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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

La prima denuncia da un imprenditore: "Parlo con il tuo angelo custode"

Il professionista ha acquistato per il mistico una casa per 340mila euro e ha riconosciuto come sua figlia, la piccola partorita da una collaboratrice del veggente, nata dopo inseminazione

BRINDISI – “Io parlo con il tuo angelo custode che si chiama Oriele, pace di Dio: dice che tu e tua moglie avrete due gemelli, Michele e Angelica, saranno predestinati, ma sono esposti alle aggressioni del demonio e dovranno essere portati in Portogallo e affidati a una suora. Tu per questo devi sostenermi e pagare”.

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La denuncia dell’imprenditore

E’ agghiacciante il contenuto della prima denuncia sporta a Brindisi nei confronti di Paola Catanzaro, già Paolo, alias il mistico, conosciuto come Sveva Cardinale, finita in carcere, a Lecce, nella notte tra lunedì e martedì, con l’accusa di essere stata a capo di un’associazione per delinquere finalizzata alla truffa. Uno dei truffati, scivolato e risucchiato nel vortice degli artifici contestati dalla Procura, è un imprenditore attivo da tempo nel settore dei trasporti, che aveva un solo desiderio: diventare padre e per dieci anni ha creduto nei poteri del mistico, dei suoi angeli, finendo in una storia diventato un incubo nel quale c’è stato posto persino per una inseminazione artificiale.  L’uomo si è presentato il 17 maggio 2017 presso il Nucleo di polizia tributaria per raccontare quel che era capitato a lui e alla moglie, da tempo sofferenti perché volevano avere dei figli. Ma quei figli non erano arrivati. Ed è una storia incredibile, assurda, allucinante stando a quanto è riportato nell’ordinanza di arresto.

La difesa al Riesame

L'avvocato Cosimo PagliaraCatanzaro intende affrontare l’interrogatorio di garanzia domani nel carcere di Borgo San Nicola, mentre il suo difensore, Cosimo Pagliara (nella foto accanto), ha già depositato istanza al Tribunale del Riesame per chiederne la scarcerazione per assenza dei gravi indizi di colpevolezza e in subordine per l’attenuazione della misura con il riconoscimento dei domiciliari. Anche con il braccialetto elettronico. Secondo il penalista la vicenda sarebbe inquadrabile in un contesto privato, sulla quale l’indagata avrà modo di riferire al gip. Non è possibile aggiungere altro al momento. Pesa l’accusa imbastita sul contenuto di quella denuncia, a cui hanno seguito altre storie riferite su Catanzaro, tutte relative al periodo in cui era “mistico”. Alcune trasmesse per competenza territoriale al Tribunale di Padova.

Le visioni davanti alla chiesa e in sala da pranzo

L’imprenditore ha riferito di aver conosciuto il “veggente Catanzaro leggendo i giornali dal ’92: il 24 di ogni mese vedeva la Madonna in contrada Uggio”. Sua sorella “Pina diceva di vedere Gesù nella sala da pranzo della sua abitazione”.  Lui e la moglie si sono avvicinati a lui in un momento, da credenti,  di “grande frustrazione e vulnerabilità”. Dal settembre 2005, stando a quanto si legge, “Catanzaro cominciava a contattarlo al telefono, invitandolo a incontrarlo perché voleva metterlo al corrente dei progetti che Dio aveva nei suoi confronti. L’incontro avvenne a Brindisi, dove “abitava Catanzaro, proveniente da una famiglia molto umile”, in una casetta messa a disposizione gratuitamente “da un sacerdote di Brindisi”.

Il mistico malato terminale

“Il mistico era malato terminale”, secondo quanto riferito nella denuncia: l’imprenditore lo vide “a letto, sofferente, con i polsi fasciati, a causa di ferite che egli definì come stimmate”. In quella occasione Catanzaro disse al professionista di parlare con il suo angelo custode e gli spiegò del progetto delle croci: “Consisteva nella costruzione mensile di numerosi croci in legno massiccio da posizionare su tutta la terra e in ogni nazione” allo scopo di “mettere al riparo l’umanità da tremende calamità” come “guerre, carestie e terremoti”. Servivano però “duemila euro al mese”.

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Il desiderio di paternità e l’acquisto dell’appartamento

A lui e alla moglie Catanzaro avrebbe detto che  in tal modo sarebbero riusciti ad avere due gemelli, “purché avessero portato obbedienza a lui” e ai suoi adepti, tra i quali ci sarebbe stato Francesco Rizzo, diventato suo marito, “definito l’arcangelo Gabriele”. Sempre “facendo leva sul desiderio di paternità, Catanzaro diceva che avrebbe dovuto prendersi cura della sua famiglia e per questo l’imprenditore ha acquistato “un appartamento al Casale per 235mila euro, pagato con assegni circolari” e ‘arredamento per 38.500 euro.

“Le elargizioni proseguivano sotto forma di acquisto di gioielli”, come una “collana che raffigurava una colomba” e altro per 6.900 euro più 70mila euro, somma necessaria per “far fronte a un assertito intervento chirurgico per l’asportazione di un tumore al cervello in Svizzera, versata nel settembre 2007”. Ci sarebbero stati altri versamenti: 20mila euro il 30 maggio 2008, 30mila il 29 luglio successivo, 35mila euro il primo settembre dello stesso anno e ancora 12.500 il 24 ottobre.

