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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Preso in una villetta il ricercato Sandro Campana, sospettato di un agguato a luglio

MESAGNE – Aveva fatto perdere le tracce dallo scorso maggio. Questa mattina i poliziotti della Sezione catturandi della Squadra mobile di Brindisi e del Commissariato di Mesagne lo hanno rintracciato e arrestato. Si tratta di Alessandro Campana, 35 anni, mesagnese, nome di spicco tra le nuove leve della Sacra corona unita, fratello di Francesco, rogoliano di ferro, ricercato perché deve scontare una condanna a sette anni di carcere. Per il momento Alessandro Campana è finito in manette per inosservanza agli obblighi della sorveglianza speciale alla quale era sottoposto dal 2009. Ma sul suo capo grava il sospetto di essere, con il fratello, l’autore del tentato omicidio, avvenuto verso le 13 dell’1 luglio scorso di Vincenzo Greco, 35 anni, nativo di San Donaci, residente a Mesagne.

MESAGNE – Aveva fatto perdere le tracce dallo scorso maggio. Questa mattina i poliziotti della Sezione catturandi della Squadra mobile di Brindisi e del Commissariato di Mesagne lo hanno rintracciato e arrestato. Si tratta di Alessandro Campana, 35 anni, mesagnese, nome di spicco tra le nuove leve  della Sacra corona unita, fratello di Francesco, rogoliano di ferro, ricercato perché deve scontare una condanna a sette anni di carcere. Per il momento Alessandro Campana è finito in manette per inosservanza agli obblighi della sorveglianza speciale alla quale era sottoposto dal 2009. Ma sul suo capo grava il sospetto di essere, con il fratello, l’autore del tentato omicidio, avvenuto verso le 13 dell’1 luglio scorso di Vincenzo Greco, 35 anni, nativo di San Donaci, residente a Mesagne.

Sospetto per modo di dire. I poliziotti del Commissariato di Mesagne, diretto dal vice questore Sabrina Manzone, su quell’episodio hanno messo assieme tante e tali elementi da non potersi escludere che a giorni il magistrato inquirente, titolare dell’inchiesta, Antonio Costantini, possa chiedere al giudice per le indagini preliminari l’emissione del provvedimento di cattura.

Alessandro Campana è stato arrestato in una villetta in località Bonocore, territorio di Porto Cesareo. Una costruzione anonima, piuttosto piccola (due camere a accessori), in una zona nella quale era difficile farsi notare. Era in compagnia della fidanzata: Antonella L., 28 anni, nativa di Mesagne, residente a Torre Santa Susanna (è stata denunciata per favoreggiamento personale). Sembrava una coppia qualsiasi, con una condotta di vita senza eccessi. Peraltro non si incontrava con il fratello. Una accortezza necessaria per evitare che in caso di blitz almeno uno restasse libero. Come in effetti è accaduto.

Quando i poliziotti nella tarda mattinata di oggi hanno fatto irruzione c’erano lui e la fidanzata. Non avevano armi, non hanno opposto resistenza. Ma Alessandro Campana, Sandro per gli amici, ha commesso un errore che potrebbe inchiodarlo definitivamente al tentato omicidio di Vincenzo Greco: nella villetta era parcheggiata una grossa Yamaha, di colore scuro. E c’erano anche due caschi da motociclisti. La maxi-moto dovrebbe essere quella utilizzata dai due killer nell’agguato a Greco e i caschi potrebbero essere quelli che i due killer calzavano in quella occasione. I due sono stati trasferiti a Brindisi e verso le 16,30 Sandro Campana è stato rinchiuso in carcere, mentre la sua fidanzata se ne è ritornata a casa.

I fratelli Campana, come si diceva, sono i due emergenti della Sacra corona unita. Francesco è ritenuto uno dei gestori del racket delle estorsioni. Probabilmente il tentativo di ammazzare Vincenzo Greco nasce in questo contesto. Colpire Vincenzo Greco, il più indifeso, un muratore la cui vita trascorre tra casa e famiglia, come deterrente nei confronti di Leonardo, fratello minore del ferito, coinvolto anni or sono nell’operazione “Mediana” del sostituto procuratore antimafia Alberto Santacatterina (centosessanta arresti per mafia), scarcerato la scorsa primavera. In quell’operazione fu arrestato anche Antonio, fratello maggiore dei Greco, che diventò collaboratore di giustizia e vive da allora in località protetta.

Era la tarda mattinata dell’1 luglio. Vincenzo Greco stava in casa, in via Virgilio, con la moglie, il figlio e una coppia di giovani fidanzati di San Donaci. Erano seduti a tavola e stavano pranzando. L’attenzione del padrone di casa fu attirata dal rombo di una moto che per l’ennesima volta transitava dinanzi alla sua abitazione. Si affacciò sull’uscio e si trovò di fronte due uomini, uno dei quali (il passeggero) impugnava una pistola. Gli sparò contro due colpi, probabilmente  con un  revolver, mentre Vincenzo cercava riparo in casa, sotto gli occhi atterriti di familiari. “La prossima volta toccherà al fratello”, gridò uno dei killer, pensando di averlo ucciso.

Ma i colpi fortunatamente per Greco non erano stati mortali: lo avevano raggiunto alla spalla e all’addome. Gli investigatori riuscirono a ricostruire l’agguato. Individuarono il tipo e il colore della moto; il colore del casco e ritennero che alla guida del mezzo si trovasse Sandro Campana, mentre a sparare sarebbe stato il fratello Francesco. Ora per il più giovane dei Campana l’irreperibilità si è conclusa. Nelle prossime ore sarà interrogato. Mentre continua la caccia a Francesco, che dovrebbe stare in zona, e ora non può contare sul congiunto per coprirsi le spalle.

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