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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

“Quel poliziotto asservito al gruppo criminale: riceveva anche cocaina”

Il ritratto di Roberto D’Agnano, l’agente di Brindisi, nell’ordinanza del gip. Le accuse di un ex trafficante: “Gli ho venduto cocaina, aveva interessi in un night”

BRINDISI -  Non solo denaro, a titolo di compensi mensili per comprare il silenzio del poliziotto di Brindisi e ottenere soffiate utili alla sopravvivenza del traffico di droga. Anche cocaina da piazzare. L’ex trafficante di stupefacenti Laurence Rossi ha rilevato agli inquirenti lombardi di aver ceduto la polvere bianca a Robertino, il madama, al secolo Roberto D’Agnano, sovrintendente della Polizia di Stato, agli arresti nel carcere di San Vittore giovedì scorso, con l’accusa di corruzione nell’inchiesta dell’Antimafia sul business illegale gestito tra gruppi criminali dell’hinterland Milanese in affari con le Ndrine calabresi.

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I verbali del collaboratore

Nel fascicolo dei pm della Direzione distrettuale antimafia di Milano il nome di D’Agnano compare più volte, citato da Rossi a distanza di qualche mese dal suo arresto. Finito in cella, il milanese ha deciso di collaborare e ha iniziato a fare i nomi di poliziotti finiti dalla loro parte negli ultimi anni. Corrotti, comprati per somme variabili tra 500 e mille euro al mese. Tanto sarebbero costate le soffiate del poliziotto brindisino, preziose per non inciampare nelle retate della Squadra Mobile nelle piazze dello spaccio.

“Nel corso degli anni in più occasioni ho dato soldi a D’Agnano per avere notizie su possibili indagini e lo stesso facevano quelli della carrozzeria”. Quest’ultima, stando alle indagini, sarebbe stato luogo di incontro del gruppo con il poliziotto. “D’Agnano era una delle persone a cui vendevo la cocaina”, è scritto ancora in uno dei passaggi leggibili del verbale di dichiarazioni. “Quando con Luca Saccomano avevamo aperto la piazza di spaccio a Comasina, D’Agnano aveva chiesto mille euro per garantire copertura da parte dei suoi colleghi che lavoravano in commissariato. Saccomano glieli aveva dati. Un fisso che, da quello che ho capito, non era solo per lui”.

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Le intercettazioni

Il nome di D’Agnano, si legge anche nelle trascrizioni di alcune intercettazioni riportate nell’ordinanza di arresto firmata dal giudice per le indagini preliminari, Anna Calabi. Gravi indizi di colpevolezza assieme ai verbali che restano ancora secretai per buona parte. “Sembrano dimostrare l’asservimento della funzione del poliziotto agli interessi del gruppo criminale”, si legge nel provvedimento di arresto.

“II Signore ti ha dato la possibilità di andare sulla retta via, invece tu sei il peggio del peggio, non sei né un poliziotto, perché i poliziotti fanno il loro dovere, e non sei neanche in grado di stare in mezzo alla strada”. Questo è stato il pensiero di una donna legata a Rossi, sul poliziotto.

Negli ultimi tempi avrebbe iniziato anche a mostrare interessi in alcuni locali del Milanese, tra night e discoteche, pretendendo di entrare gratis. Così almeno è riportato in una intercettazione. “Io quando vado lì, devo entrare gratis”.

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