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I gemelli mai nati

“Nel gennaio 2009, Catanzaro comunicava che di lì a poco avrebbe avuto due gemelli ma poiché erano esposti alle aggressioni del demonio, doveva portarli a Fatima, per essere affidati a una suora”. I bimbi sarebbero nati il 13 febbraio, mentre gli incontri mensili in contrada Uggio venivano sospesi. Alla fine dell’anno “Catanzaro contattava” l’imprenditore per dirgli che avrebbe dovuto affrontare “un nuovo intervento per un tumore al fegato e che aveva bisogno di 150mila euro, versati con più assegni”. Poi gli chiedeva un “anello che custodiva il sangue di Gesù”, del valore di 28mila euro. “Tempo dopo gli diceva  che grazie alla sua fede e quell’anello era risorto e che quindi poteva  portare a termine il progetto delle croci”. Da qui altre richieste economiche.

Il terzo figlio e le altre richieste di denaro

L’indagato avrebbe successivamente consegnato al professionista le “foto di due bambini indicati come gemelli, suoi figli” che l’imprenditore sostiene di aver messo sul suo comodino in attesa di conoscerli di persona. Non solo. Catanzaro diceva anche che “sarebbe diventato padre per la terza volta, grazie a una donna”, una delle indagate rimaste a piede libero, presentata a lui come “un angelo”. Per avere il terzo figlio avrebbe dovuto “sostenere l’acquisto di due appartamenti una per la donna e l’altro per Rizzo”. Anche in questo caso ci sarebbe stati versamenti di assegni in favore di un’impresa edile di Brindisi. Poi l’acquisto di un anello per proteggere i piccoli dal demonio e altri diecimila euro.

La gravidanza interrotta e la trasformazione di Paolo

All’inizio del 2012 la donna “comunicava all’imprenditore di essere rimasta incinta, come preannunciato dal mistico”. Catanzaro diceva che “essendo la donna un angelo, aveva deciso volontariamente di interrompere la gravidanza anche perché la creatura era capo dei demoni dal nome Baal”. L’anno dopo, Catanzaro gli diceva che si “sarebbe assentato a lungo, ma che sarebbe tornato come donna, grazie alla sua natura divina, dono di dio la metamoforsi”. A questo punto “si sarebbe potuta sposare con lui e avere una famiglia con i due gemelli” che l’imprenditore continuava a non incontrare di persona, mentre diventava più “stretto il rapporto con la donna, collaboratrice del mistico”.

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L’inseminazione artificiale

Nel 2014 la donna era di nuovo incinta, ma nulla sarebbe stato detto al professionista. “Invero il bambino era il frutto di un’inseminazione artificiale eterologa che la stessa aveva subito su impulso di Catanzaro in una clinica di Madrid”. Nel gennaio 2015, il matrimonio tra Paola Catanzaro e Francesco, ripreso dal settimanale Oggi. Il 10 febbraio la donna “partoriva una bambina che l’imprenditore riconosceva come sua, pensando fosse il frutto di una loro relazione”. Intanto Catanzaro decideva di intraprendere l’attività di stilista di moda e attrice con il nome di Sveva Cardinale e convinceva lo stesso a versare 94mila euro tramite quattro bonifici.

L’atelier e i film

Nasce così l’atelier di abiti da sposa. Si avviano i progetti per due film: Un nuovo giorno e Riflessioni obbligatorie, quest’ultimo “con un costo di partecipazione per 549mila euro”, somma che l’imprenditore versa alla società. Altri 250mila euro e poi 20mila euro sarebbero stati pagati successivamente sempre per il film.

L’angelo ribelle e il soggiorno in America

Nel settembre 2016 “Catanzaro convinceva” l’uomo ad allontanarsi dalla donna perché era “diventata un angelo ribelle”, poi lo “invita a trascorrere con lei una vacanza a Dubai perché il suo matrimonio era finito” Il professionista parte con lei e al rientro versa 116.208 euro per l’attività di stilita di Sveva che a dicembre vola negli Stati Uniti per “sottoscrivere un contratto come regista” e lo “scongiurava di farle un altro bonifico di 180mila euro”.

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La verità e la confessione

La svolta sarebbe avvenute durante il soggiorno di Sveva negli States, perché l’imprenditore sostiene di essersi “riavvicinato alla donna” e di aver saputo solo in quel momento la verità: “i gemelli erano i nipotini della donna, il figlio non era mai nato, perché aveva abortito indotta da Catanzaro avendole detto la Madonna che il piccolo era affetto da sindrome di down e che sempre Catanzaro, per superare la crisi depressiva dopo l’aborto, l’aveva spinta a intraprendere l’inseminazione artificiale”.

Al ritorno del “mistico da New York” l’imprenditore esternava tutto il suo disprezzo. Si arriva al 2017 con il tentativo di Catanzaro – riferito nella denuncia – di restituire una parte della somma avuta in dieci anni. Importo esiguo. E infine, la denuncia. La fine di un incubo. Probabilmente vissuto da altri.

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