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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Rapina ai genitori del penalista, ancora nessuna traccia

BRINDISI – Non c’è ancora traccia dei tre banditi che l’altra sera, erano all’incirca le 19,30, hanno fatto irruzione nella casa, situata nella campagna di Tuturano, dei genitori dell’avvocato penalista Gianvito Lillo. Gli elementi in possesso dei poliziotti della Sezione antirapine della Squadra mobile si muovono su un terreno difficile perché sono pochi gli elementi in loro possesso. A cominciare dalla descrizione che è stata vaga.

BRINDISI – Non c’è ancora traccia dei tre banditi che l’altra sera, erano all’incirca le 19,30, hanno fatto irruzione nella casa, situata nella campagna di Tuturano, dei genitori dell’avvocato penalista Gianvito Lillo. Gli elementi in possesso dei poliziotti della Sezione antirapine della Squadra mobile si muovono su un terreno difficile perché sono pochi gli elementi in loro possesso. A cominciare dalla descrizione che è stata vaga.

La signora Giuseppina Ricci, 73 anni, mamma del penalista, in quel momento si trovava sola nella casa annessa all’azienda agricola di famiglia, situata in contrada Marfeo. Il marito, Vitantonio Lillo, 83 anni, stava rientrando in compagnia di un amico e per poco non ha incrociato i banditi già in fuga. Lo choc subìto dalla signora è stato molto forte. Non è facile trovarsi di fronte a persone incappucciate, armate, e determinate nel fare bottino.

I malviventi, stando alle notizie trapelate, non hanno mai tirato in ballo il figlio avvocato. Probabilmente, dicono i poliziotti nemmeno sapevano in casa di chi stavano andando a cercare bottino. Erano, però, certi di trovare solo la padrona di casa. Non è escluso che il colpo lo avessero già ideato da qualche giorno e seguissero da vicino ogni mossa dei coniugi Lillo.

Hanno visto che il padrone di casa andava via, sono entrati ed hanno  immobilizzato e legato la padrona di casa in modo che non fosse di intralcio. Un altro complice, ipotesi che sembra più che probabile, è rimasto fuori per dare l’allarme (con i telefonini è un gioco da ragazzi), nel caso Vitantonio Lillo fosse ritornato mentre i compari erano intenti a rovistare dentro la casa.

I tre banditi hanno preso denaro, gioielli e tre fucili da caccia, legalmente detenuti, intestati al padrone di casa. Quindi si sono allontanati senza lasciare traccia alcuna. In silenzio così come erano arrivati, protetti dall’oscurità. Sono risaliti a bordo del mezzo che avevano lasciato in sosta nei paraggi che sicuramente hanno poi abbandonato in qualche zona di campagna poco frequentata. Ovviamente è una ricostruzione che poggia su ipotesi.

Gli investigatori escludono che la rapina ai genitori possa avere un nesso con la professione di Gianvito Lillo. Lo stesso penalista, sentito poco dopo il grave episodio, ha escluso una simile eventualità. Gianvito Lillo è un avvocato molto affermato. Penalista di rilievo, ha difeso e difende personaggi di grosso spessore, ma anche professionisti incensurati che sono incappati nelle maglie della giustizia.

E’ apprezzato per il suo rigore e il rispetto dei ruoli. Gli investigatori, per non lasciare nulla al caso, hanno rivisitato i processi che il penalista ha trattato e sta trattando. Anche processi nei quali rappresenta la parte civile. Ma, come detto, nulla è emerso che possa far pensare ad un collegamento dell’atto criminoso consumato contro i suoi genitori e la sua attività professionale. A dare l’allarme, come abbiamo già riportato nei giorni scorsi, è stato il padre del penalista rientrato in casa pochi minuti dopo.

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