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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Tragedia al poligono, omicidio colposo per la morte del capitano dei carabinieri

Prima udienza: ascoltati sette testimoni del pm, tra militari della stazione di Oria e del gruppo investigazioni di Bari

BRINDISI – “Il capitano Ruello era accasciato per terra, era nell’area del poligono di tiro dove si stava svolgendo la quarta prova del campionato italiano di Tiro dinamico 2016. Aveva una ferita da fuoco all’altezza della nuca”.

Il processo per omicidio colposo

Aule udienze penali tribunale Brindisi-2I primi testimoni del pm nel processo sulla morte di Gianbruno Ruello sono stati ascoltati venerdì e hanno consegnato al Tribunale di Brindisi, di fronte al quale si svolge il processo per omicidio colposo, la descrizione di quel che videro la mattina del 28 maggio 2016, quando furono chiamati a intervenire, subito dopo l’incidente. I primi racconti sono stati resi dai militari della stazione di Oria e dai carabinieri del gruppo investigazioni di Bari, intervenuti sul posto, sempre quella mattina, per i rilievi necessari alla ricostruzione dell’evento diventato tragedia, il giorno dopo. Ruello morì in ospedale, la mattina successiva. Sono sette gli imputati, per i quali è stato disposto il rinvio al giudizio. Sono tutti accusati di “omicidio colposo, con evento cagionato da cooperazione aggravata, per la morte del capitano dei carabinieri Gianbruno Ruello, colpito alla nuca da un proiettile”. 

La gara nel poligono e la tragedia

La gara si svolgeva a Oria, la tragedia avvenne la mattina del 28 maggio 2016. Ruello era lì nel poligono, come arbitro: il proiettile Glock calibro 9 non gli lasciò scampo e morì il giorno dopo in ospedale. Aveva 48 anni. La famiglia si è già costituita parte civile con gli avvocati Massimo Manfreda e Sabrina Conte, oggi in sede di udienza preliminare davanti al gup.

Il rischio

Ci sarebbe stata, da parte degli imputati, una “omessa valutazione del rischio elevatissimo derivante dalla sostanziale assenza di protezione per persone che si trovassero dalla destra e alla sinistra di chi esplodeva colpi d’arma da fuoco nello stage 1. Sempre, stando a quanto sostenuto dal rappresentante della pubblica accusa, nonostante “questa evidente carenza di sicurezza”, c’è stata organizzazione della gara alla presenza di più persone “nello stage 2 mentre si sparava nello stage 1”.

La difesa

La prossima udienza sarà dedicata al completamento dell’ascolto dei testimoni citati dal pubblico ministero. A seguire saranno interrogati quelli chiamati dai difensori. Gli imputati sono difesi dagli avvocati: Domenico Attanasi, Claudio Sgambato, Pasquale Annicchiarico, Daniela Ancora, Giovanni Pomarico, Mariana Lazzaro, Ylenia Finimunda Ammaturo e Gian Emilio Iacobelli.



 

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