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Cronaca

"Ponci" stradali: 221 avvisi fine indagini

BRINDISI - I medici che firmavano certificati falsi, quelli che organizzavano gli incidenti inesistenti, gli avvocati che sapevano tutto e incassavano la percentuale. Gli attori protagonisti e le comparse nelle messinscene che erano a tutti gli effetti truffe alle compagnie assicurative, in gergo i “ponci”, che venivano realizzate in ogni angolo della provincia.

BRINDISI - I medici che firmavano certificati falsi, quelli che organizzavano gli incidenti inesistenti, gli avvocati che sapevano tutto e incassavano la percentuale. Gli attori protagonisti e le comparse nelle messinscene che erano a tutti gli effetti truffe alle compagnie assicurative, in gergo i “ponci”, che venivano realizzate in ogni angolo della provincia.

Il copione è già noto e ha portato nei giorni scorsi alla notifica di 221 avvisi di fine indagini per altrettante persone, 108 delle quali già “avvisate” nello scorso marzo per l’incidente probatorio che si è svolto poi tra luglio e ottobre. La prova anticipata altro non è che l’esame di due indagati Egizio Maisto (carrozziere) e Giusi D’Amico, entrambi brindisini, coinvolti nella maxi inchiesta, che hanno ammesso gli addebiti e chiamato in correità una sfilza d’altre persone.

Il provvedimento che segna la conclusione delle indagini preliminari e concede venti giorni di tempo all’elenco di persone coinvolte per chiedere d’essere interrogate o presentare memoria porta la firma dei due magistrati inquirenti: il procuratore aggiunto di Brindisi, Nicolangelo Ghizzardi e il sostituto procuratore Milto Stefano De Nozza.

Alcuni dei 221 indagati avrebbero fatto parte di una associazione per delinquere che avrebbe truffato le assicurazioni, finalizzata cioè alla “fraudolenta distruzione della cosa propria e mutilazione fraudolenta della propria persona”.  Tra i capi e promotori figura anche uno dei legali indagati, Silvia Bellino, insieme a Egizio Maisto, Pietro Ciciriello e Giusy D’Amico. Essi, secondo l’accusa, avrebbero agito nel 2009 e 2010, avrebbero organizzato e gestito i vari sinistri ottenendo per sé e per altri gli indennizzi assicurativi.

Per tre posizioni la procura di Brindisi ha chiesto l’archiviazione. I capi di imputazione sono 106. Numerosissimi raccontano di schianti cittadini mai avvenuti, di carrozzerie curvate, danni arrecati, collari e fasciature per colpi di frusta. Poi c’è il caso, ad esempio, fatti accaduti a Brindisi nel 2010, di Mariangela Monfregola che su indicazione di un avvocato, Giuseppe Scuteri, avrebbe rilasciato certificati medici a pazienti mai visitati e recanti una data falsa, certificando, una durata della malattia aggravata rispetto al reale e non corrispondente alle effettive esigenze mediche “ricevendo in cambio denaro”.

Questo proprio è il punto, oltre che il comune denominatore. Stessa storia per Giovanni Manfredi, altro medico che avrebbe “formato atti falsi”. C’è poi il caso di Franco Zizzi che oltre a certificare le lesioni inesistenti o addirittura di aver visitato persone che non aveva mai incontrato, avrebbe anche svolto attività libero professionale intramuraria in orario d’obbligo ospedaliero.

Alcune donne, Romina Cavallo, Maria Celeste, Giusy D’Amico, Vanda Spinosa, Maria Vergaro rispondono di aver formato, avvalendosi di un supporto informatico, un falso referto di pronto soccorso prodotto poi alla compagnia assicurativa.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Giampiero Iaia, Fabio Di Bello, Daniela D’Amuri, Laura Beltrami, Albino Quarta, Ladislao Massari, Giuseppe Guastella, Luca Leoci, Mauro Durante, Vito Epifani, Francesco Saponaro, Rosario Almiento, Livio Di Noi, Cosimo Deleonardis, Gianvito Lillo.

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