle indagini. I poliziotti confrontarono infatti le fattezze dell’attentatore (che per qualche secondo si sfilò il passamontagna con cui era entrato in azione, lasciando riprendere il suo volto dagli occhi elettronici) con quelle di altre persone che in quello stesso periodo avevano il medesimo bendaggio.

All’appello manca però ancora un altro tassello: il complice di Sciarra. Come si evince dai video acquisiti dalla Mobile, infatti, due persone raggiunsero piazza Caravaggio quella sera. La deflagrazione fu violenta. L'onda d'urto, da quanto appurato dagli investigatori, avrebbe potuto uccidere chiunque si fosse trovato nel raggio di una ventina di metri. Lo scoppio fu avvertito in tutto il quartiere. 

Le indagini, dunque, vanno avanti. Perché i poliziotti danno ancora la caccia alla seconda persona coinvolta.

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