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Cronaca

Parlamentarie, 5 indagati. Ora i politici

BRINDISI - Appurato che c’era un quantitativo interessante di gente che non si era mai recata a votare alle primarie del centrosinistra, verificato che quindi le firme in calce agli elenchi dei votanti sono false, ora si passa al secondo step. La procura di Brindisi ha delegato la Digos di eseguire indagini supplementari.

BRINDISI - Appurato che c’era un quantitativo interessante di gente che non si era mai recata a votare alle primarie del centrosinistra, verificato che quindi le firme in calce agli elenchi dei votanti sono false, ora si passa al secondo step. La procura di Brindisi ha delegato la Digos di eseguire indagini supplementari, partendo dagli indagati già iscritti nel registro dal procuratore aggiunto Nicolangelo Ghizzardi, per individuare quali siano i candidati (nelle file di Sel e del Pd) alle competizioni di centrosinistra che abbiano ricevuto vantaggi dalle ‘magagne’ compiute a seggi aperti.

Se ve ne sono, e sarà facile accertarlo, anche sulla base dei risultati che poi sono stati conseguiti dagli stessi alle politiche, sarà possibile ipotizzare anche per loro il concorso in falsità in scrittura privata già contestato ad almeno cinque “scrutatori”. Va ricordato che si tratta di irregolarità che vanno tenute nei confini di una competizione che non ha nulla di realmente elettorale, ma non ha alcun valore istituzionale, bensì interno ai partiti. Le primarie, infatti, non sono uno strumento costituzionalmente riconosciuto per l’individuazione dei candidati alle elezioni.

I partiti (che sono associazioni che non hanno personalità giuridica) possono scegliere se indirle o meno, si tratta comunque di un metodo di selezione dei concorrenti alla poltrona di parlamentare strettamente connesso alla legge elettorale in vigore che prevede liste chiuse e che dà facoltà proprio ai partiti e alle coalizioni di individuare e imporre agli elettori una rosa di nomi, posti in elenco, nell’ordine progressivo che, a seconda dell’attribuzione dei seggi, ne garantisce l’ingresso alla Camera o al Senato.

Nel Brindisino le primarie – parlamentarie si sono tenute il 29 e 30 dicembre del 2012. Sulle presunte “anomalie” registrate aveva presentato un esposto un candidato di Sel, Francesco Colizzi, direttore del Dipartimento di salute mentale di Brindisi. L’inchiesta è delegata ai poliziotti della Digos. Dall’ascolto di un campione di votanti, in particolare coloro che si erano recati nel seggio allestito a Torre Santa Susanna, emerse che c’erano almeno trenta persone la cui firma era riportata nelle liste e che invece non si erano mai spostati dalla propria abitazione.

“Immediatamente dopo l’esito dello scrutinio ho presentato un ricorso alla commissione nazionale di garanzia del Pd per denunciare alcune anomalie nell’ affluenza ai seggi in alcuni Comuni, tra cui quelli di Oria, Torre Santa Susanna e di Francavilla Fontana, gli stessi, guarda caso, che sono presenti nella denuncia del dott. Colizzi. Ma a Roma – afferma Antonella Vincenti – la faccenda ha trovato scarso interesse, forse perché considerata una accettabile anomalia”.

Quanto a Colizzi, invece, egli ha rilevato una serie di stranezze e ha portato come esempio quanto si sarebbe verificato nel comune di Torre Santa Susanna. Sarebbe ‘palese’ secondo Colizzi il “mancato confronto dei dati dell’afflusso al voto rispetto alla“platea prevista”. L’esempio si riferisce a quanto accaduto nel seggio elettorale della stessa Torre Santa Susanna: “Alle primarie del 25 novembre c’è stato il seguente andamento: ore 12.00, votanti 143; ore 17.00, votanti 400; totale finale, votanti 565 (voti validi 562), di cui 274 voti a Vendola e 226 a Bersani (quasi nulla gli altri candidati)”.

Poi, invece “il 30 dicembre, questo l’andamento ufficiale dell’afflusso al voto nello stesso seggio di Torre Santa Susanna: ore 12.00, votanti 220; ore 17.00, votanti 450; totale finale,votanti 646 (leggasi seicentoquarantasei)”. “In sostanza – scriveva Colizzi – al voto a Torre Santa Susanna si sarebbero recate non solo tutte le persone che hanno votato a novembre, ma ben 81 (leggasi ottantuno, siamo in un piccolissimo centro) persone in più. Quanto alle preferenze, il Pd avrebbe ottenuto 346 voti e Sel 296 (dei quali 280 al candidato Matarrelli, più suffragato dello stesso Vendola, e 12 al candidato Colizzi)”.

Insomma, sotto la lente di investigatori e inquirenti, ora, ci sono i politici. Perché, assodato ormai che alcuni degli addetti al seggio, gli “scrutatori” designati, avrebbero falsificato le carte, è anche chiaro che essi non lo hanno fatto per trarne vantaggio personale, ma per avvantaggiare chi effettivamente era in corsa. Ed è difficile sostenere, secondo gli inquirenti, che chi era in corsa, se effettivamente è stato favorito, potesse non sapere.

 

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