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Cronaca

Rapina a Venezia: confermato il carcere per Cannalire e Pagano

E spuntano due testimoni che avrebbero fornito il supporto logistico, ospitando i brindisini

BRINDISI - Niente libertà. Il Tribunale del Riesame ha confermato il carcere per i brindisi Maurizio Cannalire 57 anni, e Luciano Pagano, 34, entrambi arrestati dai carabinieri nell’inchiesta sul colpo in una gioielleria di Dolo, in provincia di Venezia, consumata il pomeriggio del 13 ottobre 2017. Bottino di almeno 50mila euro.

Il Tribunale del Riesame

CANNALIRE Maurizio, classe 1960-2-2Il collegio, in funzione di Tribunale della libertà, ha respinto le istanze discusse venerdì scorso dai difensori dei due indagati, arrestati il 21 aprile dai carabinieri della compagnia di Chioggia e del Nucleo investigativo di Venezia, in collaborazione con i militari del comando provinciale di Brindisi. Le motivazioni saranno depositate nei prossimi giorni. Gli avvocati Elvia Belmonte per Pagano e Cosimo Luca Leoci per Cannalire avevano chiesto l’annullamento della misura o, in subordine, l’attenuazione con il riconoscimento dei domiciliari. Negati anche questi.

PAGANO Luciano, classe 1974-2Resta, quindi, confermata l’accusa di concorso morale mossa nei confronti dei due e restano sussistenti le esigenze cautelari, così come evidenziate dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Venezia.

L’inchiesta dei carabinieri

In carcere sono ristretti altri due brindisini, Francesco Andriola, 39 anni, e Ugo Ugolini, 32, ritenuti gli esecutori materiali del colpo della gioielleria. Sono stati incastrati dalle immagini registrate dalle telecamere del sistema di videosorveglianza dell’esercizio commerciale. Agirono a volto scoperto, fingendosi clienti. Il bottino non è stato ancora trovato. Solo Andriola ha ammesso gli addebiti in sede di interrogatorio di garanzia davanti al gip del Tribunale di Brindisi per rogatoria (la competenza resta a Venezia). Ha reso dichiarazioni spontanee dopo esserci avvalso della facoltà di non rispondere, escludendo la partecipazione degli altri.

Due testimoni e l'appartamento

UGOLINI Ugo, classe 1975-2-2-2Le indagini dei carabinieri, nel frattempo, hanno permesso di risalire all’identità di due donne interrogate in qualità di persone informate sui fatti: avrebbero messo a disposizione del gruppo dei brindisini in trasferta un appartamento nel comune di Dolo. Si tratta di madre e figlia le quali avrebbero riferito di aver concordato una somma in cambio dell’accoglienza. Denaro che non avrebbero ricevuto. In tal senso ci sarebbero alcune intercettazioni telefoniche, alcune delle quali riportate – a stralcio – nel provvedimento di arresto

L'auto usata per il colpo

La pista brindisina è stata battuta sin dall’inizio partendo dall’auto usata per raggiungere la gioielleria, una Fiat Punto di colore blu: i numeri di targa sono stati annotati da due ragazzini di 16 anni che hanno tentato anche di rincorrere i banditi.

ANDRIOLA Francesco, classe 1978-2-2-2In tal modo è stato possibile risalire alla proprietà dell’utilitaria, una donna che per un certo periodo di tempo ha avuto una relazione con Andriola. La donna risiede a Dolo ed è assolutamente estranea all’inchiesta.


 

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