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Cronaca

“Progetto Security nel porto, varchi difformi dal piano regolatore”

Il Provveditorato per le Opere pubbliche: “Conclusione negativa della conferenza di servizi per il completamento delle infrastrutture”. Diciassette varchi a fronte dei tre previsti nel Prp

BRINDISI – “Difetto” di conformità urbanistica per alcuni dei lavori di completamento delle infrastrutture di security nel porto di Brindisi. Il pollice verso arriva a conclusione della conferenza di servizi e porta la firma del dirigente del Provveditorato interregionale per le opere pubbliche per la Campania, il Molise, la Puglia e la Basilicata. Nuovo capitolo della storia del progetto sicurezza rispetto al quale, in passato, Comune e Authority sono stati su diverse lunghezze d’onda.

Le nuove perimetrazioni previste dal piano di security dell'Autorità Portuale (nel cerchio, quella sul lungomare)

Il caso

Parere “negativo” con richiesta di pubblicazione all’albo di Palazzo di città per trenta giorni, a far data dalla notifica. Che, per pura coincidenza, è oggi, 30 ottobre 2018, secondo giorno in cui i riflettori della stampa – non solo locali e nazionali – sono puntati sul porto in quanto location scelta per ospitare il meeting internazionale su terrorismo e criminalità organizzata nei Balcani.

La determinazione è stata adottata dall’ingegnere Tommaso Colabufo e segue la missiva con cui lo stesso Provveditorato aveva rilevato “il perdurante atteggiamento di mancata cooperazione dell’Autorità portuale nel corrispondere alle richieste formulate”, chiedendo nuovamente il “progetto nella sua interezza”, in modo tale da consentire agli Enti coinvolti nel procedimento di potersi esprimere in sede di conferenza di servizi.

La Regione Puglia

A seguire, c’è stato il parere della Regione Puglia che, come evidenziato dal Provveditorato, si “connota inequivocabilmente, per le pregnanti argomentazioni esposte, come dissenso non superabile. La lettera della Regione è del 19 ottobre scorso ed è stata spedita, per conoscenza, alla Procura della Repubblica di Brindisi tenuto conto dell’inchiesta ancora pendente sulla strada che collega Sant’Apollinare a Costa Morena. Il giudizio della Regione sulle opere realizzate nell’ambito del progetto di sicurezza portuale, è arrivato a conclusione dello studio che gli uffici baresi hanno condotto confrontando il progetto dell’Authority con le previsioni normative. In primis con lo strumento urbanistico in ambito portuale, essendo la bussola per qualsiasi tipo di infrastruttura. Il Piano regolatore portuale, in sigla Prp, risale a 43 anni fa. Venne approvato il 21 ottobre 1975, con una variante del 4 agosto 2006.

Il  varco d'accesso all'Autorità portuale-2

I varchi difformi

“Dalla planimetria generale di progetto, si rileva che le opere consistono nella realizzazione di una recinzione che racchiude l’area portuale senza soluzione di continuità dal sito della stazione marittima, sino alla banchina di Punta dell’Arco”. Lungo il perimetro così delineato, “sono stati ubicati 17 varchi di differente tipologia, alcuni dei quali prevedono anche la realizzazione di manufatti edilizi con parametri urbanistici differenti, destinati a uffici e a servizi igienici”. A voler essere precisi, sono indicati dai numeri 5,7,9,10,14,16 e 17.

Fatta questa premessa, i dirigenti degli uffici regionali di Rigenerazione urbana, Angela Cistulli e Urbanistica, Giuseppe Maesti, hanno rilevato che “le opere oggetto della conferenza di servizi risultano difformi rispetto alle previsioni del Prp, come riscontrato dai relativi elaborati agli atti”. In particolare – è scritto – “tre varchi nel Prp, in luogo di 17 del progetto”.

La Regione nella stessa missiva ha ribadito che “in merito ai profili di legittimità posti a base della richiesta di accertamento di conformità, che non integra la fattispecie di sanatoria urbanistica, parte delle opere risulterebbero già realizzate”. In tal senso c’è una nota del Provveditorato del 17 ottobre scorso.

Cosa succede adesso? Dalla sede degli uffici della Regione, c’è stato un rinvio alle disposizioni contenute nel decreto del Presidente della Repubblica 380 del 2001, vale a dire nel Testo unito delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia. Tra le previsioni, sono contemplate la sospensione dei lavori e la demolizione delle opere non conformi.

Il muro di via del Mare 3-2-2-3

Il Comune di Brindisi

Il Comune, per quanto di sua competenza, ha risposto alla Regione e lo ha fatto con la nota scritta a quattro mani dai dirigenti dei settori Urbanistica, Marina Carrozzo, e Ambiente, Gaetano Padula. Da Palazzo di città hanno ricordato che le opere di completamento delle infrastrutture portuali per la security sono comprese nell’area qualificata come “industriale” nel piano regolatore del Comune di Brindisi. Area in cui insistono vincoli di natura ambientale (il Sin), culturale (per la presenza del capannone ex Montecatini), archeologica (per il sito di Punta delle Terrare) e infine paesaggistica di pianificazione sovracomunale (per esempio Enac).

I fabbricati

L’Amministrazione ha ritenuto che il tracciato del progetto security, vale a dire la recinzione, è interrotto da 17 varchi “diversamente da quanto previsto in sede di piano regolatore portuale”. “Dagli elaborati – è scritto – si evince che almeno in sette di questi varchi sono presenti fabbricati di diversa dimensione contenenti spazi destinati a uffici e a servizi igienici, sormontati da pensiline o affiancati da tettoie”. E ancora: “Il tracciato dell’attuale recinzione e le sue caratteristiche tecnico funzionali non sono state oggetto di valutazione preventiva da parte del settore Urbanistica del Comune”. Da Palazzo di città c’è stato sì un parere, rilasciato il 5 gennaio 2006, ma “si riferisce a un progetto diverso da quello esecutivo appaltato e successivamente oggetto di variante in corso d’opera”.

“Dalla consultazione della documentazione pubblicata – scrivono di rigenti comunali – si è potuto rilevare che le opere sono per lo più  realizzate e collaudate. Pertanto, allo stato, non è possibile assumere alcuna determinazione in merito all’accertamento della compatibilità urbanistica in rapporto all’attuazione delle previsioni degli strumenti urbanistici comunali e dei programmi di intervento sulle aree limitrofe a quella di competenza dell’Autorità di sistema portuale e dell’Asi”.

La conclusione

Per il Provveditorato, la posizione del Comune di Brindisi è in linea con quanto sottolineato dalla Regione. C’è anche la comunicazione della Soprintendenza archeologica con invito alla distinzione tra “opere realizzate su aree o beni sottoposti a tutela nel Codice dei beni culturali e del paesaggio, per i quali la normativa prevede l’accertamento della compatibilità paesaggistica, dalle altre”.

In definitiva, quindi, la domanda finalizzata all’accertamento della conformità urbanistica è stata rigettata. Ma la storia del progetto per laq security non può dirsi conclusa. Non ancora.

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