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Cronaca

Prof del Classico muore in campo

BRINDISI - Una partita a calcetto fra amici, nonostante la pioggia battente. L’ultima partita a calcetto, a inseguire un pallone e cercare di fare gol per poi scherzarci su sotto la doccia: Pietro Barile, 49 anni, insegnante di italiano e latino al Classico “Marzolla” se n’è andato all’improvviso, colto da un malore fulminante, un problema cardiaco, forse, che non gli ha lasciato scampo.

BRINDISI - Una partita a calcetto fra amici, nonostante la pioggia battente. L’ultima partita a calcetto, a inseguire un pallone e cercare di fare gol per poi scherzarci su sotto la doccia: Pietro Barile, 49 anni, insegnante di italiano e latino al Classico “Marzolla” se n’è andato all’improvviso, colto da un malore fulminante, un problema cardiaco, forse, che non gli ha lasciato scampo.

Nulla hanno potuto coloro che con lui stavano partecipando alla partitella organizzata su un campetto di contrada Montenegro, alla periferia di Brindisi. C’erano alcuni medici, hanno tentato di rianimarlo, in attesa dei soccorsi. Una autoambulanza ha trasportato il prof al “Perrino” di Brindisi. Barile, giovane insegnante sempre circondato dai suoi ragazzi, lascia moglie (insegnante anche lei) e tre figli.

Era appassionato di calcio, tifoso del Brindisi. Innamorato del suo lavoro, che proprio un lavoro per lui non è mai stato. Perché, oggi come non mai, quella cattedra è una scelta di vita. Una coraggiosa scelta di vita, specie quando l’eredità per le nuove generazioni è fatta d’autori antichi, di una lingua che i più giudicherebbero al minimo demodé (se non inutile), di classici e di poesia.

Barile se n’è andato per cause naturali. Così recita il referto dei medici del nosocomio di Brindisi. Increduli i suoi amici che lo hanno visto mentre all’improvviso si accasciava. Gli sono corsi incontro, hanno subito compreso che la situazione era grave. Non c’è stato nulla da fare per il 49enne che domattina sarebbe tornato in classe, come sempre.

La notizia si è diffusa rapidamente, su Facebook prima che col passaparola. In molti, studenti di ieri e di oggi, hanno scritto qualche riga, commossi, sconvolti, per un saluto al prof andato via troppo presto. Parole d’affetto, ricordi che riaffiorano, custoditi gelosamente in un cassetto. Sono i più belli, che raccontano di giorni spensierati. Il prof aveva preso per mano decine di liceali, con la sua aria al passo con i tempi.

E’ scomparso sfidando il cielo nero di nuvole cariche di pioggia, in un pomeriggio invernale in cui il gruppetto d’amici aveva comunque deciso di ritrovarsi su un campetto di periferia, infischiandosene del freddo gelido. Il prof non tornerà dietro quella cattedra, ma ai suoi ragazzi ha lasciato in eredità una lezione da imparare a menadito. Non bisogna crescere troppo, è così bello restare sempre un po’ bambini.

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