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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Via Provinciale San Vito

Quattro sparatorie in un mese: il rischio di una nuova guerra di mala

Non versa in gravi condizioni il 20enne gambizzato giovedì sera in via Provinciale San Vito. La scia di piombo e sangue inizia il 4 novembre. Il sospetto di uno scontro fra bande

BRINDISI – Non versa in gravi condizioni il giovane che nella tarda serata di ieri (giovedì 6 dicembre) è stato raggiunto da colpi di pistola alle gambe mentre si trovava all’ingresso di un locale in via Provinciale San Vito, a un centinaio di metri dalla fontana Tancredi. Cosimo Leo, 20 anni, è stato ricoverato presso l’ospedale Perrino con due fori da proiettile: uno alla coscia destra, l’altro a quella sinistra. Il ferimento segna un nuovo capitolo di quella che sta assumendo i contorni di una nuova guerra di mala. Quella di ieri è infatti la quarta sparatoria in meno di un mese. Gli investigatori sono al lavoro per capire se tali episodi, come si presume, rientrino in un unico contesto malavitoso.

Agguato ripreso da una telecamera

Il movente dell’agguato ai danni di Leo è da appurare. Sull’accaduto indagano i poliziotti della squadra Mobile di Brindisi, che fin dai primi accertamenti hanno potuto ricostruire la dinamica dei fatti. Questo grazie a una telecamera che punta verso la porta di ingresso del locale. Come si vede nel filmato subito acquisito dai poliziotti della sezione Volanti, i primi a recarsi sul posto per i rilievi del caso, una Fiat 500 scura, intorno alle ore 22,40, si ferma davanti al locale.

ferimento via provinciale san vito ter-2

Un individuo che indossa un giubbotto mimetico, con volto coperto da un cappuccio nero, estrae una pistola, si ferma sull’uscio e aziona il grilletto, esplodendo due colpi. In quello stesso frangente un’altra persona stava entrando all’interno del locale, frequentato da diversi giovani. Subito dopo, il malvivente torna a bordo dell’auto e si dilegua insieme al complice che si trova al volante. Soccorso dal personale del 118, Leo è stato trasportato presso il Pronto soccorso. I testimoni hanno riferito di aver udito un paio di colpi secchi simili a petardi, ma nessuno di loro è stato in grado di fornire ulteriori indicazioni. Gli esperti della Scientifica della questura di Brindisi non hanno trovato bossoli. Si presume quindi che i proiettili siano partiti da una pistola a tamburo. 

Gli spari al Sant'Elia e al Paradiso

Ora, come detto, c’è da capire se sullo sfondo di questa gambizzazione vi sia uno scontro fra bande rivali. La scia di piombo e sangue inizia il 4 novembre, presso largo Machiavelli, al rione Paradiso, dove quattro colpi di pistola si conficcano in un muro, senza provocare, per fortuna, feriti.

Si prosegue domenica 11 novembre, quando il 28enne Stefano Ostuni viene raggiunto da colpi di pistola all’altezza del mento e a una mano, mentre si trova nei pressi di piazza Raffaello. Un proiettile gli sfiora la trachea. Il ragazzo sopravvive per una questione di millimetri.

Sempre al rione Sant’Elia, la sera del 19 novembre, avviene il secondo agguato. La vittima è il 19enne Samuel Protino. Questi si trova in piazza Licini quando, al culmine di una lite, viene ferito al gomito e alla gamba. Il responsabile si allontana subito dopo a bordo di un’Alfa Giulietta. Trasportato in ospedale, Protino viene successivamente dimesso con prognosi di 20 giorni.

La guerra di mala dell'autunno 2017

La mente torna inevitabilmente alle scene da far west registrate a Brindisi nell’autunno 2017, quando due bande rivali si fronteggiarono nell’ambito di una faida in cui i dissidi venivano regolati con le pallottole, sia di giorno che di notte, anche in presenza di persone estranee ai fatti. I componenti di entrambe le fazioni, grazie a una certosina attività investigativa dei carabinieri del comando provinciale di Brindisi, vennero consegnati alla giustizia nel giro di pochi mesi. Lo scorso 8 novembre, a meno di un anno dagli arresti, sono state emesse, in primo grado, le sentenze di condanna. Adesso si sta riproponendo un copione analogo, nella speranza che le forze dell'ordine riescano nuovamente, in tempi rapidi, a fermare l'escalation. 

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