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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

“Non posso sbagliare, mi mandano al 41 bis: quando esco sarà l’apocalisse”

Sequestrati nuovi pizzini scritti in carcere da Raffaele Martena e destinati al cugino: “Sono uomo d’onore, diabolico e malavitoso”

BRINDISI – “Sappi che Raffaele Martena è uomo d’onore  non come tanti falsi malavitosi, io sono malavitoso allo stato puro, anche da qui dentro e tale morirò. Quando esco sarà l’apocalisse, ma non posso sbagliare, sennò mi mandano al 41 bis”.

Le sfoglie dal carcere

Raffaele Martena-2Altri pizzini. Sfoglie nuove, inedite, scritte da Raffaele Martena e inviate a diversi brindisini, tra i quali il cugino Andrea Martena, finito in carcere nell’inchiesta Oltre le mura della Direzione distrettuale antimafia di Lecce lo scorso mese di maggio. Le lettere sono state trovate a casa di quest’ultimo dagli agenti della Mobile e sono state riportate– in parte – nell’integrazione depositata in occasione del ricorso al Tribunale del Riesame, presentato dai difensori. Gli omissis a coprire buona parte del testo, restano. Per l’accusa, la lettura rimanda all’esistenza del “sodalizio di stampo mafioso facente capo a Raffaele Martena”.

Si tratta di cinque missive provenienti dalla casa circondariale di Terni “scritte da Martena, il cui contenuto non lascia dubbi”, si legge nell’informativa della sezione Catturandi della Mobile. “Tuo cugino” o ancora “caro cuginetto” è scritto in tutte e cinque le lettere. “Raffaele Martena continuava a impartire disposizioni su quanto doveva essere messo in atto fuori dal carcere dagli adepti del sodalizio”, considerato come versione contemporanea della Sacra Corona Unita.

Gli omissis sui nomi degli affiliati

Tra gli affiliati, secondo la Dda, ci sarebbe stato anche Andrea Martena, al quale il Riesame ha negato il ritorno in libertà.   A ragazzo, Raffaele Martena ha scritto: “Quando uscirò creerò delle grandi cose e tu fari parte dei miei discorsi”. In una delle lettere sono anche scritti i nomi di brindisini a cui recapitare i messaggi. Nomi, al momento, secretati in attesa che arrivino a conclusione gli accertamenti.

“A omissis, riferisci che quando esco ci sarà l’apocalisse e tutto tornerà al suo posto. Li farò prendere paura e non come fanno questi scemi con le mani, con me non c’è questa opportunità”. Per la Squadra Mobile è “chiaro in questo caso il riferimento all’uso di mezzi coercitivi di grande impatto differenti all’uso delle sole mani, lasciando chiaramente apparire che possa trattarsi di armi, esplosivi e di altro, dei quali il gruppo sarebbe in possesso, per esplicita dichiarazione di Andrea Martena nell’auto di Mario Epifani”. Anche Epifani è stato arrestato nella stessa inchiesta e resta in carcere dopo la pronuncia del Riesame.

Appare chiaro, sempre secondo quanto è riportato nell’integrazione d’indagine, che “il tenore delle comunicazioni non lasciano dubbi circa l’esistenza del sodalizio mafioso, costituito da diversi elementi per i quali Martena si adopera per farli ‘camminare’ dall’interno del carcere, lasciando un segno di appartenenza all’associazione”.

La paura del 41 bis

Andrea Martena(1)-2Scrivendo di sé, Raffaele Martena sostiene che “non gli importa di niente e nessuno” e che ha “testa da guerra” e ancora che “la galera non mi fa paura”. Ma ammette di non potersi muovere “perché sono nell’occhio del ciclone” e di conseguenza, nel caso in cui dovesse fare “un minimo sbaglio, mi portano al 41 bis”. Il timore, a quanto pare l’unico, è esattamente questo: finire al carcere duro, quello in cui sono notevoli le restrizioni e la libertà personale è limitatissima, non essendo neanche possibile godere degli spazi in comune con altri detenuti. Oltre al fatto che la posta in entrata e in uscita viene sottoposta a controllo.

In ogni caso, sino alla “fine dei giorni”, Martena dice che avrà “la testa alta” perché i suoi “valori” e la sua “dignità non sono in vendita”  

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