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Cronaca

Perseguitata per anni da uno stalker: fine dell'incubo per una donna

Emesso divieto di avvicinamento alla vittima a carico di un 26enne che tempestava una donna di messaggi, le rigava la fiancata dell'auto e si presentava nel suo negozio

BRINDISI - La tempestava di messaggi tramite Whatsapp. Si presentava sempre presso il locale pubblico da lei gestito. In una occasione ha persino rigato la fiancata della macchina. Ma grazie all’intervento dei carabinieri, è finito l’incubo della donna costretta a cambiare le proprie abitudini di vita, a causa di uno stalker. Si tratta di un 26enne di Brindisi che non ha mai avuto un legame affettivo con la vittima. L’uomo è stato raggiunto da un’ordinanza di divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla parte offesa. Le indagini sono state condotte dai carabinieri della stazione di Brindisi Centro.

Da quanto appurato dai militari, l’uomo ha conosciuto la donna nel 2016. Nel novembre del 2017 ha iniziato a molestarla e ad avere atteggiamenti morbosi e di gelosia, presentandosi costantemente presso il locale pubblico da lei gestito e facendo scenate anche in presenza dei clienti ogni qualvolta la notava dialogare con altri ragazzi. La donna in più circostanze ha tentato di convincere l’uomo a desistere da tali comportamenti, ma nonostante ciò egli ha proseguito nella sua condotta, contattandola in più circostanze al telefono, inviandole numerosi messaggi anche vocali, tramite Whatsapp, appostandosi e spesso transitando in auto nei luoghi da lei abitualmente frequentati, minacciandola infine di farle “passare le pene dell’inferno”. La vittima in una circostanza ha notato l’uomo seduto sul sedile lato passeggero di una vecchia autovettura, condotta da altra persona che allungato il braccio fuori dal finestrino e con un oggetto appuntito ha graffiato la fiancata destra della vettura utilizzata dal suo compagno.

A nulla sono valsi i tentativi della vittima di convinvcere l’uomo ad interrompere le molestie e chiedere l’intervento della madre per cercare di indurre il figlio a non proseguire con le condotte persecutorie. Anche altri testimoni hanno riferito di aver notato l’uomo costantemente nel locale pubblico gestito dalla donna assumere atteggiamenti di gelosia. La vittima in sede di denuncia ha anche manifestato il profondo stato di prostrazione psicologica causato dalle condotte dell’indagato essendo peraltro in stato di gravidanza, pertanto ha dovuto modificare le sue abitudini di vita per evitare contatti con il molestatore vivendo in uno stato costante e grave di ansia e di timore per la propria incolumità.

Il giudice del tribunale di Brindisi, sulla scorta del racconto della donna, al fine di scongiurare il pericolo di reiterazione delle medesime condotte, ha emesso la misura coercitiva personale del divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi abitualmente frequentati dalla stessa cioè l’abitazione e dove svolge l’attività lavorativa, prescrivendo di mantenersi ad una distanza di almeno 300 metri nonché di non comunicare in qualsiasi modo, di persona, via telefono o attraverso strumenti telematici.

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