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Cronaca

Rapina nella gioielleria Stroili, i tre brindisini chiedono l’abbreviato

Stefano Musio, 22 anni, Francesco Gorgoni, 21, e Andrea Caroli, 19, sono in carcere dal 14 gennaio scorso. Non identificato il quarto del gruppo

BRINDISI – Hanno chiesto di essere processati con rito abbreviato i tre giovani di Brindisi, arrestati subito dopo la rapina nella gioielleria Stroili Oro del centro commerciale Le Colonne, avvenuta nella tarda mattinata del 14 gennaio scorso. Sono tutti e tre ristretti in carcere.

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Gli imputati

Sono imputati: Stefano Musio, 22 anni; Francesco Gorgoni, 21, e Andrea Caroli, 19, tutti e tre arrestati dagli agenti della Squadra Mobile di Brindisi, al termine di un inseguimento concluso all’altezza dello svincolo per il quartiere La Rosa. Resta ancora senza nome il quarto componente del gruppo, giovane anche lui che, nella ricostruzione della Procura, avrebbe avuto il ruolo di esecutore materiale, essendo entrato nella gioielleria assieme a Caroli.

I difensori Laura Beltrami, Giuseppe Guastella e Daniela D’Amuri, hanno depositato istanza per l’ammissione al processo alternativo all’ordinario, strada che consente di ottenere la riduzione di un terzo della pena, in caso di condanna. L’udienza è stata fissata davanti al gup del Tribunale di Brindisi, dopo che il pubblico ministero titolare del fascicolo ha chiesto l’immediato, sulla base dell’evidenza della prova.

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Giudizio immediato

Nessun dubbio sul fatto che i tre abbiano preso parte al colpo che avrebbe fruttato un bottino del valore superiore a centomila euro. Nessun dubbio neppure sul fatto che avessero la disponibilità di una pistola.

Caroli, 19 anni il prossimo aprile, trovato dai poliziotti dietro  un cespuglio, nel corso dell’interrogatorio davanti al gip, in sede di udienza di convalida, confessò parlando in prima persona: “Ero io quello armato, ho sparato due colpi in aria per bloccare una guardia giurata. Non ero da solo, ma non voglio fare i nomi degli altri”, disse.
L’altro, il secondo esecutore materiale, usò un’ascia per rompere le vetrine e raccogliere i gioielli. Come Caroli, indossò una tuta di colore bianco, per fare irruzione nell’oreficeria della galleria commerciale. Stefano Musio e Francesco Gorgoni, sarebbero stati in auto ad aspettare.

La pistola e l’ascia

Per l’irruzione nella gioielleria, sarebbe stata una  semiautomatica Beretta calibro 7,65, mai trovata. Caroli riferì di non sapere che fine avesse fatto la pistola. Non indicò neppure la provenienza. Ammise di aver esploso due colpi in alto per rendere più agevole la fuga. “L’ho fatto per intimorire una persona che mi è sembrata una guardia giurata che, se non ricordo male, stava venendo da sinistra”, disse al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi. Azione ripresa dalle telecamere del sistema di videosorveglianza

Le telecamere

Le immagini visionate dagli agenti e acquisite agli atti, mostrano che il rapinatore armato, indossava uno scaldacollo, poi trovato nella Lancia Y. L’altro aveva nella mano destra un’ascia e un piede di porco nell’altra.

Gorgoni e Musio diedero una versione identica, dopo l’arresto sostenendo che il loro ruolo fosse quello di “aspettare gli altri”, restando nella Lancia. L’auto è di proprietà del primo. Nessuno fece i nomi degli altri. Musio, subito dopo essere stato arrestato, fornì indicazioni per  trovare l’altra auto, una Giulietta Alfa Romeo, risultata rubata a Talsano, in provincia di Taranto, il 3 gennaio scorso. Sarebbe stata usata da Caroli e dall’altro (il quarto che manca all'appello) per raggiungere il centro commerciale.

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Gli arresti della Mobile

Il primo a essere stato fermato, fu Musio: venne bloccato nelle campagne dello svincolo che collega i rioni La Rosa e Sant’Elia, da un poliziotto assieme al capo della Mobile, Antonio Sfameni. L’auto di servizio degli agenti incrociò la Lancia Y, segnalata da una guardia giurata come quella usata per la fuga dopo la rapina. Poco dopo venne trovato Gorgoni, sempre nella stessa zona, e venti minuti più tardi, Caroli. Tre arresti a meno di un’ora dalla rapina.

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