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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Piano di riordino ospedaliero, il dg Asl ai sindaci: "Inevitabili gli accorpamenti"

"La storia dell'ospedale a casa propria è finita. Per migliorare la rete dei servizi non si potrà prescindere dagli accorpamenti". E' stato chiaro e risoluto il direttore generale dell'Asl Brindisi, Giuseppe Pasqualone, nel corso di un incontro con la conferenza dei sindaci dell'Asl svoltasi stamani a palazzo Nervegna

BRINDISI – “La storia dell’ospedale a casa propria è finita. Per migliorare la rete dei servizi non si potrà prescindere dagli accorpamenti”. E’ stato chiaro e risoluto il direttore generale dell’Asl Brindisi, Giuseppe Pasqualone, nel corso di un incontro con la conferenza dei sindaci dell’Asl svoltasi stamani a palazzo Nervegna, in presenza dei primi cittadini di Brindisi, Carovigno, San Vito dei Normanni, Ostuni, Latiano e Cisternino, oltre ai rappresentanti di altre amministrazioni comunali.

L’incontro era stato convocato dal presidente della Conferenza, Mimmo Consales, per far luce sulle prospettive delle strutture ospedaliere del Brindisino, alla luce del redigendo piano ospedaliero. Pasqualone, affiancato dalla responsabile delle comunicazioni dell’azienda ospedaliera, Giuseppina Scarano, ha delineato uno scenario in cui sono le ristrettezze economiche a farla da padrone, invitando i sindaci a resistere alle pressioni che verranno esercitate dai territori di competenza. Un’idea chiara delle risorse economiche di cui potrà usufruire l’Asl Brindisi la si avrà domani (3 febbraio), quando in Regione verrà definito l’accordo quadro per le strutture locali. Ad ogni modo si parte dal presupposto che gli ospedali di Brindisi, Francavilla Fontana e Ostuni saranno rispettivamente di secondo livello, di primo livello e di base, mentre gli atri resteranno presidi di assistenza.

Il piano dovrà soddisfare dei requisiti economiche fissati da tre norme: il Decreto ministeriale 70 delll’aprile 2015 (regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera); la legge 161 sui turni; la legge di stabilità, per quanto riguarda il costo del personale. A proposito di personale, Pasqualone ha spiegato che “non vi saranno risorse aggiuntive per incrementarlo”. Si va avanti quindi con una pianta organica segnata dalla carenza di 150 medici. Un deficit che renderà necessario il trasferimento di una esigua parte del personale da una struttura all’altra, “con coscienza” e attenendosi agli accordi con le organizzazioni sindacali. Per quanto riguarda il comparto, invece, a detta di Pasqualone non si registrano criticità. La conferenza dei sindaci dell'Asl-2

Il manager invita i sindaci a dimenticare i “piani di riordino fatti solo sulla carta in passato, che oggi sono improponibili”. La priorità deve essere quella di mettere in ordine i conti economici, eliminando entro 3-4 anni i disavanzi fatti registrare dalle varie strutture ospedaliere. Perché se così non sarà, si procederà d’ufficio con il commissariamento dell’Asl Brindisi. Pasqualonre rimarca che il prossimo piano di riordino ospedaliero “ce lo ritroveremo fra 10 anni”, per questo è importante che i sindaci non si facciano condizionare dalle “chiamate in causa locali”.

Alcuni reparti dovranno essere accorpati. Su questo non si discute. L’accorpamento è infatti l’unica via per “snellire le liste di attesa” e tagliare gli sprechi che si registrano in tre settori: farmaci, farmacie e analisi. Basti pensare che i conti economici del 2015 registrati dalle Asl pugliesi sono tutti in perdita e a Brindisi in particolare bisogna fronteggiare un passivo di 40 milioni di euro per gli sforamenti sui costi dei farmaci e la spesa farmaceutica in generale.

