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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Francavilla Fontana

Palazzo di via Raggio: chiesto il giudizio per sei, geometra comunale incluso

FRANCAVILLA FONTANA - Il Tar aveva revocato il permesso a costruire, la procura chiede adesso il rinvio a giudizio sia per chi rilasciò quel permesso, sia per chi edificò il palazzo. Tremano le oltre venti famiglie che da anni risiedono nell’immobile in via Luigi Raggio edificato dalla Edil 2C, al pari dei sei indagati chiamati a comparire il 10 febbraio prossimo di fronte al giudice per l’udienza preliminare Giuseppe Licci. Uno è il geometra comunale Antonio Pontecorvo, accusato di abuso d’ufficio (avvocato Gabriele Di Noi) per avere rilasciato la concessione edilizia.

FRANCAVILLA FONTANA - Il Tar aveva revocato il permesso a costruire, la procura chiede adesso il rinvio a giudizio sia per chi rilasciò quel permesso, sia per chi edificò il palazzo. Tremano le oltre venti famiglie che da anni risiedono nell’immobile in via Luigi Raggio edificato dalla Edil 2C, al pari dei sei indagati chiamati a comparire il 10 febbraio prossimo di fronte al giudice per l’udienza preliminare Giuseppe Licci. Uno è il geometra comunale Antonio Pontecorvo, accusato di abuso d’ufficio (avvocato Gabriele Di Noi) per avere rilasciato la concessione edilizia.

Poi ci sono i fratelli Ugo, Luana, Rosaria e Antonia Selleri, primi proprietari dell’immobile demolito per fare posto al palazzo costruito successivamente, oltre al legale rappresentante della società costruttrice, Francesco Cervellera (avvocati Stefano Maranella e Vito Epifani). Nel ruolo di parti offese compaiono invece i due denuncianti, entrambi residenti nei palazzi confinanti a quello finito nel mirino della procura, ossia l’ufficiale di polizia giudiziaria Giovanni Salonne (avvocato Pasquale Annicchiarico) e l’ex segretario comunale Gaetano Calò, che da anni lamentano una vita impossibile nelle palazzine adiacenti, private di aria e luce, in una parola di vivibilità, dal palazzo di ultima costruzione.

Fra le parti offese compare anche il Comune di Francavilla nella persona del sindaco pro-tempore, in questo caso il primo cittadino Vincenzo Della Corte. Autorizzazioni comunali a costruire concesse in barba alla legge. L’assunto intorno al quale ruota l’intera vicenda, passata anche per il giudizio del Tribunale amministrativo regionale, che ha accolto le istanze dei due ricorrenti, è questo. Nel giudizio al cospetto della magistratura amministrativa, ha pesato una argomentazione su tutte: le abitazioni di Salonne e Calò, sono state pressochè completamente private di aria e luce dall’immobile della Edil 2C costruzioni. Tutto perfettamente in regola, almeno sulla carta.

Ma le concessioni regolarmente richieste dalla rinomata azienda edile, e accolte in toto dall’Ufficio tecnico comunale, violerebbero del tutto del tutto le prescrizioni del piano di fabbricazione (dato che Francavilla non ha ancora un Pug, ndr). Il palazzo, destinato a parcheggio, attività artigianale-commerciale e residenze, sarebbe stato costruito in totale violazione di parametri essenziali. Avrebbe dovuto rispettare le altezze dei palazzi circostanti, e risulta essere più alto di almeno 5 metri, per volumi in eccesso al consentito, e nel mancato rispetto della distanza minima tra i fabbricati.

Il risultato, la totale asfissia del palazzo dintorno, la chiusura dello spazio limitato sul quale si affacciano le finestre, con conseguente sottrazione di aria e luce e creazione di una intercapedine insalubre. Le argomentazioni contenute nel ricorso sono state accettate in toto dal Tar, che ha revocato d’autorità il permesso a costruire in merito ad un palazzo dove vivono già almeno venti famiglie, che dalla Edil 2C hanno acquistato i loro appartamenti. Famiglie che attendono ora col fiato sospeso i risvolti del pronunciamento del tribunale. Abbattere e ricostruire, la conseguenza più temuta, non solo in via Luigi Raggio, perchè permessi della stessa natura, sono stati rilasciati nel tempo, a numerosi palazzi disseminati per tutta la città.

A conclusioni assai simili è arrivata la procura, che ha dato incarico al consulente tecnico Sergio Cisternino di mettere a punto le verifiche necessarie, suggellate in una perizia recentemente depositata. A seguito della relazione del Ctu, il procuratore capo Marco Di Napoli che ha firmato di suo pugno l’avviso di chiusura delle indagini preliminari, ha decretato che ce n’è abbastanza da dare il via al processo. L’ultima parola spetta adesso al gup.

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