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Cronaca

"Parato veniva col maresciallo"

BRINDISI – Giuseppina Marchello e il marito Giovanni Vantaggiato – che lei nell’atto di denuncia per la truffa subita tra il 2006 ed il 2007 a Torre S.Susanna, definisce uno dei suoi “autisti” – sapevano sin dalle settimane successive alla scoperta del bidone attuato nei loro confronti che non avrebbero potuto rivalersi in alcun modo contro Cosimo Parato e gli altri soggetti che erano riusciti a farsi consegnare dalla società di Copertino gasolio e benzina per uso agricolo e per autotrazione, sino ad un valore di 342mila euro. Infatti Giuseppina Marchello, a capo della società in accomandita semplice Carburanti Marchello, incaricò degli accertamenti sulla consistenza patrimoniale e finanziaria degli autori della truffa un investigatore privato, il quale alla fine consegnò una relazione in cui gli stessi venivano definiti pluriprotestati e proprietari di un bel nulla, stante i sequestri ed i pignoramenti nei loro confronti.

BRINDISI – Giuseppina Marchello e il marito Giovanni Vantaggiato – che lei nell’atto di denuncia per la truffa subita tra il 2006 ed il 2007 a Torre S. Susanna, definisce uno dei suoi “autisti” – sapevano sin dalle settimane successive alla scoperta del bidone attuato nei loro confronti che non avrebbero potuto rivalersi in alcun modo contro Cosimo Parato e gli altri soggetti che erano riusciti a farsi consegnare dalla società di Copertino gasolio e benzina per uso agricolo e per autotrazione, sino ad un valore di 342mila euro. Infatti Giuseppina Marchello, a capo della società in accomandita semplice Carburanti Marchello, incaricò degli accertamenti sulla consistenza patrimoniale e finanziaria degli autori della truffa un investigatore privato, il quale alla fine consegnò una relazione in cui gli stessi venivano definiti pluriprotestati e proprietari di un bel nulla, stante i sequestri ed i pignoramenti nei loro confronti.

Ma come mai Giuseppina Marchello, parte lesa nel processo per truffa contro Parato e Co. conclusosi con due condanne il 19 aprile scorso, si fidò di una persona che non conosceva a fondo, accontentandosi della semplice esibizione dei libretti Uma rilasciati a Brindisi, sino al punto da accettare da Parato assegni postdatati per circa due anni, prima di rendersi conto di essere stata truffata ed aver patito un danno di 342,559 euro? Nell’atto di denuncia del 27 marzo 2008, stando alle carte processuali, la Marchello (nata a Chianche, Avellino, nel 1945) nella ricostruzione della vicenda fa esplicito riferimento con nome, cognome e grado ad un maresciallo dei carabinieri che aveva talvolta accompagnato Parato al deposito, e che lei aveva riconosciuto come originario di Copertino. La cosa avrebbe tranquillizzato Giuseppina Marchello circa la solvibilità di Parato.

E Parato si riforniva in abbondanza. La Marchello spiega nell’atto di denuncia che per piccolo quantitativi l’uomo provvedeva da sé al trasporto con taniche, mentre per quantitativi consistenti intervenivano con una propria autocisterna la stessa Carburanti Marchello Sas, e gli autisti “Giovanni Chiriatti e Giovanni Vantaggiato” che trasportavano il gasolio sino all’azienda agricola di contrada Tirignola indicata da Parato come propria. Cosimo Parato effettuava i prelievi  anche per conto di Angela e Valerio Parato, secondo uno schema preordinato, esibendo i libretti Uma di tutti e tre, sui quali – ha spiegato la Marchello al processo – venivano annotati i quantitativi di carburante erogati, e a fronte degli stessi la carburanti Marchello Sas emetteva periodiche fatture. Ma in cambio riceveva sempre assegni postdatati.

Nel 2007 Cosimo Parato cominciò a ritirare partite di carburante anche per conto di Francesco Greco, all’epoca 40enne, sostenendo di essere un suo parente. Pagando sempre con assegni postdatati, che però cominciarono a giungere a scadenza. Ma Parato ne chiese e ottenne il rinnovo, ufficialmente perché Giuseppina Marchello lo considerava ancora un buon cliente. Poi cominciarono a tornare indietro dalla banca, respinti, gli assegni di Francesco Greco. La Marchello tentò di mettersi in comunicazione con Parato, ma questi – dirà poi in denuncia la titolare della Carburanti Marchello Sas – non rispondeva più al telefono. Scomparso. Insomma, la truffa era ormai lampante. L’esame attento dei libretti Uma ne rivelò la falsificazione. Non restava che correre ai ripari, e si diede incarico ad un investigatore privato di accertare se i parato fossero titolari di beni pignorabili. Il quadro che ne emerse fu disastroso per le aspettative della Marchello. Quindi la denuncia ed il processo di primo grado conclusosi il 19 aprile.

Nelle more, un tentativo di uccidere Cosimo Parato nella mattinata di domenica 24 febbraio 2008, quando nello spazio di manovra comune del condominio dove Parato abita, nel centro abitato di Torre S.Susanna, esplose una bici – bomba comandata a distanza che ferì in maniera gravissima lo stesso Parato, poi le fiamme che avvolsero l’auto dello stesso Parato nel maggio 2011 nei pressi dell’abitazione, ed infine il grosso incendio nella notte tra il 31 luglio e l’1 agosto 2011 nello stesso condominio di via Panarese, nel garage pieno di vetture, tre delle quali andarono distrutte. Il fascicolo sull’attentato a Parato è stato riaperto dal pm Milto De Nozza: i congegni utilizzati per la bomba del 2008 a Torre e di quella del 19 maggio 2012 a Brindisi sono identici, sembra; e Parato, a quanto pare, già all’epoca fece il nome di Vantaggiato come possibile autore dell’attentato in cui rischiò di morire.

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