A partire da tale contesto vanno prese in considerazione le situazioni dei singoli ospedali. Il sindaco di Ostuni, Gianfranco Coppola, ha parlato del declassamento dell’ospedale della Città Bianca a struttura di base come una “retrocessione” che può essere accettata solo se si accelerano i tempi per l’insediamento del nuovo reparto di Pneumologia e l’ultimazione dei lavori di realizzazione di una nuova ala, tenendo conto anche del fatto che il nosocomio ostunese nei mesi estivi deve far fronte a un’utenza di circa 130mila persone. Pasqualone ha risposto ai quesiti posti da Coppola, assicurando che gli investimenti per la Pneumologia sono stati sbloccati e che nei prossimi giorni partiranno i lavori di ampliamento della struttura. Questo consentirà anche di risolvere le numerose problematiche che attanagliano il Pronto soccorso di Ostuni, definito “indecente” e “da terzo mondo” da Pasqualone.

L’ipotesi di declassamento della propria struttura ospedaliera non fa felice neanche l’amministrazione comunale di San Pietro Vernotico, rappresentata stamani dall’assessore ai Servizi sociali, Francesco Civino. Questi ha ricordato che l’ospedale “Melli” di San Pietro Vernotico, realizzato grazie a una donazione di terreni avvenuta decenni fa, sorge a cavallo fra le provincia di Lecce e Brindisi, servendo complessivamente una decina di comuni. Ma il destino del nosocomio sanpietrano è ormai segnato. “L’ospedale di San Pietro – afferma Pasqualone – non tornerà a essere una struttura base. La sua vicinanza all’ospedale Perrino è divenuta strategica per sostenere un’offerta di bassa e media intensità che non deve essere effettuata dallo stesso Perrino”. Pasqualone inoltre ha assicurato che vi saranno ulteriori investimenti per il reparto di Senologia del Melli, al cui interno presto verrà attivato il mammografo 3d nuovo di zecca arrivato giorni fa.

Il direttore dell’Asl ha anche fatto una panoramica sui restanti ospedali . “A Fasano – afferma Pasqualone – non si può tenere un reparto di Pneumologia senza l’anestesista (a tal proposito va ricordato che l’ospedale di Fasano verrà sostituito nei prossimi anni da un nuovo ospedale di Fasano-Monopoli, per la cui realizzazione la Regione ha stanziato 105 milioni di euro, ndr)”. Quelli di Ceglie Messapica e Cisternino sono a detta di Pasqualone “ottimi esempi di ospedali di comunità”. E in particolar modo a Cisternino dovrà essere avviata una “struttura periferica”. Il “Camberlingo” di Francavilla Fontana “funziona bene”.

Su imput del sindaco di Latiano, Cosimo Maiorano, Pasqualone si è anche soffermato su una delle questioni più spinose: quella riguardante il Pronto soccorso dell’ospedale Perrino, dove i tempi d’attesa per i pazienti con codici bianchi e verdi possono arrivare anche a un’intera giornata. A tal proposito il dg ha riferito che una boccata d’ossigeno verrà garantita dall’arrivo di 8 medici assunti un mese fa. “Il numero di medici in servizio al Pronto soccorso – afferma Pasqualone – salirà a 18”. Non solo. Presto verrà sistemata la stanza del 118 e già domani partiranno i lavori di realizzazione del cappotto termico.

La risoluzione dei problemi che affliggono il Pronto soccorso passa anche da una implementazione dei servizi territoriali. Pasqualone ha infatti spiegato che i pazienti alle prese con patologie croniche non possono essere trattato in ospedale. Allo stesso tempo è essenziale che si vada in Pronto soccorso solo per le patologie acute, lasciando la gestione dei codici bianchi e verdi a strutture alternative sparse sul territorio. “Se riuscissimo a fare subito degli investimenti – dichiara ancora Pasqualone – a San Pietro Vernotico, Fasano, Cisternino e Mesagne, elimineremmo l’80 per cento dei problemi”.

I sindaci che stamani hanno partecipato alla conferenza non hanno avuto nulla da obiettare rispetto alle considerazioni di Pasqualone. E’ da vedere, però, se gli amministratori manterranno un atteggiamento collaborativo anche quando la scure del nuovo piano ospedaliero si abbatterà sulle singole strutture. In quel caso prevarrà il senso di responsabilità, oppure le rimostranze di cittadini e addetti ai lavori avranno la meglio? 

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