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Poliziotti nel mirino a Mesagne, due attentati in pochi giorni

MESAGNE - Salgono a due gli attentati contro appartenenti alla Polizia di Stato a Mesagne. E i sindacati di categorie degli agenti chiedono più mezzi per il controllo del territorio in una realtà su cui da molti mesi sono in corso indagini, che prefigurano l'esistenza di una nuova associazione per delinquere che si dirama siano a Carovigno e Ostuni. Nella notte di giovedì scorso ignoti hanno incendiato la porta dell'abitazione dell'ispettore superiore Bruno Camassa, in servizio al locale commissariato , mentre la notte scorsa è stata incendiata l’auto dell’assistente capo Antonio Destino, in servizio invece al commissariato di Ostuni.

MESAGNE - Salgono a due gli attentati contro appartenenti alla Polizia di Stato a Mesagne. E i sindacati di categorie degli agenti chiedono più mezzi per il controllo del territorio in una realtà su cui da molti mesi sono in corso indagini, che prefigurano l'esistenza di una nuova associazione per delinquere che si dirama siano a Carovigno e Ostuni. Nella notte di giovedì scorso ignoti hanno incendiato la porta dell'abitazione dell'ispettore superiore Bruno Camassa, in servizio al locale commissariato , mentre la  notte scorsa è stata incendiata l’auto dell’assistente capo Antonio Destino, in servizio invece al commissariato di Ostuni.

"Fortunatamente entrambi i gesti non hanno sortito conseguenze peggiori. Timore e incredulità dell’intera società civile di Mesagne, teatro in questi ultimi periodi - dice un comunicato congiunto dell'Osservatorio provinciale di Siulp, Sap e Silp- di ripetute azioni criminose  con attentati dinamitardi e estorsioni, furti nelle abitazioni, nelle campagne e nelle aziende, che hanno  fatto certamente aumentare la percezione dell’insicurezza destando notevole allarme sociale in tutta la comunità".

Tutti questi episodi, dicono i i tre sindacati degli agenti, "hanno visto una puntuale presenza della Polizia di Stato per debellare il male e quindi assicurare una riqualificazione del tessuto sociale e consentire un adeguato sviluppo economico della città. Eppure, nei giorni scorsi un quotidiano locale ha pubblicato '… lo Stato non c’è…', frase che lascia noi,  specialisti della sicurezza, sgomenti e amareggiati. La minaccia subita dai colleghi è segno evidente che, invece, '… lo Stato c’è …', che lo Stato è attento e  che attraverso i suoi uomini e le sue donne è costantemente impegnato nel contrastare il crimine".

Ma c'è una richiesta precisa dei sindacati di polizia brindisini  alle "istituzioni centrali, affinché attraverso una sinergia con tutte le amministrazioni locali e le forze sociali presenti nei territori provvedano ad assicurare un celere potenziamento dei mezzi e un tempestivo aumento delle risorse umane per consentire alle autorevoli figure politiche e tecniche di pubblica sicurezza di questa provincia - che ben hanno dimostrato un consolidato ed efficace coordinamento - di intervenire in modo sempre più deciso e risolutivo".

I dati sulle forze in campo a Mesagne sono crudi e difficili da digerire: "La sicurezza nostro malgrado non può essere assicurata con una sola volante peraltro con competenza su più comuni della provincia. Non si può pensare né accettare che l’obiettivo siano gli appartenenti alle forze di  polizia".

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